Siamo tutti Charlie? No, solo conformisti

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Non siamo tutti Charlie. È inutile ripeterlo ossessivamente e prenderci in giro. Purtroppo, o semplicemente perché siamo diversi. Facciamocene una ragione. Siamo con Charlie Hebdo, ma non siamo Charlie Hebdo. Perché viviamo in un Paese che le vignette le cancella con la gomma dell’insofferenza e dell’arroganza, che incarcera i giornalisti e che detesta la critica. Viviamo in un Paese bigotto che vezzeggia gli islamici e minaccia di incarcerare chi sbeffeggia il capo dello Stato. Figuriamoci quanto sarebbe durato Charlie a queste latitudini; un settimanale che prende di mira Dio, Maometto e il Papa. Giovannino Guareschi è finito in galera per una risata di troppo.

Difatti in Italia riviste di satira feroce e corrosiva non ce ne sono. E se ci sono, come il Vernacoliere, si dilettano a punzecchiare gli slombati politici italiani o gli innocui cattolici. Guai a toccare l’Islam. Più che per paura della vendetta dei maomettani (almeno fino a questa settimana) per il timore di finire sotto il tiro dei potenti gendarmi del politicamente corretto. La strage in redazione – in quella redazione – è un simbolo. Una sventagliata di mitra lanciata al sorriso dell’Occidente. Ci hanno buttato giù tutti i denti, ma noi dobbiamo sorridere anche sdentati. Perché quella è la nostra forza, deve essere la forza della nostra cultura. Il sorriso e l’irriverenza. Dobbiamo cercare di essere un po’ Charlie, di avere quello spirito, applicato alle nostre idee.  La solidarietà va bene. Ma togliamoci dalla testa di essere tutti Charlie. Perché dopo che ci hanno bruciato la redazione non so in quanti continueremmo a disegnare con costanza e a testa alta la nostra condanna. Mi viene in mente una frase di Ezra Pound: se un uomo non è disposto a lottare per le sue idee o le sue idee non valgono nulla o non vale niente lui.

10 Commenti

  1. Non diciamo cazzate. Charlie Hebdo era una pubblicazione che non navigava in buone acque (pare), avendo da tempo perso il suo pubblico lettore.

    Vedete quelle vignette, ebbene: in quelle vignette c’é un inutile e anche dannoso accanimento nei confronti di una religione che non é per niente migliore di quella cristiana (se non altro perché ne é diretta discendente). L’Antico Testamento é pieno di prescrizioni brutali e violente nei confronti degli eretici, degli “infedeli”, e in generale dei “peccatori”. La satira di Charlie Hebdo non era provocatoria (provocatoria lo é la satira, ad esempio, di Spinoza, benché sia crowd-sourced, che io sappia). Era eccessiva ma nemmeno in modo utile. Perché la satira deve anche far pensare, deve essere superficialmente inopportuna, volgare, stupida, ma solo superficialmente. Nel momento in cui si disegnano quelle vignette là si é solamente adolescenti.

    Non che questo giustifichi la strage, ovviamente.

  2. Il problema principale è che mentre da noi lo stato laico e quello confessionale sono ben distinti a norma di costituzione, nel mondo musulmano questo non esiste: c’è solo la Legge, il Corano che, beninteso, nulla ha a che fare con il Fiqh che è il diritto. Il Corano è la Legge immutata e immutabile nel tempo e questo da la misura di quanto siano immobili i suoi “fedeli”, specie quelli che seguono le prescrizioni del Profeta.. In ogni paese esistono leggi che puniscono chi bestemmia o chi dileggia figure sacre. In Italia da oltre 15anni questo genere di invettive sono considerate illecito, non reato. Ogni altro comportamento, specie violento non è tollerabile. Fermo restando che a me questo comportamento non risulta gradito e a 360°, se questa gente non si trova bene fuori dalle terre di Allah, nulla contro: facciano ritorno e non se ne parli più.

