Ostia è una cittadina blindata, con agenti in borghese , carabinieri e guardia di finanza più l’esercito: siamo al ballottaggio fra Monica Picca, in quota Fratelli d’Italia e Giuliana Di Pillo (M5s) nel X Municipio, dopo l’exploit di CasaPound e teatro della famosa testata di Roberto Spada al giornalista delle Iene, con strascico di polemiche sulle infiltrazioni della malavita e i pericoli della “destra” -pensatelo pronunciato con le “erre” arrotate. E mentre gli autoproclamati “puri” del Movimento 5 stelle e del PD sfilano in cortei bru bru da antimafia militante per dire no -il loro no specialissimo e partigianissimo- alla mafia, noi di Off preferiamo ricordare un eroe della lotta alla criminalità organizzata: un eroe, non un martire, di quella parte politica, culturale, sociale e giuridica italiana che mai è scesa a patti con le cosche: Paolo Borsellino (Redazione).
È la sua terza fatica letteraria eppure con “Meglio un Giorno. La destra antimafia e la bandiera di Paolo Borsellino” (Eclettica Edizioni, pp. 128, Euro 14) Fabio Granata, già parlamentare nazionale, Vicepresidente della Regione Siciliana e della Commissione Parlamentare Antimafia, sembra essersi davvero superato. Un minuzioso lavoro di indagine storica che racconta il tragitto di quella parte politica italiana che mai è scesa a patti con le cosche. Un album di famiglia della destra “antimafia”, di quanti ne hanno percorso la via mantenendo fede ad un’idea di purezza, ad una precisa etica. Dalla eredità storica del “ventennio” alla bandiera di Paolo Borsellino, da Angelo Nicosia a Beppe Alfano, passando per Beppe Niccolai, tra antiche battaglie e nuovi conflitti contro ogni trattativa, in difesa della “identità minacciata”. Un libro che irrompe in un’epoca difficile per la rispettabilità delle istituzioni, tra scandali bancari e quelli di “Mafia Capitale”, deprecabili episodi di corruzione e funerali dello sfarzo con carrozze e petali che piovono dal cielo. La fotografia della storia di una battaglia a salvaguardia della legalità e dell’onestà umana e politica, per non piegarsi al male assoluto italiano.