Si intitola Martin Heidegger: la verità sui Quaderni Neri, verrà tradotto in cinque lingue e uscirà da Morcelliana il prossimo gennaio. Un libro atteso con trepidazione. Gli autori, i filosofi Francesco Alfieri, docente di fenomenologia della religione alla Pontificia Università Lateranense, e Friedrich Wilhelm von Herrmann, l’ultimo allievo e assistente di Martin Heidegger, in esso offrono una lettura alternativa degli ormai “famigerati” quaderni, detti “neri” a causa della copertina, in cui sono confluite riflessioni a-sistematiche dell’autore di Essere e tempo. Nell’intervista alla Fondazione Asia (video), dove lo scorso novembre ha anticipato alcuni contenuti del libro in una conferenza, Alfieri spiega com’è nata e perché l’idea di scrivere questo libro, reso necessario dalla lettura non propriamente oggettiva che Peter Trawny, il curatore dell’edizione tedesca, ha fatto dei Quaderni. La polemica innescata contro Heidegger, giudicato impresentabile per i quattordici passi antisemiti contenuti in questi testi controversi, viene qui smontata. I quaderni contano migliaia di pagine e in essi c’è spazio anche per dure prese di posizione contro Hitler e il Nazionalsocialismo. C’è di più: a un’attenta lettura filologica – di cui si occupa lo stesso Alfieri – le accuse rivolte agli ebrei decadono, iscrivendosi nell’arco più ampio di una critica della mentalità moderna, di cui lo stesso nazismo faceva parte. La difesa di Martin Heidegger contro una manovra diffamatoria di dimensioni internazionali, parte dall’Italia con questo libro, con il quale si mette la parola fine a chiacchiere durate oltre un trentennio e culminate l’anno scorso sulla stampa italiana. Perciò il libro contiene anche un’appendice sulla rassegna stampa curata da Claudia Gualdana, collaboratrice de ilgiornaleOFF, in cui le improvvide affermazioni contro Heidegger trovano puntuale smentita in un serrato confronto con Friedrich Wilhelm von Herrmann.
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