Non sono molti i pittori che si cimentano a lavorare sull’acciaio corten. Uno di loro è il milanese Alessandro Busci, non nuovo a personali sia sul territorio nazionale che europeo: ben trenta delle sue opere di grandi dimensioni saranno esposte durante la mostra Rust, presso la nuova sede di IMAGO Art Gallery di Lugano, dal prossimo 7 giugno al 6 novembre 2018 a cura di Angelo Crespi.
Alessandro Busci ci parla dell’uomo attraverso l’ambiente che lo circonda: luoghi dove, benché le persone non siano protagoniste direttamente, lo diventano indirettamente, perché, quando per esempio ammiriamo L’aereo blu e bianco, come non pensare che quel veicolo ospita al suo interno dei passeggeri?
La gamma cromatica è minima e funzionale, protesa alla tridimensionalità.
Caratteristiche che ravvisiamo nell’opera Docks, un porto industriale con lo sfondo della metropoli operosa, descritta nella moltitudine dei suoi palazzi e grattacieli. Anche in questo caso sono navi che si muovono, città che vivono, con il “fattore umano” che si fa preponderante, perché, anche se non è visibile, lo sentiamo con poderosa energia.
Vedo queste opere come una sorta di inno al Futurismo – certo, in questa sede meno eroico e più sentimentale, rispetto a quello promulgato da Marinetti, dove l’azione e la “violenza” predominavano, mentre qui si assiste a una forma di romantica speculazione. vedo un artista che parla dell’uomo tramite la città, i mezzi di trasporto, elogiando così l’essere umano attraverso la tecnologia, una tecnologia mai fine a se stessa, ma indispensabile per uno spostamento, per un ampliamento delle prospettive sul mondo.