Giorgio Marchesi: “Abituatevi alle donne al comando”

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IMG_3692Ogni giovedì, in prima serata su RaiUno, Giorgio Marchesi è il protagonista della fiction campione d’ascolti Sorelle con Anna Valle e Loretta Goggi. Quarantatreenne, nato a Bergamo, dopo un lungo periodo trascorso a Londra, poco più di dieci anni fa è tornato nel Bel Paese dove in breve tempo si è affermato come uno degli attori più richiesti. OFF lo ha incontrato alla presentazione di Sorelle.

Giorgio, a dirigerti nella fiction Sorelle è stata Cinzia TH Torrini…
Farsi dirigere da una donna così brava e professionale è stato davvero interessante. Mi ha stupito la sua passione e la sua sensibilità di fronte a questo progetto. Cinzia ha sempre le idee chiare su quello che vuole.

Che effetto ti ha fatto essere diretto da una donna?
Mi sono fidato completamente di lei e mi sono lasciato andare. Non è la prima volta che a dirigermi c’è una donna. All’estero ho frequentato luoghi di lavoro in cui al comando c’erano donne. Ed è un peccato che in Italia, molti, a questo, non si siano ancora abituati ma è bene che lo facciano.

Il tuo personaggio, Roberto, è un tipo piuttosto ambiguo: pensi di avere qualcosa in comune con lui?
In realtà Roberto non è il solo personaggio ambiguo di questa storia, anzi, lo sono un po’ tutti. Detto questo, in Roberto non potrei mai rispecchiarmi perché lui, contrariamente a me, è uno a cui non piace solo l’essenza ma anche l’apparenza. Nonostante ciò, Roberto non è un uomo del tutto negativo. E, come per ogni mio personaggio, anche questa volta mi ci sono affezionato.

C’è qualche personaggio, in particolare, che ti piacerebbe interpretare in futuro?
Sì, mi piacerebbe misurarmi con un ruolo
d’azione, magari un poliziotto operativo. Anche se, in realtà, un ruolo simile a questo l’ho già interpretato, proprio di recente, per un film cinese.

Sei andato in Cina a girare un film?
In realtà, sono stati i cinesi a venire qui in Italia per girare il film. È stata un’esperienza molto interessante e spero proprio che lo trasmettano anche in Italia.

Cambiando argomento: è vero che la tua famiglia d’origine è composta da quasi tutti uomini?
Ebbene sì, vengo da una famiglia dove i maschi sono sempre stati in maggioranza. Mio padre ha avuto solo figli maschi, come del resto mio fratello e io.

Il futuro per i tuoi figli come lo vedi?
Sono un po’ preoccupato, lo ammetto. Ma non vorrei fare come gli over40 delle precedenti generazioni che si preoccupavano perennemente per il futuro dei più giovani. Certo, ci sono tante cose a cui è importante stare attenti, come la salvaguardia del nostro pianeta e l’equilibrio economico. L’unica cosa che, più che preoccuparmi, mi dispiace, riguarda la difficoltà che abbiamo noi adulti nell’indirizzare i più giovani. Perché il mondo, oggi come oggi, cambia talmente velocemente che è tutto nuovo anche per noi adulti. Una volta, per esempio, non era così e i più grandi potevano dare dei consigli concreti ai più piccoli. Oggi, invece, capita persino che i figli siano avanti rispetto ai genitori e tocca a questi ultimi aggiornarsi coi tempi.

Progetti futuri?
Dopo aver lavorato tanto anche a teatro, sono tornato sul set di una nuova fiction della Rai che s’intitola L’aquila – Grandi speranze, per la regia di Marco Risi. Si tratta di un’esperienza a cui tengo molto, ambientata nel 2010 è che narra le esperienze delle persone che hanno dovuto fare i conti con il terremoto. Una storia che ci vede tutti coinvolti, perché ciascuno di noi è vicino alle persone che hanno dovuto rialzarsi dopo una così grande tragedia. Si tratterà di un progetto delicato e contraddistinto da un profondo rispetto nei confronti di quello che è accaduto.