Il Futurismo non morirà mai

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Oggi sono 107 anni dal manifesto di fondazione del Futurismo e con il 2016 sono 100 anni dal manifesto della cinematografia. Un’avanguardia italiana dal respiro globale dotata di una pluralità di angolazioni: dalla letteratura alle arti visive, dalla musica alla danza, dall’architettura alla grafica pubblicitaria, dalla moda alla cucina. Fu vocazione credere nei giovani, nel futuro e nella creatività con animo forte e ottimista. Molti gli artisti, oggi quotatissimi sul mercato, per cui mio nonno investì risorse d’ogni tipo. L’ascolto del futuro fu così ardito da prefigurare un domani che è il nostro oggi. Se all’apice della ricerca marinettiana vi è la simultaneità dei linguaggi non sorprende come il cinema – non quello narrativo bensì quello sperimentale – fu sentito come il genere più affine alla nuova poetica. Il Futurismo fu provocatorio, declamatorio e assertivo. Dal dopoguerra ad oggi fin troppe le critiche per uno stile a cui nel ventennio si attinse tanto da diventare cliché. Ma liquidare Marinetti e il Futurismo come un’avanguardia invecchiata, come ha fatto Sergio Romano sul “Corriere della Sera”, è un colpo basso pericolosamente approssimativo e forse anche un tantino anti-italiano.

5 Commenti

  1. erano molto avanti i futuristi: bruciare le biblioteche, allagare i musei, la guerra come unica igiene del mondo…
    eramo molto avanti: hanno anticipato l’ISIS di un secolo

    • Basta leggere, il “Manifesto” di Marinetti, per capire che era solo un’esaltato da interdire, come, del resto, D’Annunzio. Sono stati l’Humus culturale del fascismo. Ed al di fuori dei confini nazionali non hanno mai avuto particolare appeal.

      • Hai scritto un’immensa sciocchezza. Il futurismo italiano ha segnato tutte le avanguardie europee, notoriamente. Dal dadaismo al cubismo.
        Rappresenta l’ultima vera originalità artistica, culturale e politica del paese. Da allora in poi non siamo più nulla.
        E abbiamo formato persone come te, che ripetono da pappagallini vulgate ideologizzate.

  2. Il futurismo resta un episodio importantissimo nella storia d’Italia.
    Un movimento artistico e di idee che riesce ad imporre una svolta al corso dei tempi, schiacciando preti, burocrati, aristocratici, politici, grandi capitalisti. Che finiranno poi per seguirli, come tutta la nazione, al tempo codina, agropastorale ed analfabeta. Poco meglio di oggi, tutto sommato.
    Il fortissimo potere emulativo di una tale esperienza rappresenta un pericolo per tutte le forme parassitarie di cultura, società e politica che dal dopoguerra hanno impazzato nel paese. Ancora oggi potrebbe fare la differenza: immaginate un movimento cinque stelle composto da geni creativi ed attivi, invece che da bifolchi qualunquisti e populisti.
    Ecco perché Sergio Romano, come sempre funzionale al piano dei suoi soliti padroni, cerca di eroderne il giudizio storico.

    • fra le personalità di quel periodo si ricordi anche l’istituto editoriale italiano di Notari che con le proprie elegantissime pubblicazioni ha fiacheggiato il futurismo di Marinetti condividendono le istanze di rinnovamento intelettuale.

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