Ridate la scorta a Nino Cento

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CC0 Creative Commons ph fsHH
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Ne ho conosciuti di quaquaraquà antimafia, in questi miei anni di ritorno in Calabria. Uomini, donne, tonache e grembiulini che concionano di legalità e lotta alla malavita, mentre ingrassano con sovvenzioni e benefit statali da bella vita che manco a Las Vegas. Un convegno all’anno, condito, anzi, unto di grandi nomi viscidi come capitoni della vigilia, qualche comunicato stampa, un posto in fila autorità in chiesa o a teatro, una pagina Facebook e un indirizzo di posta elettronica e l’antimafia è servita! Se, poi, sei stato anche parlamentare, hai fatto tombola per la vita. Scorte a gogò e protezione anche per i topi della cantina.

Di questi figuri, ne siamo pieni a soffocare. In mezzo a questo mare magnum (più magnum, in verità, che mare) di scaltri approfittatori autoreferenziali ed egocentrici, di tanto in tanto, trovi il buonuomo, il galantuomo. Ho dovuto contare sei anni dal mio rientro alla casa paterna, prima di conoscerne una, di queste perle rare. In verità, è un tipo strano. Sfrenato, incontrollabile perfino. Simpaticamente impertinente e rude come un cinghiale. Ma ha un cuore generoso, un animo nobile e generoso, una mente fervida e tanta onestà.

Si chiama Nino Cento, è un imprenditore che, con la propria testimonianza, ha mandato in galera un bel po’ di gente. Ha rischiato per sé, per la propria famiglia, per tutti noi. Lo Stato gli ha riconosciuto il diritto di essere difeso e tutelato, assegnandogli una giusta scorta. Lo Stato gliel’ha tolta. Mettendo a rischio la sua vita, che è quella della sua famiglia. E la nostra. Lo Stato ha perso.

Sì, lo Stato perde ogni volta che consegna un onesto alla paura, al pericolo, alla morte annunciata. Nino Cento sta trasformando uno spicchio d’Aspromonte da pascolo abusivo per vacche sacre arroganti e violente, in piantagione di mele, nocciole, frutti di bosco. Sta sostituendo sterpi e rovi con alberi e cespugli ricchi di frutta e lavoro per almeno una dozzina di padri di famiglia.

Veramente gli vogliamo rovinare la vita? Veramente vogliamo che nulla cambi? Che lo Stato perda?

#RidatelascortaaNinoCento

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