Il CIFA, Centro Italiano della Fotografia d’autore di Bibbiena (AR), ente nato per volontà della Fiaf, la storica Federazione Italiana Associazioni Fotografiche, presenta la mostra fotografica “Alla luce dei fatti”, che è terminata, con successo, da pochi giorni.
La mostra è una retrospettiva del lavoro di Mauro Galligani. Con oltre mille servizi realizzati in ogni parte del mondo, Galligani è uno dei fotogiornalisti più importanti del nostro dopoguerra e ha collaborato con alcune delle più importanti testate al mondo. Nelle 16 celle e nel corridoio del CIFA, la mostra si sviluppa per grandi temi, che suddivisi per aree geografiche, percorrono alcuni degli eventi politici, sociali e di costume che hanno fatto la storia tra gli anni’ 70 e i giorni nostri.
Mauro Galligani – formatosi alla Scuola di Cinematografia a Roma, dove lo studio del cinema neorealista lo forma all’importanza del racconto della realtà per immagini – ama definirsi un giornalista che usa l’immagine fotografica per esprimersi. “Pur essendoci fotografi straordinariamente bravi, i miei modelli di riferimento vengono dal giornalismo scritto. Ciò che voglio sottolineare è che non sono mai andato a fotografare le bellezze o i drammi del mondo per fare l’eroe o per vincere un premio fotografico. Ho sempre cercato di svolgere il mio lavoro cogliendo fotograficamente aspetti e particolari della realtà davanti a cui mi trovavo, per dare la possibilità al lettore di rendersi conto di ciò che stava accadendo.”
“La cosa che più ci colpisce di Galligani è l’attenzione che pone a ciò che gli sta attorno e la sua sensibilità nel capire le persone che gli stanno di fronte – afferma Claudio Pastrone, Direttore del CIFA – I suoi scatti, sempre magistralmente composti e mai artefatti, riescono a farci entrare nell’avvenimento e a trasmetterci l’informazione e l’emozione della presa diretta. Nei suoi servizi ogni immagine è significativa e serve a completare il racconto dell’evento fotografato”.
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Mauro Galligani - Bucarest, Romania, 1989. Nel cimitero di Ghenea l'esercito, passato dalla parte degli oppositori al regime, cerca tra le tombe gli agenti della Securitate.
Mauro Galligani - Bucarest, Romania, 1989. La fine di Ceausescu. In piazza della Repubblica, tre rivoltosi si riparano dal freddo: è l'alba del 24 dicembre. Nell'aria, l'odore della fine della battaglia, un odore uguale in ogni parte del mondo: polvere, fumo, stanchezza e la paura di non sapere cosa accadrà domani. Il giorno dopo, Nicolae ed Elena Ceausescu vengono arrestati, processati e condannati a morte. Buon Natale, Romania.
Mauro Galligani - Auschwitz, Polonia, 1979. Davanti al muro delle fucilazioni del campo di sterminio nazista, Papa Giovanni Paolo II rende omaggio alle vittime dell'Olocausto. Tutto è rimasto come allora. Filo spinato, torrette, capannoni, il simbolo della morte che intima l'alt. E nell'aria, le voci di quattro milioni di uomini.
Mauro Galligani - Managua, Nicaragua, 1987. La guerra tra sandinisti e contras ha contato 50.000 morti e migliaia di mutilati, saltati sulle mine. René Varga (al centro), 19 anni, militare di leva, ricoverato nell'ospedale della capitale, attende che siano costruite le protesi per poter di nuovo camminare.
Mauro Galligani - Mozambico, Gondola 1993 Da un elicottero si lanciano a terra due Alpini del Susa. Le pattuglie eliportate del gruppo AVES hanno svoltop un'intensa attività di supporto operativo e logistico durante tutta la missione.
Mauro Galligani - Beirut, Libano, 1978. Un fedayn in azione nel quartiere di Chia. La guerra civile è scoppiata nel 1974. Due anni dopo, l'intervento della Siria. Da allora l'OLP ha perso 4.500 dei 14.000 uomini di cui disponeva all'inizio del conflitto.
