Il sondaggio: siamo al 6%

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Quanto vale il Partito della cultura nell’ambito del centrodestra? O meglio: quanto varrebbe se la politica decidesse di puntare sul tesoro vero del Paese? In termini di voti sfiorerebbe il 6 per cento. Lo dice un sondaggio esclusivo di Euromedia Research, che ha chiesto agli italiani se e in che misura voterebbero un movimento dedicato a questo settore.

Il risultato per molti versi sorprende e fa riflettere chi si occupa di politica ma anche chi non se ne occupa (di professione). Alla domanda «Se oggi nascesse un Partito della cultura di centrodestra, lei…» ha risposto «Lo voterei sicuramente» il 5,8 per cento degli intervistati. E non sono tutti elettori di centrodestra. Quelli del Pd sono ad esempio l’1,3 per cento, quelli del M5S il 3,4. Si aggiunge un 45 per cento – bipartisan – che si dice indeciso sulla possibilità di votare o meno il nuovo partito. Cioè, che potrebbe votarlo se il movimento scendesse in campo e presentasse un programma. Un bacino di potenziali elettori, fatto anche di «disertori cronici» delle urne.

Pubblicitàformaggino mio«Si tratta di dati mai pubblicati – commenta Edoardo Sylos Labini, responsabile del dipartimento Cultura di Forza Italia – che in parte non mi aspettavo. Mi attendevo un largo consenso popolare alla cultura, non un’intenzione di voto così rilevante. C’è grande interesse intorno a questo settore e occuparsene davvero è una novità anche per il centrodestra. Per decenni è stata la sinistra a occupare la cultura, distribuendo incarichi e poltrone in cambio di militanza. Il nuovo movimento dovrebbe invertire tale tendenza».

Le potenzialità dentro le urne dell’inedito partito si misura soprattutto nell’opinione espressa sulla promozione della cultura in Italia. Per il 32,7 per cento degli intervistati infatti la cultura non viene «sfruttata» come dovrebbe, visto il patrimonio di cui disponiamo tradotto in posti di lavoro, Pil e ricchezza (di questi, il 29,3% dice di votare Forza Italia, il 40,3% Lega, il 36,5% Fratelli d’Italia, il 34,9% Pd, il 27,2% Sel). E per un altro 23,1 per cento la cultura non viene considerata e valorizzata, anzi è ignorata dalla politica (sono per il 24,2% elettori di Fi, il 6% vota Lega, il 45,5% Fdi, il 20,1% Pd e il 33,9% Sel).

«Questo significa – continua Sylos Labini – che gli italiani riconoscono il paradossale spreco del nostro Paese. Il settore cultura vale 81 miliardi di Pil, impiega 2 milioni di persone e coinvolge 460mila aziende. E noi non la promuoviamo: una vera follia, come se alle Maldive non promuovessero il mare». Considerazioni che difficilmente un elettore di centrosinistra confuterebbe. «Sono trasversali – ne è convinto il responsabile del web magazine Il Giornale Off – credo che molti a sinistra ammetterebbero che la loro parte politica ha parlato tanto ma fatto poco in termini di strategie per promuovere la cultura. E che voterebbero un movimento impegnato in questo campo». Cosa entrerebbe nel programma del Partito della cultura? «Libertà dal monopolio della sinistra e dalla burocrazia – conclude Sylos Labini – ma anche superamento di un Novecento fatto di steccati e divisioni, di troppi “anti”, dall’anti fascismo all’anti berlusconismo. La cultura è di tutti e vogliamo fare qualcosa per l’interno mondo culturale. Perciò abbiamo messo insieme un think tank di intellettuali, imprenditori, operatori del settore che lavorano ai contenuti e non di politicanti che pensano solo alle poltrone».

 

3 Commenti

  1. “Se nascesse un partito della cultura lo voteresti? Se sì, cosa vorresti che facesse?”. Sono domande che hanno illuminato il volto di molti giovani tra i 18 e i 20 anni che frequentano il mio stesso liceo artistico di Roma a cui, per curiosità, ho riproposto il vostro sondaggio.

    La maggioranza sarebbe favorevole a questo partito della cultura e vorrebbe che l’arte venisse sfruttata maggiormente perché costituisce una grande risorsa nel nostro Paese anche se spesso non utilizzata al meglio.

    Una richiesta frequente dei miei compagni è stata quella di avere maggiore accessibilità ai Beni Culturali, poiché sono un patrimonio comune, magari potendo utilizzare più agevolazioni o gratuità per gli studenti.

    Alcuni ragazzi sarebbero interessati a partecipare ad attività rivolte ai giovani artisti che non hanno modo e mezzi e luoghi per mostrare il proprio talento.

    Nonostante la maggioranza dei giovani da me sentiti sia favorevole ad un ipotetico partito della cultura, alcuni giovani si sono rifiutati di rispondere, sottolineando il degrado di molte strutture e monumenti e la noncuranza da parte dei “grandi” che non sono propensi nell’offrire loro un modo per riscattarsi; altri invece, semplicemente, non hanno saputo cosa dire non riuscendo a immaginare un partito efficiente che si interessi davvero al bene dell’arte e non solamente ai soldi.

    I giovani ci sono e i buoni propositi anche; ma dall’altra parte in quanti sono propensi ad aiutare l’arte in modo serio e duraturo? Se nascesse, realmente, un partito culturale sarebbe disposto a prendere in considerazione ciò che i giovani artisti hanno da suggerire?

    Se entrambe le parti si mettessero a collaborare e i giovani consigliassero agli adulti cosa fare, si creerebbe un partito culturale funzionante a tutti gli effetti che miri al raggiungimento di un pieno sfruttamento dell’arte.

    Forse grazie a questo partito la stima degli italiani per la cultura del proprio paese crescerebbe insieme al suo valore.

    • mi sembra un ottimo post sondaggio.
      sono convinto che con la cultura si vince, convinci i tuoi compagni

  2. Sarebbe ora!
    Alcuni anni or sono facevo la medesima considerazione scrivendo a non ricordo più quale giornale, stimavo in circa mezzo milione gli aderenti e votanti. Mi sbagliavo per difetto e oggi ne rallegro!

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