Oltre l’estetica. A Roma l’arte è aperta e il Paradiso Inclinato.

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AlbertoDiFabio_Pulverem_Reverertis_©Angelo_Jaroszuk_BogaszUno spazio di 24.000 metri quadrati, diventato il simbolo della riqualificazione urbana della Capitale. E una mostra collettiva che ha l’obiettivo di “liberare” l’Arte da schemi preconfezionati e renderla accessibile a tutti, gratuitamente. In una location che, non a caso, non è il solito polveroso museo.

Se le architetture di inizi ‘900 dell’ex Dogana Regia di Roma sposano un progetto creativo dal titolo “Roma Arte Aperta” con l’expo “Il Paradiso Inclinato”, l’intento di superare quella linea di confine prettamente estetica che avvolge il mondo artistico, assume un valore avanguardista. Che viaggia oltre i limiti del possibile e rivoluziona il linguaggio visivo dell’arte contemporanea mentre le opere sembrano “merci in transito” verso universi non ancora esplorati. In continua evoluzione.

Da maestri illustri come Vincenzo Agnetti, Franco Angeli, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Mario Ceroli, Gino De Dominicis, Nicola De Maria, Tano Festa, Giulio Paolini,Pizzi Cannella, Marco Tirelli, Michelangelo Pistoletto, l’esposizione curata da Luca Tomìo, e presentata da Achille Bonito Oliva, si sposta su artisti di nuova generazione come Alberto Di Fabio e Pietro Ruffo, Arcangelo Sassolino, Gea Casolaro, Luana Perilli,Rossella Fumasoni, fino ai più giovani Alberonero, Andreco, Gonzalo Borondo, Eracle Dartizio, Daniele De Carolis, Duskmann, Mariana Ferratto, Carlo Gasparini, Alessandro Giannì, Matteo Nasini, Leonardo Petrucci, Luigi Puxeddu, Sbagliato, Karine Sutyagina, Edoardo Tresoldi, Verònica Vàzquez.Tutti insieme per edificare il futuro in un grande contenitore creativo, composto da ambienti diversi in cui l’Arte si declina nelle sue mille sfaccettature: architetture spaziali, installazioni, sculture, tele pittoriche, visual art.

Alberonero_Variante80toni_©Angelo_Jaroszuk_Bogasz

Quarantasei le opere in mostra, di generi diversi ma in una commistione unica, in cui l’allestimento si adatta in modo magico al fascino grunge e underground della location. “Scultura sociale” la definisce il curatore Tomìo, guardando a Joseph Beuyes, in virtù di quella “curiosità verso i meccanismi del pensiero che sottendono ad un fare artistico che sta andando nella direzione dell’architettura sociale”. Un progetto, diretto da Eugenio Massaccesi, che si completa con eventi site specific grazie alle scelte musicali di Ex Dogana e LSWHR, laboratori cinematografici e didattici anche per i più piccoli, curati da esperti del settore e la presentazione del libro “Quando Roma era un paradiso” di Stefano Malatesta.

AlighieroBoetti_BisognaessereleggericomegliuccellienoncomelepiumeE poi, ad arricchire questa grande “opera d’arte”, le Residenze d’Artista, vere e proprie officine creative messe a disposizione degli artisti, che potranno dare libero sfogo al loro talento. Arte da mostrare al pubblico, anche nel momento della realizzazione dei lavori, perché le Residenze saranno visitabili, valorizzando così la figura stessa dell’artista, e riscoprendo la sublime e paradisiaca atmosfera di una Roma che, sembrava essersi perduta e che, invece, attraverso un grande gioco di squadra, è di nuovo scenografia ideale e luogo d’arte. Un’esposizione, aperta fino al 15 maggio, dedicata al grande Ettore Scola, che nella sua ultima intervista aveva dichiarato: “Mi aspetto che le nuove generazioni vadano avanti, non che guardino al passato”.