Calendario Pirelli: al bando le curve…

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Manifesto femminista in salsa patinata. Un’impresa quasi titanica, con cui si era già messo alla prova nel 2013 Steve McCurry, stella del reportage (è sua la foto strepitosa che ha fatto il giro del mondo della bambina afgana dagli occhi verdi, Sharbat Gula) preso in prestito alle scene di guerra, che, chiamato a rappresentare in immagini una delle annate del calendario Pirelli, aveva deciso di chiudere- almeno per una stagione – con le forme sinuose delle supertop in favore di donne impegnate in attività benefiche, fotografate per una volta tutte vestite nel cuore di Rio. Un’eccezione unica (fino ad oggi), e subito archiviata in favore della più serafica certezza delle curve esposte e ritoccate dei suoi successori, Helmut Newton, con un’uscita d’archivio fino a quell’anno riservatissima e l’ultima prova, quella ad opera del divo delle copertine di Vogue, Steven Meisel, che con la sua vision sensuale e sessuale nel 2015 ha coperto di latex le calendar girls rubate ai magazine di moda.
Ecco, ora è la volta di una donna- salita per la sua seconda volta sul banco di prova targato Pirelli (la prima nel 2000) -, Annie Leibovitz, una divina ormai globalmente riconosciuta della fotografia di moda capace di ricreare sogni preziosi con un semplice click per le principali maison (Louis Vuitton, Moncler, Prada, Bottega Veneta, tanto per citarne alcune).

Ma se l’icona da parete che una volta l’anno può permettersi il lusso di rubare l’attenzione persino alle paginone centrali di Playboy, con le sue bellezze tutte curve scese per l’occasione dalle passerelle (e non solo), è sempre stata la strenna più ambita dalla popolazione maschile –difficile da recuperare, con le sole 12000 copie di tiratura destinate ai top client e alle personalità di spicco selezionate dal marchio- prendendo in prestito la forma dalle foto d’arte e le scenografie dai paesaggi più amati del globo, questa volta, complice il tocco femminile della Leibovitz cambia format e copre ancora, in via del tutto eccezionale, le sue protagoniste.

Nel 2016 la bellezza avrà quindi un’altra interpretazione, volta alle personalità piuttosto che ai fisici mozzafiato, pur non mancando una reginetta del fashion world, la stella della moda Natalia Vodianova, chiamata qui però a vestire i panni della filantropa creatrice della Fondazione Cuore Nudo. Messi al bando gli artifici, i ritocchi grossolani, le location tropicali da urlo – le foto sono state realizzate in uno spoglio studio newyorkese- e persino le magie da set, che comprendono stylist, parrucchieri, truccatori e valanghe di abiti di scena – pare che le protagoniste si siano presentate con i loro capi personali- le donne, quelle importanti che si sono distinte per il loro ruolo nel mondo, compaiono per quello che sono, rughe e ‘rotolini’ compresi, tronfie del loro impegno più che del loro aspetto.

È il caso di Serena Williams, che posa a schiena scoperta, ma non accetta l’uso di Photoshop, perché il suo corpo possente, forgiato da migliaia di ore di sport, è quello che l’ha resa unica al mondo. Ed è proprio di questo che si parla, di unicità. Ne sa qualcosa Tavi Gevinson, classe 1996, giovanissima star del web che già a 12 anni, solo caso al mondo, ha saputo conquistare le menti potenti- da Karl Lagerfeld ad Anna Wintour- del fashion world con il suo blog, Style Rookie. Tra le dive del prossimo anno c’è anche Yoko Ono, che domina ottobre consapevole del suo ruolo nel mondo. A lei va un primato: quello di essere la donna più âgée mai comparsa tra le pagine mitico The Cal. Si procede così, mese dopo mese, passando da Yao Chen, attrice sì, ma anche e la prima cinese ad indossare i panni di ambasciatrice dell’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati, a Kathleen Kennedy, presidente di Lucasfilm, che nel suo carnet di successi può contare persino Star War. E poi ci sono la manager Mellody Hobson, Ava DuVernay, l’indimenticabile icona musicale Patti Smith, Fran Lebowitz, l’attrice Amy Schumer, Agnes Gund, presidente onorario del MoMA e l’artista Shirin Neshat.

Tutte insieme, forse, non andranno ad ornare le pareti di chi è a caccia dell’ennesimo belvedere senza veli, ma certamente, per tutto il 2016, ispireranno le donne di tutto il mondo.