“Casaleggio? Persona onesta. Finanziò il mio libro”

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Di Battista

Alessandro Di Battista. Giovane, determinato, capace, il seguace di Beppe Grillo, certo che prima o poi “il Movimento 5 Stelle arriverà al Governo”, è un po’ lo chef, anzi, il ‘Che’ dei grillini, “un personaggio che ha combattuto per i suoi ideali fino al sacrificio supremo”. Quando Giampaolo Rossi, editorialista de il Giornale che ha dialogato con Di Battista gli ricorda che, insomma, il ‘Che’ Guevara non era certo un pacifista né un santino, massacrava e uccideva, il pentastellato glissa, dicendo che “il Movimento 5 Stelle nasce nel giorno in cui è nato San Francesco: io sono un pacifista assoluto e la sobrietà è uno dei cardini del Movimento”. 

Onorevole? No, onorato. “Il lessico della politica allontana i cittadini dai Palazzi. Io non mi sento un ‘onorevole’, sono onorato di essere stato eletto dai cittadini”.

Il papà missino. “Papà, piccolo imprenditore, è stato consigliere comunale di Civita Castellana per il Movimento Sociale Italiano; mia mamma ha sempre lavorato in casa, gratis. Sono fiero dei genitori che ho. Mio padre mi ha insegnato il valore dell’onestà. Prima ci ha uniti l’antiberlusconismo, adesso tutta la famiglia crede nel Movimento 5 Stelle”.

Il vestito della politica. A strisce. “Se devo pensare a un vestito per la politica italiana… beh, guardando al Pd romano direi che è un vestito a strisce bianche e nere”.

Dallo spumante a Duchamp. “Mi sono diplomato a Roma, con 46/60, stappando lo spumante. Diciamo che ero il tipico studente ‘intelligente che non si applica’. Mi sono rifatto all’Università: 110 e lode con una tesi sul confronto tra Marcel Duchamp e i formalisti russi. Una cosa molto noiosa, forse non l’hanno letta neppure i prof”.

L’avventuriero oltreoceanico. “Dopo l’Università sono partito per il Guatemala, come casco bianco. Nel 2008 sono in Congo, impegnato per la Ong Amka onlus. Ecco, l’Africa è davvero un posto che ti rapisce”.

Di Battista ai tempi dei viaggi in Africa e Sud America
Di Battista ai tempi dei viaggi in Africa e Sud America

Una più sana concezione del tempo… “In Africa gli autobus partono quando sono pieni e la festa comincia quando arriva la gente. Non c’è un orario: è la relazione che gestisce il tempo e non il tempo che schiavizza gli uomini. La fretta genera infelicità”.

…e del denaro. “In Congo mi sono occupato di microcredito. Un modo decisivo per permettere a tutti, anche a chi non ha nulla, di accedere a un finanziamento, nonostante le banche. Il microcredito funziona grazie al rapporto fiduciario che si instaura tra chi dà il credito e chi lo riceve. La relazione viene prima dell’azione: se il progetto di persone che hai aiutato, con cui stipuli un’amicizia, funziona, è certo che restituiscono i soldi”.

Di Battista sulle orme del Che
Di Battista sulle orme del Che

80mila chilometri per le strade del mondo. “Nel 2010 sono in Sud America, sono stato a Panama e in Patagonia, in Cile, in Ecuador, in Perù, in Bolivia. In due anni ho fatto 80mila chilometri in autobus, è stato straordinario. Ricordo il mio ritorno, intorno ai giorni di Natale, atterrai all’aeroporto di Madrid. Avevo freddo perciò entrai in un centro commerciale. Così affollato che pensai, per un istante, che regalassero tutta quella roba. Mi avvicinai a un grande televisore al plasma. Facevano vedere un documentario sulle Galapagos. Il televisore costava 7mila euro. Io con 7mila euro ero stato due anni in Sud America, anche nelle Galapagos, per tre settimane, pranzando con gli uccelli che vedevo in quel documentario”.

L’incontro con Casaleggio. “A Panama scopro una cooperativa fondata da ex piccoli sicari. Il tema mi interessa e ne scrivo sul sito di Beppe Grillo. Mi arriva una telefonata, ‘il signor Casaleggio vuole incontrarla a Milano’. Mi spesano il viaggio, vado a Milano. Incontro Casaleggio, che spegne il cellulare e mi dice, ‘parlami delle tue idee’. Gli dico del libro che volevo scrivere, gli dico molte cose. Mi ricontatta tre settimane dopo. ‘Scrivi il tuo libro. Quanto ti serve?’. Gli chiesi 3600 euro. Il giorno dopo ricevo un bonifico con quella cifra. Ho speso 2800 euro e ho pubblicato, nel 2012, Sicari a cinque euro”.

Grillo&Casaleggio: chi sono? “Casaleggio è una persona onesta, normale, molto meno timida nella vita reale di come sembrerebbe visto in tivù. Di Grillo mi affascina che un comico che avrebbe potuto essere stramiliardario ha scelto di mettersi in gioco e di andare contro il sistema. Gli sarò sempre grato. Non ci chiama mai per dirci cosa votare, in Parlamento non si trova bene, non si candiderà mai”.

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Contro il finanziamento pubblico ai partiti. “Il finanziamento pubblico ai partiti è stato abolito, tramite referendum, dal popolo italiano, negli anni Novanta, e quella scelta andrebbe rispettata. Ma è il finanziamento ai partiti in sé che ti lega le mani: come fai a scontentare chi ti finanzia? Noi sappiamo, ad esempio, che Riva dell’Ilva finanziava sia Bersani che Berlusconi. In questo modo crei delle lobby”.

