Ieri era il compleanno di Alba Parietti. La conduttrice, modella, attrice e showgirl è nata il 2 luglio 1961 a Torino ed è una tra le personalità più discusse dello spettacolo italiano. La festeggiamo proponendovi questa intervista della nostra grintosa Antonella Grippo….(Redazione)
Lei è l’indizio più assertivo della “verità” di Aristotele: corpo e anima in perfetta indissolubilità. Anche se gli irriducibili cultori di Platone (ossessivamente attenti ai distinguo tra l’eterno e le frattaglie di questo mondo), più che l’anima non le perdonano quel corpo indomito e felino, «di cui amo essere ostaggio perché nasconde il più inamovibile dei calcinacci del mio inconscio: l’incompiuta maschietà».
La incontri e capisci subito che, forse, i tuoi pregiudizi titanici sulle donne potrebbero ingracilirsi. Alba Parietti spariglia, è l’inedito, persino quando pensi di supporLa, avendo consuetudine con le sue parole. Ti conduce in mare aperto.
Parietti, non dirmi che mediti di ormeggiare, altrimenti mi tocca riscrivere il prologo.
No, non medito di ormeggiare, anche perché detesto indulgere alla tentazione ipnotica della noia, che, come sai, avverso da sempre. La mia erranza in mare aperto continua. Del resto, non ho mai eluso la seduzione del rischio, che però oggi valuto sempre con estrema lucidità, considerandone ogni insidia. In amore, alla camomilla di uomini buoni ho sempre preferito l’adrenalina di quelli cattivi, inquieti, che, pur avendo arrecato “lividi all’anima”, mi hanno restituito traiettorie seducenti da esplorare. Ho giocato d’azzardo, tra onde tempestose. Ho attraversato passioni divoranti. Cosa vuoi, la materia oscura del sentimento… Ho l’indole omerica del viaggio tormentoso.
La stessa indole che non sopporta le prigioni semantiche del “politicamente corretto”? Ed in nome della quale, ad esempio, invece di proclamarti femminista, ti descrivi come “femmina libera”?
Tutto ciò che finisce in “ismo” non mi affascina. Mi suggerisce cose ferocemente ideologiche. Preferisco la forza del “femminile” declinato in modo non fondamentalistico. D’altro canto, sono cresciuta in una famiglia in cui i modelli maschili erano protettivi, ma non dispotici. Mio padre e mio nonno, dolcemente forti. Mia madre, invece, era controversa. Artista, forte nella sua fragilità. Non ho regolamenti di conti postumi con i maschi della mia infanzia. Non posso dire lo stesso degli uomini con i quali ho poi condiviso relazioni amorose tutt’altro che idilliache. In ogni caso, ho sempre preferito il dialogo alle dichiarazioni di guerra fra sessi. Anche se devo riconoscere che, ancora oggi, siamo distanti mille anni luce dalla parità tra generi. Penso alle molestie sessuali. Spesso, certa stampa, rispetto a chi è accusato di aver violato, in qualche modo, il corpo di una donna, mostra indulgenza, ricordandoci che il “malcapitato” ha famiglia e privacy che devono essere tutelate dall’assalto mediatico. Un occhio di riguardo, insomma. Penso al mondo del lavoro e delle opportunità in cui, da donna, non hai ancora diritto compiuto di cittadinanza. Insomma: la strada è tutta in salita. Tuttavia, non amo gli integralismi femministi.
Anche la tua bellezza è simbolicamente eversiva?
Sì, la mia bellezza non è mai stata rassicurante. Per molti uomini, destabilizzante e selvaggia. Non tradizionalmente sedante. Da Musa inanimata. Un oltraggio, insomma. Ora la ritrova in giovani donne e giovani uomini che “invidio”. Sia chiaro: la mia invidia non è da intendersi in senso classico. Uso il termine nell’accezione più sana e positiva: si tratta di ammirazione. Rapimento contemplativo. Puro gusto estetico.
Appare sempre più eretico il tuo rapporto con la sinistra, cosiddetta ortodossa, che hai spesso criticato. Diciamola tutta: Renzi non ti ha mai entusiasmata granché. O no?
La sinistra, la cui traccia resta nel mio Dna, è quella delle origini, attenta alla giustizia sociale, alla distribuzione equa della ricchezza, alle ragioni degli ultimi. Quella che avversa i privilegi. Non è un caso che Papa Francesco abbia coperto uno spazio pubblico, ormai disertato dalla politica, che evidenzia una sua oggettiva debolezza. La sinistra, nella sua versione di governo, ha smarrito potere di seduzione popolare e di persuasione. Lo dico spesso. Ecco perché Renzi, forse, non mi ama. Vedi, il mio rapporto con Berlusconi è stato sempre molto chiaro. Non ho mai votato per lui. Proprio per la leale contrarietà che ho espresso nei confronti della sua politica, posso contare sulla sua stima. In ogni caso, resto anarchica: non m’intruppo. Solo così sei credibile come professionista. Non chiedo la protezione o il patrocinio di chi comanda.
