Icona del made in Italy, che ha messo eleganti idee in testa ad attori e star internazionali, il celebre cappello Borsalino è questa volta il protagonista indiscusso di un docufilm sul grande schermo, “Borsalino City”, presentato in anteprima mondiale durante lo scorso Torino Film Festival. In un tour di proiezioni-evento, la pellicola, diretta da Enrica Viola e prodotta da Simone Bachini, con la distribuzione dell’Istituto Luce-Cinecittà, da Alessandria in Piemonte, luogo in cui tutto ha avuto inizio con l’avventura industriale di Giuseppe Borsalino oltre 120 anni fa, è approdata lo scorso 21 aprile al Cinema Adriano di Roma, riscuotendo ampi consensi di critica e stampa. In attesa di volare in Europa, Asia e Stati Uniti.
Radicato nella memoria cinematografica italiana, e non solo, il Borsalino è molto di più di un semplice accessorio. E’ un oggetto cult che appartiene alla nostra storia e a cui registi del calibro di Federico Fellini hanno affidato il ruolo di coprotagonista in film d’autore come “8 ½ “ con il mitico Marcello Mastroianni, o ancora, spostandoci all’estero, in “Casablanca” di Michael Curtiz con Humphrey Bogart, fino ai gangster movie hollywoodiani.
E non c’è da stupirsi se noti fanatici e appassionati del cappello più famoso del mondo si siano disturbati a scrivere una lettera destinata a casa Borsalino, per richiedere il cappello indossato da Mastroianni nel capolavoro felliniano. “Caro Vittorio, sicuramente ti ricorderai di me, sono Robert Redford” recita l’incipit dello scritto in Inglese pervenuto all’erede della famiglia degli imprenditori piemontesi, con mittente il Premio Oscar americano. Per la regista Enrica Viola, il docufilm “Borsalino City”, realizzato con immagini d’archivio dell’atelier e dell’Istituto Luce, racconta uno spaccato realista del “capitalismo familiare che domina la vita della provincia di Alessandria per decenni” e la Borsalino, come ha dichiarato un’ex operaia “ha dato da mangiare a tutta la città”. Naturalmente, il ricordo va a Salvatore Ferragamo che, partendo dalla piccola Bonito in Irpinia, prima di arrivare a Firenze, era considerato in America il “calzolaio delle dive”, diventando, così come Giuseppe Borsalino, uno dei nomi simbolo dell’alto artigianato italiano nel mondo.
Il film esalta, attraverso ritratti fotografici, il processo creativo e produttivo che sta dietro la realizzazione del cappello, con una singolare raccolta delle testimonianze di coloro che hanno lavorato con umiltà e dignità in fabbrica. Celebrando con professionalità quel savoir faire tipicamente nostrano, fatto di eccellenza e qualità, che all’estero ci invidiano e che si chiama “made in Italy”. Da Alessandria a Hollywood, il viaggio ideale della pellicola sottende un percorso immaginario che conduce lo spettatore dalle atmosfere del mondo lavorativo al fascino e l’appeal racchiusi nell’universo celluloide degli States.
Borsalino, non solo un brand, ma un mito di “ieri, oggi, domani” che, fortunatamente, regala all’estero un’idea di “dolce vita” tutta italiana. E’ il caso di dirlo, chapeau!