L’unico lobbista: il popolo. “Abbiamo fatto una proposta di legge che prevede trasparenza e un tetto massimo ai finanziamenti. Ovviamente ce l’hanno bocciata. Ma una via d’uscita c’è. Faccio un esempio: per pagare la campagna elettorale in Campania ci siamo messi a fare i camerieri. Ecco, l’unico lobbista che voglio è il popolo italiano. Se i cittadini sono i soli lobbisti si finanziano progetti davvero utili alla collettività. Io poi per entrare in Parlamento ho fatto una campagna elettorale con 144 euro; 50 me li ha dati mia zia”.

Grillino della prima ora. Il dramma degli 0 voti. “Nel 2008 mi sono candidato alle comunali di Roma, con la lista ‘Amici di Beppe Grillo’. Ho preso 0 voti, pazzesco”.

L’ipocrisia di sinistra. “I falliti intellettuali di sinistra, frustrati, ci attaccano quando il Movimento riesce a fare ciò che loro hanno promesso senza risultati. L’ipocrisia della sinistra – e lo dice uno che prima del Movimento ha sempre votato a sinistra – è insopportabile: fanno i buonisti e comprano gli F-35, fanno la marcia per la pace e bombardano l’Afghanistan. Adesso poi si sono inventati la ‘minoranza Dem’, come se ci fosse una parte buona del Pd. Peccato che fanno finta di essere contro Renzi e votano quasi sempre quello che vuole Renzi. Il problema della sinistra è l’arroganza, il sentirsi ontologicamente superiore agli altri”.

Di Battista con Beppe Grillo
Di Battista con Beppe Grillo

Al Parlamento come a Versailles. Una droga. “I privilegi dei parlamentari sono come una droga. In Parlamento ti trattano come a Versailles, sei totalmente distaccato dalla realtà. Per questo per il Movimento è indispensabile non essere eletti per più di due mandati. Altrimenti, rischi che il tuo obbiettivo politico sia quello di restare il più possibile in Parlamento, scendendo a compromessi, senza pensare ai cittadini”

Il rapporto con i giornali. “L’essere umano mistifica. Anche io sono un mistificatore, perché porto acqua al mio mulino, come si dice, per questo dico sempre, non fidatevi, neppure di me, verificate tutto quello che dico. Ma è pur vero che i giornalisti hanno mistificato un po’ troppo. Ho scoperto, per dire, che Bruno Vespa è un giornalista preparatissimo, mi ha fatto un mucchio di domande pertinenti e profonde. Ma a Renzi o a Berlusconi non le fa, lascia loro il microfono permettendogli la ‘domanda a piacere’. Ecco, vorrei che i giornalisti trattassero tutti con la stessa puntigliosità con cui trattano noi”.

Parola d’ordine: intransigenza. “Intransigenza significa stare alle regole. Perché se comincio a derogare, anche a fin di bene, per uno, poi l’altro mi chiederà lo stesso trattamento e così via. Se cominciamo a derogare, finisce che il Movimento 5 Stelle in quattro e quattr’otto diventa come il Pd, che io chiamo ‘Partito Derogratico’. Il centrosinistra è subdolo perché prima pensi di avere un compagno, poi fa più porcate di Berlusconi. L’intransigenza è la nostra parola d’ordine”.

Contro i magistrati politici. “Ci sono sacche di casta nella magistratura, certo, eppure i magistrati, penso a quelli che compiono indagini contro la mafia, devono essere tutelati. Il fenomeno dei magistrati politici, piuttosto, va stigmatizzato”.

Le intercettazioni sono necessarie. “Riguardo alla vicenda delle intercettazioni: la politica non vuole salvaguardare la privacy ma il proprio deretano flaccido dalle inchieste. Nessuno ti ha chiesto di candidarti e di fare il deputato, per questo le intercettazioni non dovrebbero essere un problema e anche se non riguardano atti che costituiscano reato mi interessano, voglio sapere cosa pensa un politico, mi fanno capire il personaggio”.

Giorgio Napolitano, re dell’inciucio. “Napolitano è il massimo responsabile della politica dell’inciucio in Italia. Ha fatto di tutto per ostacolarci, è la causa del disastro italiano. Nel 2011 ha destituito tramite le sue manovre Berlusconi dal Palazzo: un atto intollerabile per chi difende la democrazia, perché Berlusconi, che piaccia o meno – e a me non piace – è stato eletto democraticamente dagli italiani”.

Renzi, curatore fallimentare della troika. “Renzi ha rottamato la democrazia. Come Monti, è il curatore fallimentare della troika, sta svendendo l’Italia per pagare il nostro debito alle banche straniere. Essendo un leader debole, si circonda di persone poco capaci perché teme di essere oscurato. Un giorno mi si avvicina Bersani: ‘sai qual è la differenza tra voi e gli attuali Ministri? Che voi studiate e loro no’”.

Democrazia rappresentativa: un aforisma. “Un giorno guarderemo alla democrazia rappresentativa come guardiamo ora alla monarchia assoluta, ritenendola una cosa obsoleta”.

Il renzismo e la legge dell’aspirapolvere. “Il renzismo è la confezione, è l’aspirapolvere che riescono a venderti dicendo che puoi restituirlo se non funziona, ma nell’etichetta, in minuscolo, c’è scritto che se lo restituisci devi pagare una multa da migliaia di euro”.

2 Commenti

  1. In effetti di battista ha poco di cui essere onorato per essere stato eletto dai cittadini visto che è stato eletto senza preferenze ma solo per essere stato designato dal movimento.

  2. casaleggio era una persona onesta per che fece pubblicare il libro di di battista ? siamo all’auto santificazione di uno qualunque (di battista)

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