Un pallone e una partita di calcio, questo il primo ricordo che Simone Zerbinati ha dell’azienda di famiglia, la Zerbinati Srl. Nessuna verdura, insalata o zuppa. Solo una partita nei corridoi dello stabilimento di Borgo San Martino, in provincia di Alessandria, con i cugini Matteo e Serena e i fratelli Gianluca e Valentina mentre i genitori e i dipendenti lavoravano nelle stanze accanto. Un ambiente familiare e caldo.
Trent’anni dopo Simone Zerbinati è diventato il direttore generale della Zerbinati Srl, un’azienda da quasi 30 milioni di fatturato nel 2014 e che prevede di chiudere a 32 milioni il bilancio 2015. Sono cambiate molte cose in questi anni, la fabbrica è stata trasferita a Casale Monferrato in uno stabilimento da 21 mila mq (immaginate tre campi da calcio), le linee di produzione sono diventate 13 e quelle per il confezionamento 15. Sono 90 i tipi di verdure, insalate, zuppe, creme e contorni che vengono prodotti grazie all’impegno di 150 addetti. Ogni giorno nello stabilimento Zerbinati vengono lavorati 400 quintali di ortaggi.
A non essere mutato invece è lo spirito con cui la famiglia continua a mandare avanti l’azienda, protesa verso il futuro ma ben radicata nel territorio in cui l’impresa è nata e cresciuta. Così è stato quando Ferdinando Zerbinati ha fondato l’impresa negli anni 70 e così è stato quando ne ha lasciato la guida ai figli Giorgio, padre di Simone, ed Enrico. E sembra essere così anche da quando Simone è divenuto il direttore generale della Zerbinati.
«Volevo dare qualcosa all’azienda di famiglia. Mi sono messo in gioco perché penso che la Zerbinati abbia ancora grandi potenzialità inespresse da concretizzare. Tocca alla nuova generazione della famiglia – che lavora instancabilmente tutta in azienda – realizzarle, e da parte mia ci metto la voglia di fare e l’entusiasmo che accompagna i miei 30 anni appena compiuti». Simone è giovane ma ha le idee chiare, ha sempre saputo che in quei corridoi e tra quelle linee di produzione si sarebbe costruito il suo futuro e adesso è ansioso di fare la sua parte per traghettare la Zerbinati in una nuova avventura.
Dal banco di frutta e verdura di nonno Ferdinando di strada ne è già stata fatta molta. Adesso tentate la conquista del mercato estero, come sta andando?
«Abbiamo avuto un certo interesse dal mercato inglese e c’è stato un buon riscontro da Francia e Paesi Bassi. Siamo rimasti sorpresi nello scoprire quanto il mercato spagnolo sia attratto dal nostro prodotto, a quanto pare l’idea delle zuppe e minestre pronte in solo 4 minuti nel microonde ha colto nel segno. Abbiamo da poco lanciato a Madrid una linea di zuppe monoporzione». La rapidità della preparazione è certo uno dei punti di forza delle zuppe, così come delle insalate, della Zerbinati, ma sono anche la qualità delle materie prime scelte per realizzarle e la bontà delle ricette che hanno permesso all’impresa di conquistare il 30% del mercato italiano grazie alla vendita di decine di milioni di zuppe.
Un’azienda come la vostra produce milioni di zuppe ma anche milioni di scarti. La vicinanza con l’Expo di Milano impone una piccola indagine sulla vostra eco-sostenibilità…
«Siamo sempre stati estremante attenti. Nella costruzione dello stabilimento inaugurato nel 2013 abbiamo, tra le altre cose, progettato un impianto per il recupero dell’acqua con sistemi di filtrazione. Inoltre vista la grande mole di scarti, dovuta all’accurata selezione delle materie prime i residui vengono destinati alla produzione di energie alternative per la produzione di biogas.
Qual è il segreto che si nasconde dietro questo successo?
«Estrema attenzione alla qualità, ai dettagli e al cliente. Tradizione culinaria italiana, utilizzo di prodotti naturali, come verdure fresche, legumi secchi e solo olio extravergine di oliva italiano, senza aggiunta di conservanti e coloranti. E uno studio costante per migliorarci. Ad esempio collaboriamo con Federico Francesco Ferrero, medico nutrizionista e vincitore di Masterchef Italia 2014, per mettere a punto alcune ricette tradizionali e per studiarne di nuove»
Vede che c’era qualcosa. Da questa collaborazione che ricette sono nate?
«Abbiamo ideato due nuove zuppe, una con la quinoa e una con lo zenzero fresco, in uscita proprio in questi giorni. È stata un’innovazione per la nostra azienda, non ci limitiamo più a rispondere ad una richiesta del mercato ma azzardiamo di più».