
In arte si usa spesso parlare di “estro creativo”. Ma nel caso di Mirco Campioni, artista e tatuatore bolognese, possiamo anche parlare di sana follia. Oggetti della sua follia ricerca sono i suoi miti generazionali, quelli con cui è cresciuto, quelli che sono stati protagonisti dei suoi sogni.
La bambola cult degli anni Ottanta si fa “assassina”, il Goldrake “vitruviano”, Nightmare di Wes Craven, invece, da Super Mario Bros. il Gollum de Il Signore degli Anelli sfoggia la blusa da marinaio di Paperino, il Pinguino di Danny De Vito minimizzato a uno dei nani di Biancaneve, il Joker leggendario di Heath Ledger si traveste da Batman, Lord Voltemort di Harry Potter si mette in posa con la tutina da Superman.
«I “cattivi” alla base della loro malvagità – spiega Mirco Campioni – sono principalmente dei perdenti, il loro inizio e la loro storia è ciò che li rende tali. Ci vedo dell’ironia. Ed è stata proprio l’ironia a darmi l’input per la prima opera della serie Villans? dal titolo Mario Krueger, Il Freddy Krueger di Nightmare travestito da Super Mario, l’eroe idraulico di un videogioco degli anni 80. Mario Krueger è anche iconicamente l’opera “chiave” della mostra Mr.monsters».

Le contaminazioni pop messe in atto da Mirco Campioni non risparmiano campi ben più sacri e cerimoniosi. Così la Gioconda si fonde con la Wonder Woman del telefilm cult anni Settanta, la donna con l’ermellino assume le fattezze della sexy Catwoman di Michelle Pfeiffer, il David di Michelangelo indossa l’elmetto di Darth Vader di Star Wars, i quadri più famosi di Caravaggio diventano incredibilmente “pop”, la morte di Marat muta in quella di Yoda e quella del Cristo in quella di Superman.
Classe 1985, Mirco Campioni nasce a Bologna, segue gli studi artistici e inizia sin da giovanissimo a confrontarsi artisticamente tra concorsi e kermesse in giro per l’Italia.
Tatuatore di professione, con largo seguito anche sui social, quelle che realizza sulla pelle sono piccole opere d’arte, talvolta momento di ricerca, altre conclusione di un progetto, ma sempre strettamente collegate con la sua matrice artistica. Uno stile, il suo, che fonde l’iperrealismo proprio di maestri del Rinascimento e del Classicismo con la cultura Pop di Warhol o del fotografo Man Ray, muovendosi tra tele di piccole e grandi dimensioni e sculture simili ma mai uguali.
Ad accogliere le sue opere sarà il romano Atelier Montez, da venerdì 18 maggio, nell’esposizione intitolata Mr.monsters. Lo spazio è una fabbrica dell’arte contemporanea nata nel 2012 dalla riqualificazione di un relitto urbano fra la Riserva Naturale dell’Aniene e la periferia storica di Roma, Pietralata, realizzata su progetto dell’Artista Gio Montez, Giacomo Capogrossi e dell’Architetto Francesco Perri. In mostra ci saranno sculture e oli, con tantissimi villain da ammirare. Perché per lui, cresciuto pane e pop, tutto questo è un omaggio al Mirco che fu.

«Sono sempre stato attratto dal cinema in tutte le sue forme – aggiunge l’artista – in particolare da tutto ciò che ruota intorno alla pop culture anni 80, un filone non solo cinematografico che, oltre al genere horror ha creato vere e proprie icone di riferimento che mi hanno accompagnato sin dall’infanzia. I veri protagonisti di tutto questo, dal mio punto di vista sono sempre stati gli antagonisti: il male affascina di più ed è più facile essere sedotti da tutto ciò che è malvagio e mostruoso, da tutto ciò che opera nel lato oscuro».