Riceviamo e pubblichiamo le immagini che compongono un album dedicato a una nuova alba di Milano, totalmente deserta, che sarebbe lo scenario ideale per il regista Paul W. S. Anderson in un remake di “Resident Evil”, ma senza zombie in strada. A ricordare le parole pronunciate dal dottor Isaac nell’ultimo video della saga viene la pelle d’oca perché associamo tale discorso alla crisi globale che stiamo vivendo, provocata dal Corona virus.
Verrebbe da pensare che una manipolazione del sistema globale riesca a trovare l’unica nota positiva sul fronte ambientale, dove finalmente si registra il clima purificato, con buona pace di Greta Thumberg, e apprezzabili fenomeni naturali come l’acqua limpida dei Navigli e dei canali di Venezia che torna pulita senza l’intervento dell’uomo.
Si apre uno scenario inedito con questa fotogallery sulla città, che mai ha attraversato un simile momento in cui le emozioni negative si accavallano. Dalle immagini sembrano trapelare le grida silenziose, intrise di preoccupazione, sofferenza e angoscia, che i cittadini levano fra le grigie stanze delle proprie case e che ormai offuscano i bei ricordi di una vita passata in centro, dove si era liberi di camminare senza protezioni.
Marco Del Torchio, giovane fotografo professionista ed esperto di social, ha spaccato l’iceberg della paura, rotto le barriere dell’angoscia e si è recato per le vie del centro e della periferia, immortalando con la sua Reflex il panorama della città. Sono monumenti, scorci di palazzi, chiese e dettagli di una città involontariamente abbandonata dove pietre e asfalti rovinati, crepati e segnati dai cavalletti dei motorini, cicche fossilizzate ai supporti marmorei dei palazzi e ai corrimano o le buche evocano il ricordo della libertà di ieri che contrasta il forzato isolamento odierno.
Come in un limbo, aspettando l’alba del “nuovo ordine mondiale” che porterà una fulgida ripresa, possiamo guardare questi scatti d’autore con gli occhi di un poeta. Penso a Montale che nella celebre poesia “Meriggiare pallido e assorto” auspicava un varco oltre “una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia”. Per legarci all’attualità è come se noi oggi da quei balconi di palazzi ottocenteschi o razionalisti, Liberty ed eclettici che ornano le più eleganti vie di Milano o dai cortili interni delle case di ringhiera o dai più anonimi palazzi dell’hinterland milanese, finalmente riuscissimo a vedere l’agognata luce in fondo al tunnel e la definitiva sconfitta di questo killer invisibile che ha travolto i nostri ritmi quotidiani, segnandoci per sempre.

ph. Marco Del Torchio © marcodeltorchio.com 
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