La video art made in Italy vola all’estero: Francesca Fini

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I nuovi linguaggi della video art made in Italy volano all’estero. L’artista dei new media Francesca Fini, da fine marzo al 2 aprile, rappresenterà l’Italia in Europa e oltreoceano all’interno di due prestigiosi appuntamenti. Con il lungometraggio “Ofelia non annega”, realizzato in collaborazione con l’Istituto Luce-Cinecittà, lo sperimentalismo visivo della regista sarà presente, attraverso una videoinstallazione, al trentunesimo Festival Vidéoformes di Clermont- Ferrand  in Francia e, contemporaneamente, al laboratorio di arti performative Watermill Center, nella Grande Mela, diretto dal regista e drammaturgo statunitense Bob Wilson. Al contest europeo d’oltralpe, negli spazi de “La Tôlerie”, l’installazione “Red Ophelia” assembla oggetti di scena e costumi della pellicola. A New York, invece, lo scorso 25 marzo, il lavoro di Francesca Fini è stato proiettato all’interno del progetto multimediale “La Masca”.
Digital artist, dopo aver lavorato per anni in note produzioni televisive, Francesca Fini è uno dei nomi più illustri degli innovativi linguaggi scenici e della “cyber-performance” italiani. Le sue opere visive affascinano grazie all’utilizzo di dispositivi di interaction design, molti dei quali fatti in casa, per esplorare in modo originale la quotidianità. Telecamere, sensori domestici, dispositivi di allarme e webcam vengono manipolati dall’ artista per svelare in maniera insolita diversi aspetti della realtà circostante dove spesso emergono anche situazioni inquietanti.

Dall’Amleto di William Shakespeare, proprio in occasione del quattrocentesimo anniversario dalla morte dello scrittore di Stratford-upon-Avon, la figura femminile di Ofelia è rivisitata da Francesca Fini attraverso una grammatica futuristica e surrealista in cui, grazie ai documenti filmici dell’Archivio Luce, ogni frammento visivo della pellicola associa, da un punto di vista  storico, sociologico e antropologico, donne diverse che sullo schermo diventano un’unica Ofelia. Discostandosi dalla fragile eroina della tragedia shakespeariana. Gli scenari non sono quelli della Danimarca letteraria ma, a fare da sfondo, ci sono le architetture  industriali e le scenografie naturali e underground dei paesaggi laziali e della Capitale: dimenticati i boschi danesi, si va dal Gazometro di Roma al Centro Rottami di Cisterna Latina, passando per il tufo di Riano fino alla Villa dei Perugini a Fregene. In un itinerario metaforico nelle bellezze regionali, quasi fosse l’unica passeggera di un ideale bus turistico, Ofelia alla fine non annega affogando nostaligie e gelosie in un fiume per l’amore folle non ricambiato da Amleto. Anzi, diventa una persona qualunque,eliminando quell’aura romantica che invece la caratterizza nella drammaturgia shakespeariana.

Il progetto  di videoart  “Ofelia non annega” sarà  presentato nel mese di aprile anche al Coimbra Fonlad Digital Festival in Portogallo e in Italia al Museo Dinamico di Arte Contemporanea di Belforte del Chienti nelle Marche.