Mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa.
Non lo sapevo mica che a Matera non fosse mai arrivata la linea ferroviaria delle ferrovie dello Stato. Davo per scontato che, capoluogo di provincia e della cultura lucana e non solo, ne avesse avuto diritto almeno con l’Unità d’Italia. Chiaramente, mi sbagliavo.
Matera, futura capitale europea della cultura, non ha treni dello Stato che la raggiungano. Né diretti, da Roma, né indiretti. Praticamente, Matera non esiste per Trenitalia.
E sì che di miliardi di lire ne sono stati spesi a centinaia, in passato dalle FS. Ma proprio a pioggia! Sono state costruite gallerie chilometriche, chilometri e chilometri di rotaie, addirittura una stazione con tanto di rivestimento in pietra, tanto per ricordare i Sassi. Una presa per il culo stratosferica per gli abitanti di una delle città più belle e antiche del mondo.
Una scenografia naturale per film e documentari. Per foto domenicali di sposi e di turisti in visita. Matera, la città scavata nella roccia, ha, però, di finto solo la linea ferrata con annessi e connessi.
Almeno 530 miliardi di lire sono stati seminati inutilmente. Se ci penso mi viene da organizzare una rivoluzione seduta stante. Poi mi dico che se non lo hanno fatto i materani in tutto questo tempo, non lo devo certo fare io. Chi sono io, per andare a svegliare un cane che dorme e che non vuole svegliarsi? Già! Perché le alte sfere di Trenitalia, intervistate, sembra abbiano risposto che per i prossimi anni non se ne parla proprio di stendere binari da quelle parti. E nessuno ci ha fatto una malattia.
Mi chiedo, però, come ci arriveremo, 4 – 5 milioni di visitatori ed io, a Matera nel 2019, quando sarà ufficialmente la Capitale Europea della Cultura? Ma con i trenini delle FAL! Quasi due ore per poche decine di chilometri. Cosa vuoi che sia il tempo…
Oppure, in aereo fino a Bari Palese e, poi, in navetta. O, magari, in pullman. O, ancora, in auto, scooter, bici, monopattino o a cavallo. O, mistico, a piedi. In qualsiasi modo, tranne che con un comodo (si fa per dire) treno di Trenitalia.
Dite che sia vergognoso? Noooo! La cosa non scandalizza più di tanto, al Sud, dove i treni rasentano il ridicolo, per numero, qualità delle carrozze, orari. Anzi, forse la sorte di Matera è più dignitosa di quella di altre città, dove la ferrovia sembra che ci sia, e, invece, somiglia a quelle del farwest di hollywoodiana memoria.
E che non si dica che ci piangiamo addosso. Noi, al Sud, le cose dell’Italia non ce le abbiamo proprio. Dal 1861.