Romantico cantante e compositore, Gianni Togni ha iniziato la sua carriera come supporter dei Pooh, fino a raggiungere il grande successo nel 1980 con la canzone Luna. Dopo diversi dischi e famosi musical, il cantautore romano esce ora con Futuro Improvviso, una raccolta di dieci brani inediti registrati completamente in analogico.
Da cosa si lascia ispirare per comporre?
Mi metto al piano o alla chitarra e comincio ad avere un’idea, piuttosto che una canzone per un album intero. Poi compongo in inglese e adatto i testi al suono di questa lingua. L’ispirazione è quella di un muro bianco: non credo a chi dice di ispirarsi guardando il mare o il paesaggio. A me tutto questo distrae, perché vita e composizione sono due cose diverse. Nella mia mente ci sono certe immagini: l’ispirazione, per me, è ciò che gli altri non vedono.
Cosa ricorda degli episodi OFF degli inizi della sua carriera?
Ci sono stati tanti episodi OFF, perché il mio non è un mestiere, è un modo di vivere. Durante il tour in Canada con i Pooh avevo una camera singola e gli altri, per non dare fastidio ai compagni di stanza, venivano a giocare a poker da me: volevo dormire, ma essendo il più piccolo dovevo soccombere!
Il 20 settembre è uscito il suo ultimo disco, Futuro Improvviso. Perché questo titolo?
Mi stavano accadendo tante cose che rimandavano qualsiasi programma. Questo mi ha fatto capire che il futuro è improvviso. Accade anche nella società : chi se lo sarebbe aspettato, in agosto, un nuovo governo? È tutto improvviso! E così è la nostra vita: ci mette spesso nella condizione di cambiare strada. Ma prendere strade alternative può condurci a cose che non avremmo mai immaginato.
Il suo album è basato infatti sulla positività . Oggi siamo più pessimisti?
Purtroppo molti non amano la felicità degli altri e questo mi spaventa. Mi auguro che non vinca l’oscurantismo culturale. Non vorrei tornare ad un medioevo moderno. Sarebbe terribile! Poi bisogna guardare con speranza anche ai giovani che hanno voglia di rimboccarsi le maniche. Questa società li ha allevati con il mito della vittoria, ma la sconfitta serve: io ho avuto tante porte sbattute in faccia, però questo mi ha rafforzato.
Anche a Sanremo ha ricevuto una porta in faccia…
C’è stato un momento in cu la CGD voleva che andassi a Sanremo, ma per fortuna Pippo Baudo mi scartò! Ogni volta che lo incontro lo bacio e lo abbraccio e gli dico: mi hai fatto uno dei più grandi favori della mia vita! Non volevo proprio andarci, a Sanremo!
E chi altri vorrebbe ringraziare?
I Pooh: mi hanno insegnato tanto. Poi Giancarlo Lucariello, il mio primo produttore. E infine Massimo Ranieri: nel 1996, quando mi presentai con il musical sinfonico Hollywood, ritratto di un divo, lo incontrai e gli piacque molto. Grazie a lui lo spettacolo ebbe un grande successo, tanto da essere rimasto nella storia del teatro.