L’Expo 2015 tra i valori che difende, elemento fondamentale è la sostenibilità, nella prospettiva di un futuro sostenibile per il pianeta e la società. Temi cari anche all’artista di origini rumene Lia Pascaniuc, già allieva del maestro Franco Fontana, che con la sua ricerca esplora le tematiche e le emergenze della società odierna, mettendo i primo piano l’acqua, l’ambiente e i fenomeni naturali.
Le trasformazioni irreversibili, i cambiamenti climatici, il global worming sono alcuni dei temi di indagine affrontati con la tecnica fotografica e con l’utilizzo di nuove tecnologie multimediali, dalla video-installazione all’ologramma. Influenzata dalle parole e dal pensiero di Zygmunt Bauman che definisce “modernità liquida” la nostra condizione attuale per la transitorietà e l’insicurezza dei rapporti, Lia Pasquaniuc ha dato avvio a un progetto in divenire intitolato Via Liquida dove l’acqua è assente e l’inquadratura, interamente oscurata attraverso particolari banchi ottici, lascia il campo alla vita delle creature marine, nel vuoto più assoluto di una spazialità condivisa.
Le fotografie di questa serie, eseguite analogicamente all’interno del set di un acquario artificiosamente deprivato dell’acqua, si concentrano unicamente sulle variopinte sfumature dei pesci, che spiccano dal buio più assoluto dello sfondo. Questa sottrazione di liquidi diventa metafora della condizione di mutevolezza della società attuale, sempre più occupata a rendersi visibile attraverso forme virtuali che sostituiscono qualsiasi forma di relazione reale.
Questa sensazione di incertezza, precarietà e virtualità viene ancor più approfondita nella recente sperimentazione dell’artista che si è rivolta alla tecnologia olografica, avvalendosi di una particolare attrezzatura con vetro inclinato che sfrutta un comune iPad come strumento di trasmissione delle immagini. In queste sculture, che presentano al loro interno dei video in 3D con le immagini in movimento di pesci color giallo fosforescente o di meduse iridescenti fluttuanti nel vuoto, la fluidità della visione tridimensionale balza al di fuori della scultura e si proietta nello spazio, destando nello spettatore un senso di instabilità e vertigine.
Come afferma l’artista: “L’istallazione olografica rappresenta perfettamente l’odierna società: la paura di non essere visibili e l’instabilità emotiva, un connubio perfetto tra tecnologia e natura, tra arte e design”.
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> Lia Pascaniuc
LIQUID LANDSCAPE
a cura di Chiara Canali
RezArte Contemporanea,
via Emilia All’Ospizio 34/D (Condominio Liberty)
Reggio Emilia
fino 26 giugno 2015
Info: www.galleriarezarte.it