Caro Feltri, la vanità è davvero una brutta bestia. A Berlusconi non è bastato Alain Friedman che gli ha fatto perdere ore ed ore per un documentario orribile, ora ripete lo stesso errore accogliendo entusiasta il Premio Oscar Paolo Sorrentino che gli sta confezionando una polpetta avvelenata sulla sua vita privata. Di polpette avvelenate è un cuoco sopraffino e per questo non sono d’ accordo con te quando scrivi che non potrà rappresentarlo solo come un personaggio negativo. Di Andreotti, con Il Divo, ne ha tratteggiato una maschera sinistra, con la Grande Bellezza ha immortalato una Roma datata che non esiste più, mentre di Berlusconi ne farà un leader ridicolo ossessionato dal sesso. E non può essere diversamente anche perché, nonostante il battage mediatico, viene da due grandi flop, come The joung Pope e Youth, perciò ha bisogno di riprendersi il grande mercato usa e tentare di venderlo in decine di paesi.
E nell’ era di Trump chi meglio di Berlusconi può rappresentare una macchietta della commedia italiana per fare cassa?
E che l’ operazione sia questa è chiaro fin dal titolo del film: Loro. Come dire, “Loro” sono una cosa buffa da vedere dal buco della serratura con le loro debolezze, da contrapporre a “Noi” che siamo la classe eletta senza macchie né peccato, vero caro Scalfari? Del Berlusconi che ha cambiato il volto delle città, che ha inventato la televisione commerciale, modificando le serate degli italiani, non ci sarà nulla. Come rimarranno nello scorcio le decine di milioni di voti presi, le vittorie del Milan, le grandi intuizioni in politica estera, da Putin a Gheddafi.
Ed invece, con la complicità dell’ apparato di cronaca giudiziaria del Gruppo Repubblica-L’ Espresso, Sorrentino rappresenterà un Berlusconi folcloristico se non addirittura un degenerato. Usando come pochi la macchina da presa guiderà Toni Servillo, lo stesso che interpretò Andreotti ne Il Divo, nelle stanze da letto, nei bagni di Arcore, Porto Rotondo e Palazzo Grazioli. Così come per il Divo userà una tecnica micidiale e ben collaudata: farà dire al protagonista frasi che effettivamente ha detto o che sono state pronunciate dai suoi collaboratori. In maniera ossessiva verranno riportate espressioni come «la patonza deve girare» che lo stesso Berlusconi, intercettato, ha pronunciato in un momento di innocua goliardia telefonica, o quella infelice del suo avvocato di fiducia, Niccolò Ghedini, secondo cui era l’ utilizzatore finale delle ragazze che arrivavano a Villa Certosa. Per non parlare del famoso letto regalato da Putin o della votazione parlamentare sulla nipote di Mubarak.
Sin da oggi bisogna affermare che Loro è un’ operazione politica, tesa a demolire e a mettere alla berlina un uomo che ha fatto e continua a fare la storia d’ Italia. Sorrentino sta quindi seguendo lo stesso schema usato per abbattere l’ immagine di Andreotti. Allora, accompagnato da Giuseppe D’ Avanzo, inchiestista di Repubblica, andò a trovare molti amici di Andreotti, Paolo Cirino Pomicino in testa, per poi costruire una figura totalmente non aderente alla realtà. Totalmente inventata era l’ immagine di Andreotti che camminava solo di notte per le strade di Roma, assorto nei suoi pensieri, o quella dello stesso Pomicino che ballava scatenato nelle feste romane. Oggi, dopo aver già parlato a lungo con Veronica Lario, Sorrentino ed i suoi “complici” sono alla caccia di tutte quelle Olgettine in cerca di rivincita e pronte a tutto pur di dare un riscontro pruriginoso. E ricordo bene lo sconcerto di Andreotti quando tornò in Senato dopo aver assistito all’ anteprima del film, accompagnato dal suo amico critico cinematografico Gian Luigi Rondi.
Si limitò a dire che era una mascalzonata, ma capì subito che quella sarebbe stata l’ immagine di lui che le giovani generazioni avrebbero avuto e da allora, lentamente, il suo cervello iniziò a perdere qualche colpo. Berlusconi deve sapere che sarà così e non si illuda che appoggiando l’ operazione Loro di Sorrentino ne avrà benefici. Almeno non dia gli alibi a chi vuole riproporre il tormentone lungo sei mesi con le famose dieci domande di Repubblica sulla sua vita privata. E per una volta almeno nella vita non pensi di poter sempre piacere ed ammaliare tutti. Sorrentino lo lasci per la sua strada: a differenza di Fellini che costruiva i sogni, lui è capace solo di distruggerli.