“Gospodin? Un antieroe che odia il denaro e le ingiustizie”

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E’ andato in scena nei giorni scorsi Gospodin, spettacolo per la regia di Giorgio Barberio Corsetti, nato dalla penna del giovane drammaturgo tedesco Philipp Löhle, che racconta la vicenda surreale di un uomo che rifiuta il denaro e le regole della società capitalista. Il Don Chisciotte contemporaneo che comincia la sua pacifica e tenace rivolta contro i “borghesucci” dopo che Greenpeace gli porta via il suo lama ha in scena il volto di Claudio Santamaria. E’ lui stesso a raccontarci il suo anarchico personaggio.

Claudio, cos’ha pensato la prima volta che ha letto il copione di Gospodin? Cosa l’ha colpita?

Quando Giorgio Barberio Corsetti mi ha proposto lo spettacolo, un regista che stimo da molti anni, gli ho risposto subito sì, senza aver letto il testo. Ho detto sì a lui, poi, dopo aver letto il copione  ho capito di aver fatto la scelta giusta. Gospodin è un personaggio bizzarro, paradossale, estremo, che cerca la sua libertà personale e sente che ciò che lo rende schiavo, fondamentalmente, è il capitalismo, il dover sottostare a delle regole. È un anti-eroe che persegue testardamente un intento eroico: vivere rifiutando il concetto di denaro. Inizia un percorso, per caso ma anche volontariamente, in cui abbandona un po’ tutto. È un personaggio che mi fa riflettere molto. Si trova a fare molte rinunce e inizialmente soffre un po’, ma poi capisce che è un bene separarsi da quegli oggetti, da quelle cose materiali.

Gospodin

Gospodin cerca a suo modo la libertà. Per lei con cosa coincide la libertà?

Gospodin è un diverso che vede le ingiustizie del mondo come tutti noi, ma a differenza nostra va fino in fondo. È così coerente da risultare assurdo, rifiutando tutto quel che ostacola la sua libertà. Ma non è un filosofo, è un pragmatico. A modo suo non fa che invocare un po’ di buon senso. Certo, nel suo rifiuto della società arriva alle conseguenze estreme, ma in qualche modo sento un’affinità con lui. Anche io, per esempio, sono incapace di accettare un lavoro solo per soldi, l’aspetto economico non mi è prioritario e questo mi fa sentire più libero, negli anni ho capito che stavo meglio, vivevo meglio…

Ha un rituale (non necessariamente scaramantico) prima di andare in scena?

Beh sì… ma non posso dirlo… se lo dico poi non avrà più effetto su di me!

Rifacendoci al titolo della recente fiction che l’ha vista nei panni di Orlando, per lei quando è arrivata la felicità?

Spesso per fortuna, attraverso piccole cose a volte, ma anche grandi come la mia famiglia, mia figlia, un buon lavoro completato…