Un ideale e intenso filo d’inchiostro aureo che ricama e tiene insieme le parti dello spirito di trent’anni di politica calabrese. Si riannodano il nuovo, il vecchio, la ruggine del tempo nella politica che sta a sud del Sud dei diavoli. La Regione Calabria ha visto alternarsi alla guida uomini di destra, sinistra e centro, ha sognato e deluso, ha lasciato il disincanto in eredità ai calabresi. Il libro del giornalista e scrittore Attilio Sabato, Potere & Poteri. Il backstage della politica calabrese – edito da Pellegrini (pp. 216, euro 14,99) – è un’antologia, un volume ricco di retroscena, aneddoti, interviste ufficiose ed ufficiali, incalzante come la cronaca e affollato come lo sono di solito le campagne elettorali.
I segreti del potere svelati in un viaggio appassionante tra le strategie, gli attori diversi, le prime donne e alcune comparse. Sono loro ad aver costruito la Calabria di oggi. Il nastro delle cassette, materiale nostalgico di un’altra epoca della televisione consente all’autore – storico direttore della tv Ten e Consigliere nazionale dell’OdG – di ripercorrere attraverso immagini non sempre nitide, le stagioni che hanno scritto la storia di Terra Calabra. «Ho vissuto la nascita di Forza Italia, il ribaltone di Meduri, la sorpresa Chiaravalloti, il mestiere di Loiero, l’ambizione di Scopelliti e la scommessa di Oliverio. Ma anche la stagione dei Mancini, dei Misasi, dei Pujia e dei Principe».

Presidenti dell’Ente supremo calabrese e statisti di caratura nazionale, le cui vite si sono intrecciate nei corridoi stretti di prima e seconda Repubblica, in una Calabria al centro delle strategie politiche nazionali. Un libro fondamentale quello di Sabato perché racconta le macchinazioni della politica calabrese e, per riflesso, nazionale degli ultimi trent’anni. Ne viene fuori un quadro ampio, multi sfaccettato in cui la politica mostra la sua carne e la sua anima. Impensabili alcuni personaggi politici nelle loro movenze quotidiane, nelle loro cadenze dialettali, nei loro giochi di potere, negli ingranaggi, non sempre lineari e comprensibili, delle maglie politiche. Le pagine di Attilio Sabato sono intriganti, conducono il lettore nei meandri di una politica regionale camaleontica e anguillesca, a tratti claustrofobica e asfittica, che tenta di vivere e sopravvivere ad una terra, quale la Calabria, che trasforma tutto in una sorta di teatro delle parti e talvolta dell’assurdo. La penna del cronista, attento e di gran fiuto, entra in questa materia politica mutevole e la osserva attraverso la lente della telecamera riportando la storia custodita negli atti del palazzone regionale e negli archivi ormai inutilizzati di partiti che non ci sono più.