Milena Vukotic: “Quella cena con Villaggio e Fellini..”

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Milena Vukotic: “Quella cena con Villaggio e Fellini..”
Milena Vukotic - Instagram

Oggi è il compleanno di una bravissima e popolarissima attrice, Milena Vukotic (Roma, 23 aprile 1935). L’attrice ha esordito nel mondo del cinema nel 1960 con il “Sicario” di Damiano Damiani. Poi le numerose commedie degli anni sessanta, assieme a film d’autore dei più prestigiosi registi. Da Risi, Fellini a Scola e Zeffirelli. Nel 2007, il Ciak d’oro alla carriera. Festeggiamo i suoi 84 anni presentandovi questa bella intervista del nostro Giovanni Terzi (Redazione).


La grazia, l’eleganza e la gentilezza accompagnano ogni gesto e parola di Milena Vukotic, attrice di cinema e di teatro che incontro quest’estate insieme alla mia amica Francesca Fabbri Fellini, erede e nipote del maestro, durante la manifestazione Estate con Fellini, organizzata dall’amministrazione di Desenzano del Garda e dal suo assessore Francesca Cerini.

Milena, quali sono stati i tuoi primi passi nel mondo dell’arte?

Ho iniziato come ballerina. Esordi un po’ anomali, perché nasco figlia di artisti: mia mamma era una pianista compositrice e papà un autore teatrale. A nove anni ero molto magra e così ho iniziato a studiare danza a Londra. Volevo assomigliare a mia mamma, con cui ho avuto un legame assoluto e profondo di amore.

Quindi la danza è stata la prima forma d’arte per te?

Sì, anche se oltre alla danza studiavo teatro a Parigi, dove poi mi ero trasferita con la famiglia.

E la passione per il cinema?

Ho incontrato il cinema guardando La strada di Federico Fellini: fu in quell’occasione che qualcosa si è aperto in me. Ho sentito come dovesse avvenire se un cambiamento importante e ho subito desiderato incontrare il Maestro. Non ho mai avuto grandi parti nei film di Fellini, ma ho potuto assaporare quell’aria di magia visionaria.

Come avvenne l’incontro con Fellini?

Nel suo studio in via della Croce a Roma: avevo una lettera di presentazione che non usai mai perché ci fu subito grande sintonia e simpatia.

Un altro grande del cinema italiano con cui invece hai lavorato è Paolo Villaggio.

Paolo era un uomo misterioso e poco incline alla battuta. Quando mi scelse per il ruolo della Pina (sua moglie in Fantozzi, n.d.r.) mi disse «Non farti venire velleità femminili»: voleva farmi capire che eravamo attori, maschere prestate alla commedia umana.

Hai un ricordo particolare come moglie di Fantozzi?

Andai a casa sua e mi aprì la domestica, che disse a Maura (la moglie di Villaggio, n.d.r.) «Signora, c’è la moglie di suo marito».

Un ricordo con Fellini?

Sono stata la sua assistente per una settimana, sostituendo Liliana Betti, la sua segretaria. Un giorno entrò un gigante in ufficio, lo ricordo ancora, talmente alto che Fellini sembrava minuscolo.

Sei mai riuscita a riunire Fellini e Villaggio?

A tavola. Cucinai io delle fettuccine alle zucchine e una trota al forno. In realtà Federico voleva il pesce persico del lago di Pusiano, ma non lo trovai. Non sono una grande cuoca ma in quella occasione furono tutti contenti. La fantasia di Federico ci fece trascorrere la serata all’insegna del fantasma del pesce persico.

E con Giulietta Masina che rapporto avevi?

Un rapporto di grande tenerezza. Mi considerava come la sua sorellina. Ho un ricordo di una artista tanto grande quanto umile e piena di gentilezza d’animo. Pensi che a Milano si ritirava alla sera in albergo e si cucinava con un fornellino elettrico la sua pastina in brodo.

Adesso stai facendo ancora teatro?

Ho appena finito la terza recita di Autunno di fuoco, per la regia di Marcello Cutugno con Maximillian Nisi. Riprenderemo a novembre.

E il tuo sogno?

Tornare al cinema, un amore nato attraverso Fellini che non mi ha mai abbandonato.