Ada Munari, concerto per pittura e orchestra

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"Oltre il concerto", la mostra di Ada Munari alla Galleria Arianna Sartori di Mantova, fino al 12 settembre
La buca

Oltre il concerto non significa indagare soltanto il piano musicale, ma anche quello della natura. Non è forse vero che anche in questa infatti si nasconde una variegata sinfonia di suoni? Sembra pensarla così l’artista Ada Munari, protagonista della mostra Oltre il concerto, presso la Galleria Arianna Sartori di Mantova (a cura della stessa direttrice della galleria), visitabile fino al 12 settembre.

In questo contesto la Munari, che torna alla pittura dopo anni di assenza, ci rende nota la sua capacità tecnica e coloristica, contraddistinta da ampie pennellate e delicate sfumature cromatiche, nascondendo in parte quel soggetto che emerge dalla tela con intenso impatto visivo.

Prendiamo per esempio il lavoro Buca, in cui la pittrice realizza quello spazio in cui viene disposta l’orchestra all’interno di un teatro. Troviamo i leggii, i musicisti, gli strumenti, il tutto investito da quel caldo marrone tipico dell’edificio teatrale. È questa la cromia preminente, che sovrasta il nero delle vesti delle persone, entrando in connubio con il bianco degli spartiti e con delle astratte fascette azzurre, che rendono il tutto mistico, come a volerci condurre nella ieratica atmosfera wagneriana – la buca orchestrale fu sua invenzione.

"Oltre il concerto", la mostra di Ada Munari alla Galleria Arianna Sartori di Mantova, fino al 12 settembre
Violinista

Vi è poi un’altra opera dedicata alla musica, che è La violinista, ma visto che si va “oltre il concerto” sono anche altri i soggetti rappresentati, di origine naturale, tra i quali troviamo per esempio L’uomo in bicicletta, dove all’interno di un paesaggio campestre contraddistinto da diverse tonalità di verde e di giallo si osserva arrivare dal sentiero un individuo su un velocipede.

"Oltre il concerto", la mostra di Ada Munari alla Galleria Arianna Sartori di Mantova, fino al 12 settembre
Uomo in bicicletta

Il tutto dipinto attraverso lo stile del quale abbiamo già parlato della Munari, caratterizzato da grosse pennellate e che ci riporta in qualche modo alle scuole impressionista e macchiaiola. Sullo stesso piano sta Iris, dove viene dipinto questo bellissimo fiore dalla numerose sfaccettature e dalle innumerevoli cromie ed è per questo che tra i fasci d’erba emergono petali colorati di tanti pigmenti: dal giallo al blu, dal viola al rosso.

Il “concerto” rappresentato non è dunque solo quello musicale, ma anche quello che ha a che fare da vicino con l’ambiente bucolico, intriso di suoni, di colori, capace di donarci sensazioni estatiche, al pari del luogo teatrale.