Ebelianta, carezze per anime ferite

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Talent show, baby fenomeni… Già, ma chi lo ha detto che una carriera musicale debba cominciare in giovanissima età? Le passioni, di età anagrafica, non ne hanno. E il talento neppure. Quello se c’è deve solo essere scoperto. Il problema, semmai, è quando questi due elementi non sono presenti. Ma se ci sono, invece, è tutto diverso.

Come nel caso di Alessandra Ebelianta (si tratta chiaramente di un nome d’arte), una donna single milanese, nella vita impiegata, che ha scoperto il suo, di talento, solo alla soglia dei cinquant’anni. E che, nonostante tutto, ha deciso di non lasciarsi scoraggiare. Anzi, è proprio dalla rabbia che è nata la sua voglia di rivincita. La rabbia per una vita di sacrifici non o scarsamente ripagati. Per degli sforzi mai apprezzati. Insomma, la vita di una persona come tante, quasi tutte, in una società che corre in maniera talmente frenetica da non trovare mai il tempo per ascoltare, per stare a sentire le aspirazioni e le necessità dell’altro: del vicino di casa, del collega, del dipendente. Così scatta la ribellione. Certo, non quella violenta, come per il “Joker” di Joaquin Phoenix, ma quella positiva, reattiva.

«Una mattina – spiega – mi accorgo che la mia vita non funziona. Sono stanca, ferita, delusa, persa e le ferite che ho dentro urlano e spingono perché vogliono uscire. Nel silenzio della mia casa improvvisamente una luce riscalda il cuore. Un pensiero prende forma. Mi avvicino a un cassetto dimenticato, lo apro e tiro fuori vecchi libri di musica. Sono i miei libri. Il sogno più grande, bloccato sul nascere dalla vita e dalle possibilità che avevo in quel momento».

Da quel momento inizia la sua personale riscossa, che la porta a cambiare tutto. O quasi.

«Sfoglio i miei libri – spiega – e ricomincio a studiare da zero. Scrivo una canzone e me la dedico con tutta la dolcezza che ho dentro perché, a questo punto della vita, me lo merito. Da qui rinasco».

Le lezioni di canto, lo studio, le fatiche la portano al suo primo singolo.

Una stella per te, il titolo. Poche aspettative, ma risultati invece incoraggianti. Migliaia infatti sono le visualizzazioni sui social. Tanto che la canzone è tradotta in diverse lingue. C’è perfino la versione in… lettone. E poi sono arrivate le radio: una ventina hanno parlato di questo fenomeno.

«Dicono – spiega – che la mia canzone sia una ninna nanna ma io penso sia una carezza per anime ferite e stanche. Dicono che la mia canzone sia acerba. Certo! Sono appena nata. Dicono che la mia canzone sia semplice. Vero!!! Le cose più semplici arrivano dal cuore. Dare voce alla mia anima è una sensazione talmente forte che l’emozione esplode in mille colori e atmosfere. La mia canzone, più che altro, è un augurio. L’augurio, rivolto davvero a tutti, di trovare la propria stella. Perché ognuno la merita, in fondo».