Mauro Galligani - Guatemala, 1982. Sul ciglio della Carrera panamericana, la grande arteria che collega il Nord e il Sud del Nuovo Continente, giace il cadavere di un uomo. Sono evidenti sul corpo i segni delle torture subite prima di essere assassinato e gettato seminudo, in estremo segno di spregio, sul ciglio della strada. Il macabro rituale porta la firma degli squadroni della morte, uno speciale corpo di "giustizieri" che agisce al di fuori di ogni legalità contro i simpatizzanti della sinistra: La Carrera è il palcoscenico macabro della guerra civile del Guatemala, ora interrotta da un attacco dei guerriglieri, ora rastrellata dall'esercito.
Mauro Galligani - Luxor, Egitto, 1989. Quasi una resurrezione. Durante i lavori di consolidamento nel cortile del tempio di Amenophis III, tornano alla luce dopo tremila anni le statue del re Horemheb, del dio Atum e della dea Hathor, sovrana dell'amore e della bellezza. Per recuperare i preziosi reperti, gli operai si immergono in apnea nel fango e lavorano con le mani e piccoli scandagli.
Mauro Galligani - N'djamena, Ciad, 1986. Donne e bambini in fila per la vaccinazione. Dopo 15 anni di guerra, il Ciad è uno dei paesi più poveri al mondo. Per rompere il cerchio di miseria l'Unicef ha promosso una campagna di profilassi contro le malattie infettive.
Mauro Galligani - Valona, Albania, 1992. L’avventura di nascere nella catastrofe. Nell'ospedale di Valona non ci sono più medicinali, nè anestetici e la corrente elettrica va e viene. Reparto di ostetricia: una donna ha appena avuto un bambino e altre due aspettano il loro turno. Eppure, c'è ancora chi ha la forza di un sorriso e, per un attimo, è felicità.
Mauro Galligani - Kabul, Afghanistan, 1979. Davanti al carcere di Pule Charkhi, i parenti dei detenuti politici sono in attesa della loro scarcerazione.
“Ho apprezzato, vedendo lavorare Galligani – scrive il giornalista Enrico Deaglio – cose che non sapevo. Che dietro una fotografia ci sono la pazienza di tornare anche dieci volte sullo stesso posto, la fiducia di chi viene fotografato e l’eleganza dei gesti del fotografo. L’ho visto stare fermo ad aspettare un avvenimento, sapendo che doveva succedere. Molte volte non succedeva, ma quando succedeva era una foto”
“I grandi fotografi – scrive il giornalista Giampaolo Pansa – sono sempre grandi narratori. E hanno un vantaggio rispetto a noi che parliamo attraverso la scrittura: il loro occhio vede e spiega con una sintesi, un’efficacia e una forza di verità che nessun giornalista, per bravo che sia, possiede. Mauro Galligani è un grande narratore di storie”.
Da giovedì 25 a domenica 28 maggio Mauro Galligani terrà, inoltre, un workshop al CIFA di Bibbiena dove cercherà di trasferire ai partecipanti la propria grande esperienza fotografica. Galligani sarà a disposizione di coloro che lo vorranno per raccontare gli oltre mille servizi che il fotogiornalista ha realizzato in tutto il mondo e per mettere a disposizione dei partecipanti le proprie competenze e conoscenze.
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Reportage fotografico eccellente. Un solo, piccolo appunto: la didascalia della foto che ritrae Giovanni Paolo II inginocchiato ad Auschwitz, Polonia, reca la data 1976 erronea in quanto Wojtyla salì al soglio di Pietro nel 1978.
Grazie per la segnalazione Giorgio. Avevamo già fatto presente ad un altro utente che si tratta di un refuso, non 1976 ma 1979. Correggiamo.
la foto del papa porta una dicitura errata. Giovanni Paolo II fu eletto il 16/10/1978, quindi non può essere che nel 1976 già indossava” l’abito bianco”
Grazie per la segnalazione. Sì, in effetti si tratta di un refuso: non 1976, ma 1979
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