Michela Cattai: biodesign e tradizione

0
@MichelaCattai_ArboreaVitrea_Salici_2025

Una sintesi originale di design, arte e biologia fornisce un contributo evolutivo alla tradizione vetraria di Murano

Quando si discute sui manufatti appartenenti al mondo magico del “vetro artistico” di Murano ci si chiede se questi afferiscano all’alveo del design o se fanno parte della dimensione dell’arte. O anche se è possibile riconoscerne l’ambiguità e l’ambivalenza.

Gli oggetti creati da Michela Cattai appartengono al primo ambito, ma posseggono un’identità complessa, ibrida, frutto di un approccio polivalente alla materia vitrea.

Le sue collezioni, che cambiano tema di volta in volta pur manifestando una chiara coerenza espressiva, sono permeate da un’aura lirica, surreale, quasi onirica. Ispirate al mondo vegetale, si presentano come dei corpi ibridi, dove le forme organiche vengono cristallizzate nella sinuosità del vetro soffiato a forte spessore. Le sue opere sono prevalentemente monocolori, a superficie satinata.

Sebbene le risorse lessicali offerte dal vetro artistico siano illimitate, fino al parossismo, Cattai si ispira alla fisionomia elementare degli individui che popolano la biodiversità lagunare. Questi oggetti sono il frutto di un confronto “sul campo” con i maestri vetrai assieme ai quali, per ore e ore la designer manipola il vetro magmatico all’insegna di un “saper fare” millenario, ma alla ricerca di nuove soluzioni formali e poetiche.

In occasione della Milano Design Week 2025, Michela Cattai ha aperto le porte del suo studio di via Brera 4 per presentare due progetti inediti: Vetro Cucito e la nuova collezione Arborea Vitrea. Ancora una volta, forme solide, concrete, che materializzano l’immagine di quella parte di Adriatico un po’ sonnolenta e rarefatta.

L’elemento-guida di Vetro Cucito è un modulo in vetro soffiato di Murano che nasce dal desiderio di “ricucire” memoria e presente. Le superfici, attraversate dalla luce, si trasformano in fondali pittorici e scenografie fluide, evocative, in continuo mutamento. I moduli possono essere assemblati tra loro in composizioni verticali sospese, diventando divisori, quinte sceniche o percorsi immersivi. Ideali per spazi pubblici e privati, grazie alla loro leggerezza visiva e alla ricchezza materica. Vetro Cucito è più di un oggetto: è un’esperienza sensoriale che invita a rallentare e abitare lo spazio con uno sguardo rinnovato.

Arborea Vitrea presentata per la prima volta al pubblico, esplora il dialogo tra arte e natura attraverso una serie di sculture in vetro soffiato, lavorate interamente a mano con tecniche muranesi d’eccellenza. Anche questa serie è caratterizzata da forme organiche, cromatismi sofisticati, texture materiche e contrasti tra luce e opacità che richiamano la complessità degli ecosistemi naturali. Arborea Vitrea è un atto di metamorfosi, un linguaggio plastico che fonde creatività contemporanea e memoria delle fornaci.

L’autrice opta per una palette di tonalità fredde o neutre, che rispecchiano un paesaggio naturale un po’ aspro.

@MichelaCattai_Lampada_Foresta_2025

Un elemento di novità è rappresentato sicuramente da Foresta: il vaso diventa lampada. Essa conserva la propria identità scultorea che si erge come una pianta autoctona lagunare, creando un gioco continuo di riflessi e trasparenze; mentre Salice e Cespo, due sculture dall’assetto dinamico, celebrano la trasformazione e la forza poetica del vetro.

Per Michela Cattai, veneziana per nascita, poi milanese per l’attività di gallerista, ma ancora veneziana per il rapporto che intrattiene costantemente con i maestri vetrai di Murano, la creazione è soprattutto ricerca. Dopo una lunga collaborazione con Venini, di cui è stata direttrice artistica, ha intrapreso un percorso del tutto autonomo nell’ambito della lavorazione artistica del vetro. Pur rimando sicuramente radicata in quel substrato, interpreta e fa evolvere quell’eredità in una chiave più personale facendo ricorso a un vasto orizzonte di suggestioni figurative. Oltre ad attingere dalla Laguna una certa téchne – fissa, dogmatica, gelosamente custodita – essa rilegge quel paesaggio in chiave figurativa, come sistema carico di valori bio-ambientali che diventano spunti iconologici.