Non essendoci per ora le immagini delle opere che parteciperanno a Grand Art, usiamo per illustrare questo articolo un dipinto di Vitali che raffigura Giovani Testori. Per due motivi: il primo che a Palazzo Reale si sta svolgendo una mostra su Vitali, una mostra epocale che prosegue alla Casa del Manzoni, al Castello Sforzesco e al Museo di Storia Naturale e che celebra uno dei più grandi pittori italiani viventi (classe 1929), dimenticato dalla critica e dal mercato; il secondo è che per omaggiare Vitali, il figlio Velasco anch’esso artista, che ha curato l’esposizione con amore, ha dovuto scomodare in catalogo un testo del 1984 dello scrittore e critico milanese. Una necessità ma anche una felice intuizione, poiché non ci mancano i pittori bensì gli storici dell’arte e i critici coraggiosi alla Testori, mentre imperversano i curator che non frequetano gli studi degli artisti e che nel nome del contemporaneo più hard disdegnano qualsiasi forma di pittura.
Eppure Vitali, essendo ancora vivo è certamente contemporaneo e la sua opera dimostra come l’arte/arte può ancora dire cose del mondo e della realtà.
Per l’esuberanza di coincidenze, c’è poi la figura di Velasco che insieme da altri quattro pittori, Pignatelli, Papetti, Petrus e Frangi fondò giusto venti anni fa l’Officina Milanese, un gruppo di artisti che in pieno delirio concettuale decisero di ricominciare a dipingere la figura e che oggi restano tra i grandi dell’arte italiana in quella generazione. Per chiudere il cerchio, Frangi, guarda caso, è il nipote di Testori.
L’idea dunque di aprire una nuova fiera di arte moderna e contemporanea a Milano, privilegiando la pittura non è peregrina se si pensa che la capitale lombarda nel Novecento oltre allo spazialismo e all’arte programmata ha dato i natali appunto al gruppo Novecento (il ritorno all’ordine dopo le avanguardie), ma prima anche al Futurismo. Cioè in soldoni, a Milano sono nate le avanguardie, le contro avanguardie, la pittura pittura, il realismo, poi le secondo avanguardie, l’informale, e poi di nuovo la pittura.
Grand Art va dunque a presidiare uno spazio lasciato libero da altre fiere, quello dell’arte meno concettuale, un settore in cui operano molte storiche gallerie, e il cui mercato è in crescita, dopo l’abbuffata minimalista, in cui agiscono collezionisti molto discreti, e comprano anche numerosi neofiti che preferiscono alla “merda d’artista” un quadro da appendersi in casa.
Gran Art è una nuova fiera dell’arte moderna e contemporanea, totalmente dedicata a quel perimetro della pittura, della scultura e delle arti applicate che mantiene uno stretto legame con le tecniche artistiche e con la poetica dei materiali; una fiera che accoglie un nucleo di gallerie italiane e internazionali, selezionate da un comitato promotore, composto da Bianca Cerrina Feroni, giornalista e critico, Martina Mazzotta, curatrice, Angelo Crespi, giornalista e critico, Stefano Zuffi, storico dell’arte, scelte basandosi su criteri in cui i valori del “saper fare” e la tensione verso soluzioni chiamino in causa la categoria di bellezza, da rintracciare nel presente.
___________________________
> GRANDART
MODERN & CONTEMPORARY FINE ART FAIR
MILANO – THE MALL
9 – 12 NOVEMBRE 2017