Eleonora Giorgi: “Dopo quel provino diventai la Lolita d’Italia..”

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38 film al cinema e 14 per la tv e un David di Donatello nel 1982 per il film “Borotalco”. Oggi Eleonora Giorgi, in attesa di un grande ruolo da protagonista, ha una vita piena, insegna recitazione e si diverte “come una pazza” in tv. E, nei giorni del 7 e 8 dicembre, sarà una dei giurati del CineFuturaFest, il festival di cortometraggi realizzati dagli studenti italiani dai 14 ai 25 anni, prodotto da Accademia Artisti e da ANCEI.

Una delle tue prime avventure cinematografiche fu “Roma” di Federico Fellini. Come andò?

«Allora avevo 16 anni ed ero fidanzata da due anni con Gabriele Pogány: eravamo sempre in moto, sulla sua Honda 750, e ci trovavamo con altri motociclisti nella romana Piazza Euclide. Fellini per il suo “Roma” cercava delle supermoto per la scena iniziale, quindi ci assunsero per 10 giorni di scena. Con noi anche mia sorella, Renato Zero e Loredana Berté».

Negli anni Settanta sei stata considerata un sex-symbol, eppure eri davvero giovanissima.

«Ho esordito per caso, non volevo fare l’attrice. Stavo preparando l’esame di ammissione per l’Istituto Centrale del Restauro Pittorico. Il regista Tonino Cervi vide una mia foto: non ero una modella, ero piccoletta e sovrappeso, ma gli piacqui tantissimo, e mi volle incontrare per un provino. Diventai così la Lolita d’Italia. E pensare che avevo fatto l’amore solo con un ragazzo. Questo debutto sconvolse la mia vita: mi lasciai col ragazzo, persi peso, ebbi problemi di droga… »

Tra i tanti ruoli che hai coperto, a quale film sei più affezionata?

«E’ triste dirlo perché ha più di trent’anni, ma si tratta di “Borotalco”. Carlo Verdone ha scritto una commedia intramontabile, un ruolo straordinario per me e un personaggio maschile di grande tenerezza. Insomma, tutto incredibilmente immedesimatorio per i giovani. E ad ogni generazione si rinnova questa magia. Sono legata indissolubilmente anche al personaggio di Mia moglie è una strega: è stato bellissimo avere un ruolo di fantasia».

L'intervista OFF a Eleonora Giorgi

A quale favola eri affezionata tu da piccola?

«Per quanto riguarda i ruoli, impazzisco per le regine, quelle buone. Non amo i personaggi cattivi, anche se i miei occhi azzurri consentono una grande freddezza. E amo i lieto fine».

Cosa ti manca oggi?

«Interpretare una regina, ad esempio. Sai, nonostante sia stata buttata in un fossato per la sola colpa di essere la moglie di Angelo Rizzoli, sono andata avanti comunque. Oggi, dentro di me, rivendico il diritto a un grande ruolo. Nonostante non esistano donne di sessant’anni nel cinema italiano: ci sono gli uomini, non le donne. C’è un problema in Italia ed è parecchio grosso. Comunque ho una vita molto piena, completa. E l’insegnamento è una grande opportunità, una revisione costante della nostra materia. E poi mi diverto come una pazza a fare la tv, quella fatua e frivola».

Un ritorno nel cinema, quindi, è possibile?

«Solo da protagonista, altrimenti non torno. E voglio fare una regina, davvero. Ma non italiana, perché qui non ci sono regine come piacciono a me»

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