Quel sindaco pescatore di anime contro la malavita

0

foto-di-scena-de-il-sindaco-pescatoreSpesso si dice che l’arte sia eterna. Bene, applicando questa idea a una delle funzionalità del teatro – il fare memoria attiva – non possiamo non riconoscere il valore de “Il sindaco pescatore”, per la regia di Enrico Maria Lamanna e ottimamente interpretato da Ettore Bassi.

Soprattutto al Sud c’è chi conoscerà la storia di Angelo Vassallo, colui che, appunto, era stato denominato “il sindaco pescatore”, ma è innegabile che il tempo e la staffetta tra generazioni possono portare all’oblio. L’Arte cerca di compensare a tutto ciò.

Il 5 settembre del 2010 l’uomo è stato freddato mentre rientrava a casa. Questo dato di fatto, già noto magari ad alcuni spettatori, lo apprendiamo sin dai primi minuti tramite un sentito racconto in prima persona. A un tratto, però, viene innescata poco prima che il suo omicida prema il grilletto, è in quell’istante che l’attore comincia a ripercorrere il cammino di quest’uomo, semplice e al contempo dalla forza rara. Ci sono attimi in cui torna a rivolgersi «al ragazzo», come se fosse quell’interpellazione che avrebbe voluto fare e per cui non gli sono stati concessi i minuti, ma solo trenta centesimi di secondo.

«Ero già benestante, non ci sono entrato per rubare» ascoltiamo come una frecciata che non tarda ad arrivare. Basta questa citazione per comprendere come questo testo (drammaturgia di Edoardo Erba), in linea con l’uomo che ha per protagonista, non ha timore di dire. Ettore Bassi veste molto bene i panni di Vassallo, percorrendo una sottile linea che vuole richiamare, come eco, il teatro di narrazione e, allo stessofoto-di-scena-de-il-sindaco-pescatore-foto2 tempo, creare un’empatia particolare parlando come se fosse lui. La regia di Lamanna segue proprio questo mood, assecondando le scene in cui sembra parlare alla platea (come se si stesse rivolgendo ancora ai suoi abitanti) ed esaltando (merito va anche alle luci) l’ “a tu per tu” immaginario col ragazzo.

Il resto lo fa la storia di questo pescatore, diventato sindaco per l’amore che nutriva verso l’ambiente e il suo paese natio, Pollica. «Il mare va rispettato come la legge» e lui è diventato un po’ un “Robin Hood” per i suoi concittadino, non per chi ne ha ordinato l’esecuzione.

“Il sindaco pescatore” è tratto dal libro scritto dal fratello, Dario Vassallo, con Nello Governato (volume che ha liberamente ispirato anche il film tv con Sergio Castellitto).

Lo spettacolo prodotto dalla Panart di Michele Ido sta toccando molti teatri anche del Meridione, personalmente lo abbiamo visto al Teatro Norba di Conversano, dove sono stati coinvolti dei ragazzi per interagire con l’attore in scena. Crediamo che questa scelta sia dettata dalla volontà di trasmettere ancor più simbolicamente, ai giovani, testimonianza di chi era Angelo Vassallo e dei suoi insegnamenti. «Per andare avanti bisognava tornare indietro» affermava l’uomo eletto sindaco dalla gente in totale limpidezza (tant’è che gli rinnovarono il mandato per tre volte e alla quarta era stato ) propugnando i valori della legalità e dell’ambiente.

il-vero-angelo-vassallo

«Restate ad ascoltare questi spari», dice l’interprete richiamando ad un ascolto che scacci l’indifferenza. È cronaca dei nostri giorni: non si sanno ancora i nomi dei responsabili di questa morte, ci si augura che possano emergere; dalle tavole del palcoscenico emerge la verità di un uomo semplice e carismatico.

“Il sindaco pescatore” proseguirà la tournée anche a gennaio 2017 toccando Campi Bisenzio (3 gennaio), S. Angelo dei Lombardi (4 gennaio), Fiumicino (14 gennaio), Magliano Sabina (15 gennaio).