Armiato: “Un sorriso al momento giusto mi cambiò il destino”

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armiatoElisabetta Armiato. Giá Prima Ballerina Interprete del Teatro alla Scala.35 anni sulla scena come Étoile della danza Italiana nel mondo.Punto di riferimento per nuovi metodi di apprendimento dell’arte della comunicazione,attraverso il gesto espresso in sintesi armonica ed estetica del corpo.

Oggi il suo impegno civile come Presidente di Pensare Oltre.

Ci può raccontare un episodio Off che ricorda i “primi passi” della sua carriera?

Ricordo bene la prova di esame finale di ammissione alla Scuola di ballo del Teatro alla Scala. Avevo 10 anni e il sogno impossibile di danzare,nel cassetto.Dopo aver eseguito alcuni semplici passi, direi “malino” con il terrore di una bimba che ha davanti la prova più significativa per il suo destino, il Direttore della Scuola di ballo John Field, mi chiamò al centro della sala alla fine di quella spaurita esecuzione. Mi guardò con attenzione e disse: “Vuoi farmi un Bel Sorriso?” timidamente lo accontentai. Dopo 20 anni, ormai stella della danza, ho saputo che quel giorno Field, si era battuto contro il parere negativo della commissione esaminatrice, ottenendo la mia ammissione al primo corso della scuola di Ballo, affermando: “quella bambina ha un sorriso che é una magia”. Quelle poche parole hanno cambiato il mio destino.

Una vita sulle punte su uno dei palcoscenici più importanti e nel mondo:l’étoile Armiato di ieri e l’attivista sociale di oggi,cosa é cambiato?

L’importante é a mio avviso, quello che è rimasto sempre immutato:lo Scopo.

Diffondere e alimentare un patrimonio estetico e d’ispirazione.

L’arte e’ uno strumento vitale di arricchimento individuale a cominciare dall’infanzia.

Se dovesse definire la società di oggi che stile di danza sarebbe? 

Un miscuglio di stili,contrapposti,a volte senza nessuna linea armonica che finisce per divenire una globalizzazione caotica di linguaggio,dove non emerge nessuna vera singola idea.Il potenziale di energia però,se ben incanalato,potrebbe generare effetti straordinari. 

Nel paese più colto del mondo abbiamo assistito alla chiusura di teatri e compagnie storiche, c’è forse una perdita didentità?

Gli artisti sono il faro di una civiltà,coloro che la ispirano,la elevano e creano nuovi modelli culturali.Nella società di oggi vi è un crollo dei valori culturali,umanistici,etici di una cultura.Questo deriva da ideologie materialiste e organiciste,in cui le Arti sono volontariamente svalutate, degenerate,annientate.La conseguenza è che i Teatri chiudono e la società decada.Se l’arte deve asservire interessi economici o politici,cultura e società muoiono.

Quali sono i criteri da adottare per tutelare il sistema del balletto in Italia?

Innanzi tutto l’affermazione primaria della qualità e della competenza.Le Produzioni di spettacoli eccellenti,avranno sempre,grande riconoscimento.

Gli appassionati,le tradizioni,i fans non muoiono per mancanza di amore per l’arte, ma per mancanza di una assoluta qualità ed eccellenza artistica,che motivi i successivi finanziamenti. 

Cosa consiglia alle giovani generazioni che sognano ancora la danza come vocazione?

La danza come tutte le arti è un fuoco interiore, è una necessità di vita ed é strumento di percorso intellettuale e umano.A volte le nuove generazioni, sono abbagliate dall’illusione di un facile successo,da trasmissioni che declinano l’Arte come momento di notorietà.

Questo non ha nulla a che vedere con una carriera fatta di anni di studio,dedizione eccellenza,competenza,nel proprio linguaggio d’arte.Se bastasse il fattore “x” per costruire una carriera trentennale,degna di palcoscenici internazionali,non si spiegherebbe perché i conservatori o le accademie come la scala impieghino sei, otto anni a diplomare giovani artisti che possano affrontare poi il difficile “mercato” internazionale della musica o del balletto.Abbiamo solo pochi grandi ballerini,sparsi come perle rare nel panorama della danza mondiale,e sono tutti usciti da una gavetta dura e dedicata sin dall’infanzia.

I prossimi appuntamenti di  “PENSARE oltre” e gli Obiettivi?

Quando all’apice della mia carriera artistica nel 2007 ho lasciato le scene,l’ho fatto perché ritenevo che i bambini di oggi,dovessero avere le stesse opportunità che abbiamo avuto noi.Quando ero piccola nonimage esisteva la moda dei”disturbi dell’apprendimento o del comportamento”.Io ero una bambina irrefrenabile e incontenibile,dicevano:“ha l’argento vivo addosso”,e quando non riuscivo in nessun modo a memorizzare le tabelline,facevo ripetizioni e ripetizioni di aritmetica.Avevo un’insegnante,non un terapeuta e un certificato di bambina discalculica e un tablet a fare i conti al posto mio.Ho imparato a contare,a passo di danza.I numeri hanno avuto finalmente un senso e un’applicazione per fare i passi a tempo,non erano più astrazione di simboli vuoti da memorizzare come la scuola li aveva proposti.Oggi sarei certamente etichettata come una bambina “Iperattiva e discalculica” non una diagnosi di disturbo,ma due.Al posto di una vita da protagonista avrei vissuto da zombi.L’obiettivo di PENSARE oltre è un cambiamento culturale,a partire da una scuola ripensata,attraverso la collaborazione delle famiglie fino ad arrivare ad una società davvero responsabile verso l’infanzia.Il 20/21 ottobre,a Palazzo Bovara di Milano si svolgerà l’evento culturale Internazionale dedicato a questa necessità vitale.Una Missione di giustizia e giustezza,sufficienti per decidere di scendere dal palcoscenico della danza e danzare nella vita,per tutti i bambini di oggi e uomini di domani.

www.pensareoltre.org