  3. Finalmente… queste cose andrebbero dette ogni giorno e sbatterle in faccia a certi figuri del calibro ( in senso ironico ) di crozza e vauro, che la satira la usano a senso unico, sempre contro chi non può nuocere…sia a livello di portafoglio e soprattutto, fisicamente!!!
    Bravò Francesco Maria Del Vigo!
    Gérard

  4. Siamo o no con Charlie, è complicato quesito! La libertà di opinione è una cosa e la satira è un’altra. Satira consiste nel “violentare” l’identità pubblica oltre che ferire i sentori “privati”. Se io dico all’islamico che non sono d’accordo con la sua religione, non lo offendo, se dileggio Maometto o la sua religione decisamente sì. La satira è una “convenzione” nella cultura specifica, che può accettarla o rifiutarla! Noi liberali mettiamo tutto alla berlina, ma gli islamici (e anche i buddisti o induisti) non la gradiscono e ce lo hanno già manifestato, perché dunque continuare a offenderli? Si parla tanto di integrazione e dunque perché tale satira? Ho studiato l’Islam per molti anni, ho tanti amici islamici e mai mi sono azzardato a ironizzare sulla loro religione, né su qualsiasi altra. Fare di una cultura oggetto di satira “feroce”, significa riderci addosso nella sua interezza, la sua gente dal neonato al vegliardo.
    E’ pur vero che siamo abituati alla “sindrome Amnesty” dove il dileggio e la “disintegrazione” della religione cristiana, si appaia a una campagna senza se e senza ma per l’integrazione islamica, ma il rispetto per l’altro impone dei limiti. La satira italiana è pavida ma di certo laida oltre ogni limite. Sappiamo quanto ha contribuito ad amareggiare e a confondere la politica italiana nel “ventennio” berlusconiano. In definitiva potrei dire: io sono Charlie per la libertà di opinione, ma non lo sono per quel tipo di satira! Per il resto c’è poco da dare spazio alla fantasia, con il mondo islamico il tipo di convivenza è questa. Finché i politici potranno valutare i morti negli attentati, alla stregua di vittime negli incidenti stradali, si incasserà con la flemma “noi siamo diversi, restiamo uniti, non ci abbatteranno” ecc… ma poi bisognerà fare di conto e il risultato prevedibile non appare delle migliori previsioni.

    • la satira non deve avere confini e proprio perche’ quando controversa, discutibile, arrogante, volgare e stupida colpisce. chi non riesce a farsene una ragione pone dei limiti in nome del rispetto apre le porte al totalitarismo ed alle ideologie totalitarie. chi non ride di se stesso e’ un miserabile idiota e pure arrogante e violento. le femen in pza s. pietro mimando un coito con il crocifisso, in altre piazze sarebbero state bruciate vive. Pur discostandomi da questo atteggiamento volgare, non posso fare altro che accettare la loro opinione anche se la considero miserevole e volgare. perche l’islam non puo’ fare altrettanto?
      l’islam, anche se costa ammetterlo e’ ancora chiuso al medioevo,e cosi tutte le religioni che si basano su dogmi e sacralita’ intoccabili nel nome del rispetto, che sono una forma di coercizione e limitazione della liberta’ individuale. in nome della fede si sono e si stanno copmbinando un m,ucchio di scempiaggini. Il rispetto lo si guadagna con la tolleranza perche la tolleranza e’ il vero rispetto dell’altrui opinione. ma quando questa opinione si impone con la violenza e la paura , a questa va data solo una risposta ,come la si da ai bulletti nei corridoi delle scuole: si risponde per le rime con chirurgica precisione e durezza, rimanendo uniti contro pochi imbecilli complessati..

    • CONDIVIDO IL SUO INTERVENTO , IO SONO CHARLIE PER LA LIBERTA’ DI OPINIONE ,
      MA NON LO SONO PER QUEL TIPO DI SATIRA!.

  5. Avete toccato il punto! Guareschi diceva che l’ironia e il sarcasmo sono la scorciatoia che porta alla verità. Il problema che in Italia il democraticamente corretto esiste per un club di politicanti da strapazzo la cui unica capacità e l’incapacità l’inefficienza e l’ignoranza! Guareschi è il mio maestro di vita e da lui ho imparato ad avere fiducia solo in DIO! In Italia la partitocrazia da sinistra a destra, chiunque esso sia che è al Governo, una volta eletto si impersonifica in un Semidio e ritiene di dover essere intoccabile in special modo dalla satira. E dire, come racconta Guareschi, che Re Vittorio Emanuele III, tanto vituperato dai giornali satirici del suo tempo, accettava la presa in giro bonoriamente, forse perchè aveva una cultura e un’educazione diversa
    e forse perchè nell’animo, e dico forse, era più democratico di questi finti politici.

  6. ah fateci caso, come mai il vernacoliere non viene chiuso? perchè è di sinistra 🙂 ha insultato peggio e parecchio peggio di charlie hebdo! nonostante questo, sta ancora li. però non insulta mai , guarda caso, i capi della sinistra, e se li figura nelle vignette, risultano SEMPRE quelli che non subiscono, quelli che non fanno le vittime…..
    ipocriti

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