Quei meravigliosi abbracci di Hello Goodbye nell’aeroporto della vita

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Una bella ragazza di ventidue anni aspetta il ritorno del suo amato fidanzato dopo venti giorni di lontananza forzata. Intanto, mentre un giovane africano, assieme ad un gruppo di medici di una missione umanitaria, è in procinto di salire sul’aereo per il ritorno a casa dopo l’intervento al cuore, un gruppo di giovani atlete felici sta per raggiungere il luogo dove si terranno i campionati di ginnastica. In un aeroporto le vite si intrecciano in un caleidoscopio di emozioni e sentimenti. La prima delle cinque puntate di Hello, Goodbye, format televisivo prodotto dalla “Due-B” di Luna Berlusconi, è andata in onda ieri su Real Time confermando un successo europeo straordinario. E’ la televisione verità, che però indaga con garbo e tatto. Condotto dal giornalista Pablo Trincia, la prima puntata di Hello, Goodbye ci vede protagonisti -e non spettatori passivi- di una magnifica “commedia umana” raccontata su note musicali che fanno dell’educazione narrativa la cifra stilistica del programma. Ognuno di noi si sente parte di un racconto, rievocando magari episodi della propria vita accaduti durante una partenza o attendendo l’arrivo di qualcuno. La semplicità nasconde in realtà uno sforzo produttivo non indifferente: il format non ha redazione nulla è predisposto. le storie nascono in aeroporto quasi per caso e vengono “condotte” con la sensibilità di Trincia e della capo autrice Alessandra Torre, mentre al regista Francesco Di Giorgio spetta il compito di cogliere l’”attimo fuggente”. Hello, Goodbye  è un programma in cui il “buona la prima” diventa paradigma del racconto stesso. D’altronde, anche  le emozioni non possono essere replicate e forse il successo del programma sta proprio in questa coerenza umana ed espressiva