Meravigliosa la nostra Italia, terra di bellezza e cultura, di beltà da raccontare, da illustrare, tutelare. Popolo forte e orgoglioso quello italiano che deve però riappropriarsi della propria identità, conoscerla, tutelarla, difenderla, perché non esiste futuro e non esiste meta se ci si dimentica del punto di partenza e di tutto quello che si è vissuto sul percorso.
L’Italia è lunga, variegata, ricca di tradizioni e culture diverse e distanti geograficamente ma che unite tra loro formano il segno distintivo della grande cultura italiana apprezzata in tutto il mondo. Occorre dunque valorizzare ogni singolo territorio per farlo crescere e per rafforzare l’identità nazionale, contro i tentativi di smembramento delle nostre tradizioni da parte della selvaggia globalizzazione, che cerca di azzerare tutto per andare verso una direzione sconosciuta, in un viaggio al buio che ha fallito svilendo quell’idea che senza confini l’uomo avrebbe vissuto meglio e producendo maggiori diseguaglianze.
I confini non sono muri, sono un valore. Le differenze sono una risorsa: le varie identità, le diverse peculiarità, le tradizioni locali, i prodotti tipici… questa è la vera ricchezza della nostra nazione! Tante piccole patrie identitarie per far ritornare grande l’Italia contro un appiattimento culturale.
Anche nella rinomata Puglia, terra bellissima, viviamo delle contraddizioni create e mai risolte dalla politica. Storicamente e geograficamente non esiste la Puglia ma le Puglie, una terra ricca di culture distanti anni luce tra loro ma che formano un grande bagaglio, di inestimabile valore. La scelta di una sola regione con un solo capoluogo, Bari, fu adottata assecondando un indirizzo politico che negli anni si è rivelato sbagliato.
Il Salento è diverso da Bari, da quella parte di Puglia che non collima nemmeno con la Daunia… storie diverse, radici diverse, che possono concatenarsi ma devono per forza mantenere le loro peculiarità, da non confondere o ingabbiare. Ecco perché bisogna salvaguardare, difendere, tutelare e rilanciare l’idea del riordino territoriale in base a quella che è la naturale identità di un territorio.
La parola che vogliamo evidenziare questo mese è Liberare. Liberare la cultura italiana dal regime di menzogne politicamente corrette, dalle soggezioni conformiste, dalla globalizzazione dei cervelli, dall’appiattimento culturale, liberare i nostri figli dalla zavorra dell’ipocrisia.
Guardiamo avanti guardandoci negli occhi.
Paolo Pagliaro
Responsabile territoriale
Puglia-Salento
Cultura Identità