Li vediamo tutti i giorni, ovunque, sulle facciate dei palazzi e delle (nostre) case, sui vagoni dei treni e della metropolitana, sui cartelli stradali, sui muri del centro e delle periferie: tag, graffiti, murales…. Ma è arte o vandalismo? E chi lo decide? Fino a dove arriva il diritto dei writers di esprimere la propria creatività e dove inizia quello dei cittadini di avere le proprie città pulite? Tra crociate anti-graffiti e i giudizi di critici d’arte, tra sentenze di tribunali e clamorosi casi di cronaca, un sociologo e una artista raccontano il difficile rapporto tra arte e potere, ieri e oggi, dalle pitture rupestri a Bansky, per farci leggere con occhio (e mente) diversa cosa davvero “comunicano” i segni che riempiono le nostre città: Alessandro Dal Lago e Serena Giordano, “Graffiti. Arte e ordine pubblico” (il Mulino)
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Io la vedo come violenza nei confronti della società civile. Infatti il graffito, anche quello definito “artistico”, è un atto di imposizione delle proprie opere, o presunte tali, in luoghi dove è impossibile non vederle.Se si vuole vedere o apprezzare un artista si va alla sua mostra o al museo, e quindi tutto il resto è vandalismo, prevaricazione e imbrattamento della proprietà altrui e come tale andrebbe punito, ancorpiù se ad essere imbrattati sono veri monumenti ed opere d’arte.
I musicisti di strada sono musicisti o no? Ne ho visti e sentiti di eccezionali che nell’uso dello strumento, non avevano nulla da invidiare da nessuno! Stessa cosa si può dire per i graffitari. Sono artisti veri e propri perchè per dipingere con i vari materiali che mette a disposizione l’industria chimica, devi avere dentro ciò che poi esternerai con l’atto di dipingere!
“Fino a dove arriva il diritto dei writers di esprimere la propria creatività e dove inizia quello dei cittadini di avere le proprie città pulite? ” Quale diritto, non hanno alcun diritto di imbrattare e deturpare proprietà private e luoghi pubblici, se vogliono lo facciano sulle pareti delle proprie abitazioni.Teppisti e basta.
…non è arte…mi dispiace contrariare Sgarbi ..e non voglio sentirmi dire che le vetture ferroviarie sono musei viaggianti o che sono come le Chiese del ‘400 dove dipingevano il Ghirlandaio o Raffaello….i graffiti sono l’esasperazione fumettistica che non dà piacere allo spirito culturale di ognuno è la degradazione dell’arte perchè non è arte…e soprattutto non è richiesta da nessuno ….
Se si evita di generalizzare non si riesce a distinguere ciò che può avere il valore di arte di strada da quello che è puro vandalismo. In genere può considerarsi arte ciò che viene prodotto da un solo individuo che si esprime con un suo stile inconfondibile. Come ad esempio le opere di Keith Haring. Arte pura al 100%. Si parla di vandalismo quando si tratta di scarabocchi chiamati “tag” fatti sui muri dai cosiddetti writers. Ragazzini che per emulazione creano uno scarabocchio personale e lo ripetono su tutti i muri della città. Piccoli vandali che si comportano come i cani che schizzano urina dove sentono l’odore di quella altri cani.
sono barbari, no artisti; in un paese civile non esiste questo vandalisimo
per questo: i turisti che visita l’italia sono del terzo mondo,
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