Povia: “Combatto, vendo il disco e..mi pago la multa!”

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Povia: "Combatto, vendo il disco e..mi pago la multa!"
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Ne sarete a conoscenza tutti: Giuseppe Povia ha chiesto ai suoi fans un aiuto per pagare una multa di 400 euro, strascico di un vecchio contenzioso che ora è tornato e batte cassa. A “Un giorno da pecora” su Rai Radio 1 l’altro giorno ha detto: “Combatto, vendo il disco e mi pago la multa. E qualcuno l’album me l’ha comprato”. Poi il discorso vira sulle recenti elezioni europee: “Io non ho votato e non andrò a votare finché non ci sarà una forza politica che abbia seriamente in programma l’uscita con dall’euro. Uno Stato che non controlla la moneta è come un uomo senza pene o una radio senza trasmettitore“. Indubbiamente senza filtri il Nostro. Che in questa intervista  ci racconta come è nato il suo canto di libertà …(Redazione)

E’ uno dei cantautori più discussi e nello stesso tempo interessanti dell’intero panorama musicale italiano e come ogni artista che decide di essere se stesso, senza filtri, viaggia contromano e controvento senza preoccuparsi delle critiche, il più delle volte eccessive, sulla sua libertà, termine e valore che ama tantissimo. Giuseppe Povia nasce a Milano, la sua è la storia di un uomo che è riuscito a raggiungere l’apice (vincitore della 56  Edizione del Festival di Sanremo con la canzone Vorrei avere il becco) ma ha deciso di non omologarsi al sistema e di andare avanti verso il suo unico obiettivo: cantare in libertà i propri pensieri. Si autoproduce e non ha vincoli con nessuno. Lo abbiamo intervistato per conoscerlo meglio.

Com’è scattata la molla della svolta? Quando ha deciso di voler cantare in libertà e autoprodursi?

Sono sempre stato libero, per questo ho problemi. Mi appassionano la politica economica e il sociale. Traduco tutto in musica e questo probabilmente piace poco o forse arrivo furbetto. Ma i furbi non sono quelli che non prendono posizione o si schierano con i più forti?.

Dopo la vittoria del festival di Sanremo e tutti gli altri riconoscimenti ricevuti, la sua carriera avrebbe potuto prendere una svolta diversa; perché Povia è considerato scomodo?

Forse perché alcune mie canzoni possono accendere grossi dibattiti su temi non troppo chiari alla gente tipo il deficit? Ricevo ancora riconoscimenti da chi acquista il mio disco autoprodotto.

Conoscenza, cultura, curiosità, emozioni, quanto sono importanti questi quattro termini per fare musica e scrivere canzoni?

Sono alla base di tutto. Studio ciò che mi appassiona e lo metto in musica. Chi non è curioso è morto.

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Immigrazione, razzismo, economia, lobby farmaceutiche, teoria gender, utero in affitto, finanza e poteri forti sono i temi più scottanti che lei affronta attraverso la scrittura… politicamente è accostato alla destra; realmente, però, in quale partito politico si riconosce? E di conseguenza come vede la realtà politica italiana e quello che sta succedendo dopo il 4 marzo?

Documento tutto ciò che canto, altrimenti non affronterei i temi. Il paradosso è che difendo ciò che un tempo difendevano le sinistre, specie quelle estreme. La libertà, le regole, i principi, i valori, la famiglia naturale, i bambini. Per me il politico più intelligente degli ultimi 60 anni è stato Craxi e oggi il vero assassino delle elezioni è la legge elettorale. So che non si può più dire ma uno Stato senza la sua moneta è come un uomo senza pisello quindi se non si esce dall’euro, e il modo c’è, ogni tema affrontato dai partiti è solo togliere da una parte per mettere dall’altra. Resta sempre un buco.

Lei parla di libertà e democrazia: perché allora ad attaccarla sono proprio quelle associazioni che inneggiano alla libertà e alla democrazia?

Perché, come diceva anche Pasolini, questo antifascismo rabbioso a fascismo finito è solo un modo per vincolare il dissenso spingendo le masse a litigare, mentre il liberismo spietato logora la società già moribonda.

Cosa pensa dei talent, in cui i ragazzi ripongono tutte le loro speranze e i lori sogni? Che consiglio vorrebbe dare a un ragazzo che ama far musica e sogna di fare il cantante?

I talent sono un modo come un altro per riuscire a entrare da qualche parte. Ai ragazzi dico innanzitutto di non pesare sulle spalle dei genitori e poi di fare gli artisti di strada per capire e cercare di trasformare l’indifferenza della gente in curiosità. Io per esempio vendo il mio disco via mail.

Secondo lei qual è la soluzione alla questione meridionale?

La prima risposta sarebbe la divisione tra regioni ognuna con la sua autonomia e, quando non bastano le risorse, interviene lo Stato centrale per esempio per ricostruire i paesi terremotati. Insomma un po’ come gli USA. Non lontano da questo punto di vista, c’è un progetto molto valido di Paolo Pagliaro, che si ispira al modello elvetico, al Federalismo di Carlo Cattaneo, e ha commissionato uno studio alla Società Geografica Italiana per il riordino territoriale, progetto molto interessante che prevede la cancellazione di tutti gli enti inutili e delle vecchie regioni, e la ricollocazione in 31 nuove regioni. Certo che se non recuperiamo la moneta, tutto diventa difficile da realizzare ma l’idea è innovativa. Questa Unione Europea che da una parte ti da’ e dall’altra ti toglie, non ci inganna più. Sulla TAP non sono molto preparato ma si può discutere di certo sul dove farlo. L’Unione Europea non vuole dipendere dalla Russia. Io non vorrei più l’UE, non è l’Europa dei popoli che ho sempre sognato.

C’è un lato poco conosciuto di lei, ed è quello di padre e marito: Teresa, Amelia ed Emma, come hanno cambiato la sua vita?

Se non avessi avuto loro, non so come sarei ora. Comunque sempre un po’ sbandato lo sono ancora, dai…

Facciamo un esercizio semplice, Povia come racconta chi è Povia?

Povia è un osservautore musicale che difende e mantiene alta la tradizione e la tradizione è sempre femmina.

Quali libri ama leggere? E quanto studia sugli argomenti che poi decide d trattare?

Huxley, Chesterton, Terzani, Fallaci, Arendt ma anche Coelho, Topolino, La Bibbia, le storie d’amore e i gialli.

L’Italia, (ex) patria di santi, poeti e navigatori: e ora come la vede? Cosa fare per difendere l’identità di una nazione che rischia di essere risucchiata dal vortice della globalizzazione?

I santi vengono coperti per non discriminare i musulmani. I poeti sono gli italiani che amano questa terra e i navigatori sono quelli costretti ad abbassare gli stipendi dei loro dipendenti per competere con l’estero. Questo è il quadro di una nazione che si sta avviando verso il deserto industriale. Lo so che sono ripetitivo ma ormai anche la letteratura scientifica lo dice: il problema è l’euro e la soluzione è uscirne prima di essere saccheggiati del tutto.

Concludiamo quest’intervista con una nostra domanda classica: qual è l’episodio OFF del percorso di vita professionale e/o umana?

Bonolis, prima che cantassi I bambini fanno oh nel 2005, spostò la scaletta…mi era preso un attacco di ansia e dovevo andare in bagno. Ho rischiato di non fare successo. Ho rischiato un OFF, appunto..

1 commento

  1. Vabbè, rapportati ai politiconi odierno, anche Cirino Pomicino pare un gigante.

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