In seguito alle dichiarazioni di Silvio Berlusconi il centro destra italiano, da qualche tempo, si è aperto ad un confronto sul tema dei diritti degli omosessuali . Il dna di una destra liberale non risulta compatibile con discriminazioni basate sull’orientamento sessuale. Basta con gli stereotipi: essere omosessuali non è un tabù, e in fondo non lo è mai stato, anche a destra.
Tanto e vero che Il direttore de ilgiornaleoff.it, Edoardo Sylos Labini, aveva espresso in maniera molto chiara la sua posizione in merito con un editoriale di qualche mese fa, in risposta alla mail di un lettore.
“Caro direttore, le scrivo per ringraziarla dello spazio che il suo giornale ha dato al tema dell’omosessualità parlando del cantante Osvaldo Supino. Non mi aspettavo che Un amore in punta di piedi potesse essere lanciato da un giornale di destra. Lorenzo”
L’e-mail che mi è arrivata oggi da un lettore del nostro magazine mi spinge a fare una riflessione su una serie di pregiudizi e luoghi comuni che ruotano ancora intorno alle tematiche omosessuali. Vorrei subito rassicurare il nostro Lorenzo che, malgrado le mie idee peraltro mai nascoste, ilgiornaleoff.it non svolge nessuna attività politica diretta. O meglio, ne svolge una che ha un profondo e nobile senso politico: quella di presentare gli artisti italiani che nessuno racconta. E nel fare questo non chiede mai per chi vota alle elezioni o quali siano i gusti sessuali al cantante, al regista, al pittore che vuole riportare alla luce. Noi di OFF non lo facciamo ma purtroppo nell’ambiente artistico-culturale italiano in troppi ancora lo fanno. Sempre pronti ad isolare chi non è conforme al pensiero unico.
Così in questi tempi di bieche strumentalizzazioni anche le battaglie sui diritti civili sono state etichettate da clamorosi falsi storici. La libertà sessuale che il ‘68 si è intestata come rivoluzione del costume in realtà nasce ben prima: nel 1919 a Fiume sotto la Reggenza del Carnaro. Una pagina rivoluzionaria della nostra storia studiata molto poco, firmata da Gabriele d’Annunzio e dai suoi legionari, dai giovani arditi, dai reduci della prima guerra mondiale, la meglio gioventù, che nelle vie della Città di Vita, non si faceva certo nessun problema nel camminare mano nella mano. Non era l’omossessualità spettacolarizzata 80 anni dopo dai Gay Pride , non voleva essere l’etichetta ghettizzante della “diversità”. A Fiume non c’era Platinette ma Guido Keller, quello che scaricò un pitale di sterco su Montecitorio per intenderci, che accolse l’entrata trionfale del Vate in città con un mazzo di rose rosse. Se poi vogliamo tornare a quel ’68 così rivoluzionario non possiamo dimenticare con chi era schierato Pasolini negli storici scontri di Valle Giulia. Non si può non ricordare che il più grande poeta italiano del dopoguerra fu espulso dal Partito Comunista per indegnità morale. E se ancora vogliamo fare un salto temporale ed entrare nel mondo dello spettacolo sappiate che il primo vero en-travesti della scena italiana, Leopoldo Mastelloni o un grande regista e scrittore come Giuseppe Patroni Griffi che dipinse per primo, in modo straordinario, i femminielli dei Quartieri Spagnoli a Napoli, hanno da sempre mostrato simpatie per il simbolo di Forza Italia. Questo a dimostrazione che è sempre troppo facile cadere nella trappola della classificazione in categorie, appartenenze politiche, calcistiche o sessuali, che fanno comodo quando non si vuole andare a fondo nella conoscenza dell’essere umano.
Un caro amico, uno scrittore, un’artista che su questo sito cura una rubrica, Nino Spirlì, nel suo autobiografico “Diario di una vecchia checca” si definisce omosentimentale. Perché giustamente – dice – le vecchie checche come me sentono con gli strati più sottili, quelli nascosti agli sciocchi. Non hanno bisogno di tonache consacrate o di master universitari. Vedono col cuore dell’anima. E combattono, dal primo all’ultimo giorno della loro esistenza contro la bugia, l’ipocrisia, la menzogna. Il pregiudizio qualunque esso sia.
Allora caro Lorenzo sfatiamoli un po’ di tabù, smettiamola di farci impapocchiare dai falsi maestri e apriamo i nostri cuori. Facciamo outing, di sentimenti.
Quelli, quando ci si mette in gioco veramente, regalano le sorprese più belle ed inaspettate.
Da destra o da sinistra senza nessuna distinzione.
Voi confondete destra con liberale, così come quelli che vedevano il fascismo nell’anarchismo fiumano. Stendo poi un velo pietoso sugli spartani presunti omosessuali: vi ricordo solo che al massimo era consentito un rapporto allievo/maestro e non un amore fra adulti.
Non sarà forse un tentativo, il suo caro direttore, di crearsi delle simpatie tra la comunità gay?
Esprimo un punto di vista se poi questo mi crea delle simpatie non è certo una colpa, anzi. Ad esempio mi sto creando simpatie degli artisti italiani che nessuno vi racconta? Ben vengano. Siamo troppo abituati ad essere “contro” qualche cosa, ilgiornaleOFF.it è “per”.Per aiutare , per costruire una comunità che rilanci l’intrattenimento culturale nel nostro Paese.Accorrete simpatie ,accorrete!!
Due minuti di silenzio per i primi due che hanno commentato =.=” Siamo nel’ 2014 e ragionate ancora così??? Stiamo freschi…
Un gay DEVE essere di destra, in quanto, essendo, così come le puttane, l’unico uomo ‘antico’ rimasto in giro, esso rappresenta una testimonianza della permanenza delle tradizioni e della cultura. Se un gay non partecipa del trinomio omosessualità-cultura-tradizione e si limita ad agitarsi al Gay-pride, allora è solo un adolescente invecchiato e poco affidabile, banderuola delle ideologie!
Credo che questa barzelletta che le persone di destra siano contro l’omosessualità, sia da sfatare. Qualsiasi persona di “cultura” sa benissimo che gli omosessuali ci sono sempre stati, fin dalla notte dei tempi. Ci sono sempre stati e sono sempre stati rispettati. C’è anche un altro aspetto dell’omosessualità da sfatare, quello che gli omosessuali siano ” femminei”, che manchino di quella che, a volte, erroneamenente, si chiama “virilità” o “coraggio”. Non tutti sanno che il manipolo di Spartani che combattè fino alla morte alle Termopili contro gli invasori persiani erano una compagnia di omosessuali, cosa che nella Sparta di quei tempi lontani non era per niente strana. Così come, per andare all’attualità, è da sfatare il preconcetto che le persone di destra siano contro il riconoscimento dei diritti civili degli omosessuali. Quello cui le persone di destra sono contrari è il così detto “matrimonio” tra gay. Questo non è MAI stato riconosciuto da nessuno, nel corso dei secoli e dei millenni passati. Infatti una cosa è una libera unione, cosa ben diversa è il matrimonio che invece è appannaggio solo di una coppia costituita da un uomo ed una donna, perchè solo questa può generare dei figli e creare una famiglia. Diritti civili, sì, sono quasi indispensabili, ma il matrimonio è cosa ben diversa.
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