Da anni è uno dei volti del mattino di Raiuno e una delle voci di punta di RDS. Claudio Guerrini, tra i conduttori più versatili dello spettacolo italiano, si racconta, con la schiettezza che lo ha sempre contraddistinto, a OFF.
Claudio, come stai trascorrendo l’estate?
È una stagione particolare questa. Tra radio, eventi da presentare e serate come deejay mi sto riposando pochissimo. Ma amo il mio lavoro, dunque non posso proprio lamentarmi.
A quali progetti ti stai dedicando?
Sto parlando con la RAI per capire se riuscirò a prendere parte anche quest’anno a “La prova del cuoco”, lo scorso anno mi sono divertito tanto ma è stata anche molto dura portare avanti dirette tv e radio ogni giorno. Mi dispiacerebbe dover fare una scelta, ma tutto non si può fare. Poi ci sono due progetti tv particolarmente interessanti che dovrei condurre, ma per ora non posso dire di più. E non per scaramanzia…
Come nasce la tua passione per il mondo dello spettacolo?
Da sempre, dall’infanzia potrei dire. Guardavo fin da bambino la tv con occhi critici, studiavo le mosse e il linguaggio dei presentatori, gli stacchi della regia, notavo tutto. E mi chiudevo nella mia cameretta cercando di emulare i miei idoli. È stata una inconsapevole ma importante gavetta.
Durante il tuo percorso professionale ti sei mai detto “Ma chi me lo ha fatto fare?”
No. In realtà me lo sono detto per un motivo opposto. Appena mi sono laureato in Giurisprudenza ho subito capito che non avrei mai fatto né l’avvocato né il magistrato, e ho pensato di aver buttato qualche anno della mia vita in studi inutili. Poi, però, ho capito che anche quel periodo è stato fondamentale per la mia crescita personale, e ringrazio ancora i miei genitori per avermi convinto a completare il percorso di studi.
Nei momenti più complicati, chi o cosa ti ha dato la forza per andare avanti?
La mia testardaggine, la mia passione, la mia voglia di comunicare in tutte le forme possibili, e la convinzione di avere un discreto talento e una buona professionalità. So bene che ci sono colleghi più bravi e competenti di me, ma ne vedo anche tanti non così straordinari. E mi sono sempre detto: ‘Perché io no?’…
Il luogo comune che proprio non sopporti del mondo dello spettacolo?
La superstizione. Ce n’è tanta in questo settore. Troppa. Non è che se vai in scena con una camicia viola farai flop. E poi tante altre assurde etichette affibbiate ingiustamente a tanti artisti. Alcuni ci hanno rimesso la vita, terribile. Per fortuna su questo abbiamo fatto passi avanti, era ora…
Il prossimo step della tua carriera che ti piacerebbe raggiungere?
La conduzione di un programma tutto mio. Finora ho sempre lavorato in tv come inviato o come presentatore in coppia. Vorrei mettermi alla prova in un format su misura per me e che mi consenta di giocare e improvvisare in libertà. Non è facile, lo so. Ma spero di avere almeno una chance. Il resto ce lo metterò io…
L’episodio OFF della tua carriera?
La prima puntata di un programma che ho condotto tempo fa su RAI5. Roma, Gianicolo. Per giorni si era lavorato per andare in onda all’aperto, era tutto pronto e perfetto. Poche ore prima scoppia uno dei temporali più impressionanti che abbia mai visto. Nel giro di un pomeriggio si smonta tutto e la sera alle 21 si va in onda dagli studi De Paolis, dopo aver inventato non so come una scenografia e aver rivoluzionato totalmente la scaletta dello spettacolo. L’unico che si è davvero divertito alla fine sono stato io, amo gli imprevisti e quella volta ho dato il meglio di me.