Valentina Persia: “Dal balletto al cabaret, il passo è breve..”

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Per il ciclo estivo #CULTOFF oggi vi proponiamo – per concludere la settimana – l’intervista alla comica Valentina Persia del nostro Tommaso Martinelli (Redazione).

Ogni venerdì, in prima serata su Canale 5, la stiamo vedendo nel programma di barzellette che anni fa la lanciò come attrice: “La sai l’ultima”. Valentina Persia, che per tutta l’estate girerà l’Italia con lo spettacolo “Spinga signora spinga” si confessa, con la sua irresistibile ironia, a OFF.

Valentina, dopo diciassette anni sei tornata nel cast del programma La sai l’ultima?. Che effetto ti fa?

Dopo diciassette anni è stato un graditissimo ed emozionante ritorno a casa. Dal mio debutto, ne è passata di acqua sotto i ponti, ma grazie anche alle repliche che in questi anni sono andate in onda su Mediaset Extra, per il pubblico è come se non ci fossimo mai lasciati.

Quali ricordi conservi di quella lunga avventura televisiva?

Guardare indietro è come lasciarsi travolgere da una valanga di meravigliose emozioni. In questa nuova edizione ho ritrovato Pippo Franco che è stato ospite di una puntata. Gli ho detto entusiasta:”Maestro, tu sei la storia di questo programma”. E lui, che mi ha sempre stimata tanto, mi ha risposto: ”Tu sei la geografia”. E poi come dimenticare il grande Gigi Sabani? Quando ascoltò una mia celebre barzelletta che ha per protagonisti tre zoppi, mi disse che avrebbe fatto la mia fortuna. Aveva ragione. Quella barzelletta è diventata il mio cavallo di battaglia e in questi venticinque anni di carriera è sempre stata la più richiesta.

Te lo ricordi il tuo primissimo provino per questa trasmissione?

Non potrei mai dimenticarlo. Era il 1994, mi provinò Gianna Tani (storica casting director di Mediaset, ndr). A un certo punto si avvicinò a lei per salutarla Pino Insegno. Avevo una minigonna e i tacchi alti. Prima di esibirmi sentii Insegno che disse alla Tani che ero solo una che voleva farsi vedere. Quando feci il mio pezzo, invece, balzarono entrambi sulla sedia e capirono che avevo stoffa. La Tani mi disse che non c’era bisogno nemmeno di un secondo provino e che ero già presa.

Fu una sorpresa per te?

Sì, perché ero andata lì giusto per far contento il mio maestro di recitazione che era convinto avessi delle brillanti doti comiche. Io, all’epoca, mi immaginavo attrice drammatica e impegnata. E invece…

Hai un passato anche da ballerina…

Ho studiato danza classica per la bellezza di ventiquattro anni. Il mio insegnante all’accademia fu il primo a dirmi che avrei avuto un futuro da comica. Durante le pause dalle prove, tra scherzi e risate cercavo di alleggerire il clima così austero che si respirava in accademia. Anche in quel caso, lì per lì, di fronte alle sue parole, ci rimasi male, visto che sognavo di fare l’etoile.

Lo studio della danza classica ti è stato comunque utile anche se poi hai scelto il mestiere di attrice?

Di quegli insegnamenti ho fatto tesoro e mi sono stati davvero utilissimi. Ho imparato la disciplina più rigorosa, il rispetto degli orari, i movimenti di scena, la memoria, oltre a un’attenta cura per aspetto estetico e abbigliamento.

Per concludere, ci racconteresti un episodio OFF della tua carriera?

Poco prima di uno spettacolo teatrale, una ballerina emozionantissima guardandomi mi disse: “merda”. Ecco, io non sapevo che quella parola lì, in gergo teatrale, corrispondesse al classico “in bocca al lupo”. 

E tu come hai reagito?

Le risposi immediatamente, piccata: “Ma merda sarai te!”.