Alice Viglioglia: “Quando a 7 anni scappai sul palco da mio padre”

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Alice_Viglioglia_FB_nNoi di OFF siamo contenti quando si lanciano volti nuovi: le due cantanti Alice Viglioglia e Chiara Capobianco sono le due giovani di talento che lavorano fianco a fianco nello spettacolo di Edoardo Sylos Labini, “Uno sbagliato”, in scena al Teatro Golden di Roma dal 24 ottobre al 19 novembre. (Redazione).

Alice Viglioglia è un’artista completa, che ha soltanto assecondato un destino già scritto. Oggi, a pochi giorni dal suo nuovo impegno teatrale, si racconta al Giornale Off.

Cantante ed attrice, ormai da anni impegnata nel cinema e nel teatro. Quando hai capito che il tuo destino sarebbe stato il mestiere d’artista?

Credo di non aver mai voluto fare altro nella vita. Non ho mai pensato di fare la veterinaria o l’astronauta, come capita a molti bambini. Ho sempre pensato che nella vita avrei fatto l’artista e ho lavorato perché questo sogno diventasse realtà. Vengo da una famiglia di artisti e probabilmente non potevo fare altro. La prima volta che sono salita su un palco, avevo sette anni, è successo durante uno spettacolo di mio padre: sono scappata dalla regia, dove c’era mia madre che faceva il fonico, sono corsa sul palco e mi sono messa a ballare. Da quel momento non sono più scesa.

È difficile definirti, basti pensare che il tuo 2017 si è aperto con un brano, Una donna vincente, di cui sei interprete, e sta per concludersi con un film, Non si può morire ballando, per la regia di Andrea Castoldi, che tra qualche mese sarà nelle sale. Nel mezzo, ancora musica e teatro. Ti va di raccontarmi di te?

Sono un’indecisa cronica, quindi non ho mai realmente scelto cosa fare nella vita. Ho cercato di mettere insieme tutte le mie passioni e di farne il mio mestiere. Canto da quando ero ancora una bambina. Negli anni, poi, ho approfondito lo studio della recitazione e della danza e ho scelto di non decidere cosa fare, ma di assecondare l’arte in tutte le sue sfaccettature.

In quale di tutte le attività che svolgi ti senti più a tuo agio?

Sicuramente il canto è l’attività che mi rende più libera, quando canto sono davvero me stessa e sfogo qualsiasi emozione.

ilgiornale off, emaniele beluffi, uno sbagliato, edoardo sylos labiniAccennavo prima al teatro. A tale proposito, vorrei parlare di Uno sbagliato, lo spettacolo di Edoardo Sylos Labini, che dal 24 ottobre sarà in scena a Roma, al Teatro Golden. Com’è iniziata la vostra collaborazione?

Lavoro con Edoardo da cinque anni, lui è stato il primo a credere in me e a darmi la possibilità di lavorare come professionista. Il mio debutto è avvenuto al suo fianco, in Gabriele D’Annunzio tra amori e battaglie, e da lì le nostre strade non si sono ancora divise. Ho lavorato con lui in diverse produzioni come attrice, ma anche nell’ambito della produzione. Uno sbagliato è il primo spettacolo di Edoardo dove mi esprimerò come cantante, sarà una bellissima esperienza.

Come racconteresti questo spettacolo a chi non l’ha ancora visto?

Si tratta del racconto di un uomo distrutto e confuso, che si rifugia in un pub e racconta la sua storia, le sue emozioni, le sue frustrazioni. Il tutto sarà accompagnato dalla musica e dalle voci delle due cantanti del locale, interpretate da me e Chiara Capobianco.

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Ma stai lavorando anche ad un altro progetto teatrale: si tratta del musical Dracula Opera Rock, che ti terrà impegnata nella prossima stagione. Me ne parli?

Sto collaborando con questa giovane compagnia toscana, i Bohemians. Questo spettacolo ha tirato fuori una parte di me che non pensavo di avere, una forza e una grinta che tenevo nascoste. Sicuramente merito delle bellissime musiche della PFM.

Non mancano le esperienze televisive, nel tuo curriculum. Tra queste, spicca certamente la tua partecipazione alla sesta edizione di X-Factor. Che esperienza è stata?

È stata un’esperienza difficile ma bellissima. I provini sono lunghi e sembra impossibile passare. Ho avuto la fortuna di condividere questa esperienza con le mie sei colleghe delle “brutte abitudini”, ci siamo divertite ed emozionate. Conserverò per sempre questa esperienza, questo è certo.

Vorrei concludere questa intervista parlando di sogni. Quanto è complicato far scontrare i sogni con la realtà?

Cerco di sognare sempre cose che possano avverarsi, quindi nel mio caso i sogni non si discostano troppo dalla realtà. Ammetto, però, di avere dei grandi sogni nel cassetto e credo ci si debba impegnare al massimo per renderli realtà.