La destra italiana? Lepenista per comodo

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Marine Le Pen

Marine Le Pen“Volere e non potere”. La destra italiana cerca di razionalizzare la storica affermazione del Front National tentando, peraltro assai maldestramente, di accaparrarsi i diritti sul copyright della droite française di Madame Le Pen. Peccato, però, che dalle nostre parti non esistano partiti e tantomeno politici in qualche maniera assimilabili al percorso compiuto da Marine Le Pen e che, al contrario, siamo in presenza della desertificazione di un’area politica che si è distrutta di per se stessa, divorata dall’ingordigia dei tanti Gollum che la guidavano, seguendo la rotta del potere, anziché quella del bene della propria Comunità Politica e della Nazione.

Detto questo, vale la pena entrare nello specifico, e valutare le ragioni che hanno portato la destra italiana alla disfatta e quella d’oltralpe al trionfo:

 1) Il Front National non ha mai governato, la destra italiana sì, e anche male.  Volendo sforzarci di fare un paragone, potremmo dire che, per il FN, la vittoria alle elezioni che si sono svolte ieri somiglia molto all’affermazione ottenuta dall’Msi alle amministrative del 1993: due partiti antisistema, da sempre all’opposizione e con le mani pulite.  Volendo tralasciare – per carità di Patria – gli scandali che hanno travolto tutti i partiti del centrodestra, Lega compresa, va osservato che, a differenza di Marine le Pen, i rappresentanti dei vari movimenti che compongono il (desolante) quadro della destra odierna hanno tutti ricoperto incarichi di governo o sottogoverno, nella migliore delle ipotesi senza lasciare traccia. Come se non bastasse, se oggi su Europa e immigrazione dicono di sostenere le posizioni lepeniste, l’altro ieri sostenevano Sarkozy e le sue fallimentari politiche sull’integrazione e appena ieri sedevano sulla comoda poltrona del PPE e spalleggiavano addirittura Monti e il suo governo. Franza o Spagna purché se magna, insomma.

 2) Marine Le Pen ha lavorato su un programma chiaro e su un progetto, dalle nostre parti si fa politica per slogan. Quello che ha portato il FN a diventare primo partito di Francia è un cammino partito da lontano – circa vent’anni fa – percorso all’insegna della coerenza con la propria base identitaria comprendendo, però, che ciò non significa isolarsi sull’eremo del passato ma, al contrario, tentare i coniugare i propri valori al futuro. Da noi, invece, Gianfranco Fini e i suoi Colonnelli disorientarono base ed elettorato di Alleanza Nazionale tentando perseguire (peraltro senza alcuna discussione interna) non una modernizzazione dei valori della destra, ma l’introduzione di concetti di sinistra. Quanto a oggi, Salvini e Meloni giocano molto sullo slogan ma, molto spesso, dietro al tweet c’è poco. O quasi.

 3) In Italia, destra e centrodestra non hanno mai investito su una nuova classe dirigente. Gira che ti rigira, torniamo sempre lì, a Gollum e al suo “tesssssoro”, l’Anello del Potere. Già, perché il cupio dissolvi del centrodestra italiano è una sorta di nemesi: antisistema eri, e sistema morirai. Proprio così, dopo averlo conquistato, l’Anello del Potere si è impossessato di loro che, anziché combatterlo, sono diventati un tutt’uno col sistema, dando vita ad una legge elettorale – il Porcellum – col quale introdussero la triste stagione del parlamento dei nominati che, a ben guardare, altro non era che l’istituzionalizzazione del concetto di gestione dei rispettivi partiti maturato da Berlusconi, Fini e Bossi: zero democrazia interna, se mi stai simpatico e stai dalla mia parte bene, altrimenti aria.