Stai dicendo che Berlusconi è meglio di Renzi?
No, dico che non sono salita sul carro di Renzi quando tutti erano a bordo anche per interesse. Avrei potuto essere anch’io della partita, nessuno l’avrebbe trovato strano, stante la mia biografia politica di sinistra. Invece, non ho rinunciato al mio spirito critico. In sintesi: l’affollamento che ogni volta si crea nei dintorni del potere non mi piace. Nella stanza di chi non vince c’è sempre più spazio. Si sta da Dio. Non condivido la teoria di Vespa secondo cui la Rai è naturalmente e fisiologicamente contigua al potere. Mi chiamo fuori. Costi quel che costi. Sono una vincente sul carro dei perdenti.
Ho capito che l’obbedienza cortigiana non è il tuo forte. Per questo non hai un programma in tv? A proposito di televisione, non dirmi che non ti piacerebbe essere travolta dal fiotto popolare del Grande Fratello!
Mi hanno chiesto più volte di essere protagonista del Grande Fratello. Ho sempre rifiutato. E non perché nutra pregiudizi rispetto a questo tipo di programma, che, proprio grazie alle sue caratteristiche, spesso invise ai radical-chic, raggiunge e convince milioni di telespettatori. Non entrerei mai nella Casa per un’altra ragione. Sono incapace di travalicare il limite che tutela la mia dignità. L’intimità delle mie liturgìe quotidiane. Lo sguardo del pubblico non deve inoltrarsi in tutti gli anfratti della mia vita. Detto ciò, rispetto chi sceglie di partecipare al Grande Fratello, che, dietro le fattezze del format trash, riesce a veicolare anche qualche idea sana. La tv non deve evangelizzare le masse, attraverso un’operazione verticale e spocchiosa. Inutilmente aristocratica. C’è spazio per linguaggi diversi tra loro. La tv è speculare alla vita. E la vita non è un cenacolo permanente di filosofi. La vita gronda di sentimenti veri, di bruttezze, insulti, conflitti. Nasconderli significa censurare la vita. Quanto all’eventualità di un mio programma in tv, ti dico che non lo farei mai in modo da ossequiare la linea del potente di turno.
Con Dio hai risolto?
Ho una visione laica del rapporto con Dio. E non potrebbe essere altrimenti. Sono certa che, dopo la morte, mi trasformerò in energia pura che viaggerà lungo l’universo. In ininterrotta erranza. Così come ho vissuto.
Secondo me potrebbe darsi alla pasticceria: “I dolcetti di nonna Alba” suona bene. Anche per l’assonanza con il noto vino.
Ma questa Parietti, che dice di essere acculturata e poi la si vede solo in posizioni lascive, proprie da zoccola…
Il titolo è disonesto e bugiardo : “non lo faccio più…” E poi non si dice da quando non lo fa più
Wow che linguaggio aulico, strano che la Parietti parli così….credo che sia più farina della giornalista che della stessa signora.
in effetti non c’è nulla di peggio che non riuscire a distinguere l’intervistato dall’intervistatore. Questo non è un dialogo, bensì una “presunzione di stile” da parte della giornalista. Personalmente lo trovo fastidioso. La Parietti sa esprimersi bene con le proprie parole, trovo inutile infarcire le sue risposte con l’eloquio di chi mette per iscritto il suo pensiero
la vecchietta si sta riposizionando!
Coscia lunga? ma l’avete vista da vicino? E’ un a tappa!
dove c’ è lei l’ odiens va giù non sarà che è antipatica a molti ?
cosa vuol dire *distribuzione equa della ricchezza? che tu ricca dai a me una parte dei tuoi soldi??dato che sono povero??
può anche essere coscia lunga a 60 anni, ma arrappate!
Una provvidenziale performance egolalica; in audio e video, senza volerlo, m’ ero fatta tutt’altra idea. Se avessero chiesto a me, avrei balbettato, bofonchiato vergognosamente. Per mia fortuna, non mi fila nessuno.
Che cosa può pensare un commentatore al quale hanno depennato una brevissima nota – già pubblicata e letta – ben ristretta in due sole righe e senza sbavature nell’ insulto o nella volgarità? A me è accaduto. Giusto replicare? Non ne sono certo. Di fronte all’ arrogante rozzezza di una siffatta gestione dello spazio-commenti, il dignitoso riserbo è d’ obbligo, Ne prendo atto.
è arrivato il tuo turno nonna resta a casa con le figure che hai fatto ballando sotto le stelle sei finita..
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