Con questo album Angelo Iannelli ci dice che non è tardi per riprenderci i nostri sogni

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Angelo Iannelli«Era da un po’ di tempo che pensavo al tema dei sogni non realizzati, a quanto spesso noi decidiamo di non sognare più pur di vivere serenamente le nostre vite. Credo che questo sia un trucco, un trattamento sintomatico ma non curativo: i desideri prima o poi escono fuori». Una riflessione che Angelo Iannelli ha fatto diventare una canzone, Conserva i sogni, arrangiata da Alessandro Canini e Riccardo Corso e distribuita da Believe digital per Etichetta Mafi Srl Edizioni.

Cresciuto con i cantautori degli anni Settanta, da De Gregori a Bennato, da Rino Gaetano a Venditti, passando per Vecchioni, Dylan, Cohen, Cat Stevens, Iannelli dice di essersi scoperto cantautore quando ha capito di poter unire la sua facilità di scrittura con la passione per la musica. «Ma non basta un lampo di genialità o un verso che funziona bene con la melodia per avere successo» commenta. «Una bella canzone è il frutto di un lavoro che deve unire il talento creativo con una certa lucidità e razionalità».

Il suo è un percorso particolarissimo, che non ha seguito una sola strada. «A 19 anni sono partito per diventare militare. Ho fatto l’addestramento a Chieti, poi ho lavorato nel Ministero della Difesa, in seguito in un Reparto di artiglieria contraerea. Sono stato nell’Esercito italiano per ben cinque anni, quasi due dei quali nell’Accademia militare di Modena. Prima di prendere il grado di Ufficiale ho lasciato l’Accademia. Un anno dopo ho abbandonato definitivamente l’Esercito soprattutto per amore verso l’arte».

E l’arte non è intesa solo come musica. Angelo, che è anche docente di Lettere, all’attività di scrittura ha affiancato la recitazione: ha partecipato come attore a film, spettacoli teatrali e fiction televisive come Un medico in famiglia, Ris Roma 3, Squadra antimafia 5, L’onore e il rispetto.

Nel novembre del 2016 è uscito il suo primo romanzo, Bar Binario, dal quale ha tratto una sceneggiatura cinematografica e un dramma teatrale.

Nello stesso anno è uscito il suo primo album, Il Cannocchiale, dieci brani cantautorali, ma che talvolta abbracciano ribelli sonorità rock e che raccontano storie che spaziano dal sociale (Addio) all’amore (Canzone in terza persona), dall’amicizia (Non lo so) alla violenza (Mya). «Il cannocchiale è uno sguardo sul mondo, sulla nostra vita, sul futuro, sul cielo e oltre il cielo» racconta. «È lo strumento dall’occhio profondo che permette di mettere a fuoco le dieci storie raccontate nel disco e i vari personaggi che vengono presentati. È anche, e soprattutto, uno strumento per guardarsi dentro, ma sempre con la massima attenzione: nell’esplorazione si potrebbe scoprire che si è solo “un puntino in volo” in questo enorme Universo».

Ed ora quale nuova sfida attende il cantautore dalle molteplici vite professionali? «Ho nel cassetto un brano già prodotto, anche questo figlio della collaborazione con Alessandro Canini. E’ probabile che nei prossimi mesi gireremo il relativo videoclip. Poi vorrei produrre altri inediti: ne ho tanti, devo solo scegliere quali realizzare per primi».