In buona sostanza, il successo ottenuto da Marine Le Pen è meritato in quanto figlio anche di veri e propri travagli come l’espulsione del padre dal partito che lui stesso aveva fondato, oltre che di un percorso fatto di coerenza e presenza sul territorio. Elementi che i francesi hanno dimostrato di apprezzare e dei quali, allo stato attuale, le destre di casa nostra sono evidentemente sprovviste.

4 Commenti

  1. fino al giorno prima delle lezioni francesci, sulle reti mediaset il front national veniva descritto con epiteti tipo ” estrema destra e xenofobo”, salvo poi esaltarlo il giorno dopo…….

  2. Sul problema dell’immigrazione la Le Pen e’ molto favorita rispetto alla destra italiana, perche’ I Francesi i clandestini possono espellerli verso l’Italia, mentre noi Italiani dovremmo espellerli verso l’Africa, cioe’ effettuare atti di guerra verso Paesi africani (inutile dire chi vincerebbe)

  3. non sono affatto d’accordo completamente con l’articolo! innanzitutto, le colpe non possono essere interamente nella destra. spesso e volentieri la sinistra ci mette lo zampino, facendo insinuare (introdurre i concetti di sinistra nella destra) cose assurde! berlusconi non ha istituzionalizzato un bel niente! solo una mentalità malata può pensarla cosi. berlusconi NON ha bisogno di istituzionalizzare i suoi interessi, ma al contrario, di rendere possibile vivere in un paese democratico e civile come l’italia, dove puoi fare commercio senza che lo stato ti venga a rompere i c….ni ogni santo giorno! questa è l’idea di berlusconi, come industriale, ma per fare questo bisogna combattere con i corporativismi comunisti che si sono installati nelle varie istituzioni, come quelli del CSM, dove decidono su TUTTO, anche se sei presidente del consiglio. certo, ci sono stati diversi scandali nella destra, come quelli della lega. ma la differenza, seppure minima, risiede nel fatto che la sinistra ha ISTITUZIONALIZZATO l’atteggiamento mafioso. mentre la destra no! 🙂 ed infatti chi ha sbagliato sta pagando il conto ed è stato rimosso dal suo posto. ciò che NON è mai successo nella sinistra: una GROSSA differenza! in sostanza, la destra forse ha governato male, ma è anhe stata osteggiata e combattuta con metodi che non hanno nulla di democratico proprio da quella sinistra che chiede all’opposizione di essere democratica…. riflettiamo un attimo su questi concetti, perchè è da qui che ne derivano tutti i mali di cui l’italia soffre da 20 anni!!

    • Caro Mortimerhouse, Vorrei, ma non posso. Non sono le inevitabili costrizioni dell’età a farmi scrivere queste parole ma la voglia, e l’impossibilità, di essere d’accordo con Lei. Berlusconi é stato un bel sogno, e sogno é rimasto. Un grande leader deve saper fare una o più di queste cose: a) contornarsi di gente affidabile, capaci di capire e realizzare i suoi sogni, non dei quacquaracquà alla alf ano, verdini o dei farabutti alla fini; b) deve avere un disegno ben preciso, e perseguirlo perché le rodomontate della società liberale si sono condensate, e finite in una misera abolizione dell’IMU; c) lanciare e istituzionalizzare un nuovo modo di far politica, plasmando se non addirittura creando persone nuove invece di circondarsi dei rimasugli del pentapartito. Non ricordo alcuna riforma, fiscale, sociale, educativa, apportata nei dieci anni circa di governi di CDX se si eccettua una parvenza di accordi con la Libia, pagati con un’onta alla dignità dell’Italia alla quale avrei preferito una guerra aperta piuttosto che alla sua esteriorizzazione.

      Il fatto è, e resta, che noi popolo italiano, che nei tempi abbiamo partorito geni di primissima classe che hanno inciso significativamente sulla storia mondiale, da Lorenzo de’ Medici a Rita Levi Montalcini, da Dante Alighieri a Cristoforo Colombo attualmente tutto quello che possiamo fare é, appunto, di un Berlusconi o, dall’altra parte un Renzi.

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