Rome Future Week: la Capitale si veste di Futuro e Innovazione

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Oltre 150 eventi diffusi per la città e organizzati in altrettanti luoghi iconici, più di 50 Ambasciatori dell’innovazione, si presenta così a imprese e curiosi la Rome Future Week® (RFW), primo evento diffuso ideato da SCAI Comunicazione e dedicato ad aziende, istituzioni, scuole e associazioni che hanno interpretato, attraverso quattro grandi temi, il futuro di Roma e non solo: Growth, Connections, People, Experience.

Roma Capitale dall’11 al 17 settembre si vestirà di “Futuro”, ne abbiamo parlato con Michele Franzese, ideatore del progetto.

Lei è noto per strutturare iniziative complesse e spesso pionieristiche. È un suo metodo di lavoro questo di creare eventi “futuribili” e difficili?

È un metodo di lavoro per mettermi sempre alla prova con iniziative di difficoltà crescente. Nasce spesso come una sfida con me stesso e con il team, ma poi di base c’è sempre la voglia di creare qualcosa di bello per i territori che ospitano gli eventi e per le persone che ci partecipano. Innovare format e linguaggi contribuisce anche a interessare le persone e riunirle attorno a temi comuni

Come sta reagendo Roma a questa sua idea di “traslocare” nella Capitale tematiche che da tempo Milano porta avanti con successo?

Con enorme entusiasmo. Forse non mi aspettavo che tutte le parti intercettate sarebbero state così coinvolte e desiderose di mostrare il loro lato migliore. Questo perché spesso Roma e i suoi ecosistemi si lasciano sopraffare da un racconto negativo. Questa volta, solo bicchieri mezzi pieni, almeno per una settimana.

L’idea di un evento diffuso, che dura una settimana, rappresenta una grande sfida. A che punto siete con le adesioni? Ci può anticipare qualcosa?

Più di 150, ma credo che ancora ce ne saranno. Come sapete l’innovazione e la voglia di partecipare sono contagiose, e proprio negli ultimi giorni stanno scattando una gara ed un effetto domino imponenti. Telefonate, richieste di diventare Ambassador, speaker che fanno capolino, tutti vogliono fare qualcosa, e a noi fa solo piacere. Rome Future Week è di tutti, della città, dei cittadini, delle imprese. L’invito è “venitevi a prendere la vostra fetta, le porte sono aperte!”

A RFW  quali presenze si aspettano? 

Ci hanno scritto già tanti da Milano, Bologna, Napoli, Firenze, per capire come e quando venire, e credo che l’impatto sarà ancora più forte quando uscirà il programma. L’idea è quella di attrarre gli innovatori ed i curiosi di futuro di tutta Italia, invitandoli a venire a Roma, dove i motivi per passare qualche giorno sono già tanti, gliene stiamo solo aggiungendo uno (o duecento…) in più!

Abbiamo visto che sta nominando sul campo i suoi “Ambassador”. Questa formula l’ha già applicata in altre iniziative?

L’iniziativa funziona perché le persone hanno voglia di aiutare, di partecipare, di sentirsi protagonisti. E a noi fa piacere, perché davvero questo vuole essere un evento di tutti. D’altronde Roma difficilmente può avere un solo padrone, la storia lo dimostra. Inoltre in una città così grande e “disgregata”, con tanti poli di attrazione di cui nessuno così potente da attrarre tutti, servivano delle calamite diffuse, in grado di attrarre zone, ecosistemi, settori, mondi differenti. E gli Ambassador lo stanno già facendo alla grande!

Roma è anche Cinecittà, Teatri, Cultura, Musei. Turismo.  Sarà in qualche modo coinvolto il mondo culturale o RFW rimane una iniziativa prevalentemente legata ai temi dell’innovazione?

Per noi è prioritario coinvolgere quei mondi, perché a Roma è proprio lì che si concentrano risorse e innovazioni. Ma è un mondo che devi tirare dentro perché quando si parla di futuro non si sente tirato in ballo. Quindi voglio esortare pubblicamente  tutti coloro che operano nella cultura e nel turismo ad aderire portando nella Galassia Rome Future Week il lavoro che stanno facendo!

Una cosa che mi incuriosisce è sapere se effettivamente il tema “innovazione” stia risultando di interesse per lo più per i più giovani o se rimanga trasversale.

In realtà l’innovazione in Italia è quasi appannaggio degli over 40, ma per fortuna a Roma giovani e startupper sono molto attivi, loro stanno rispondendo alla grande. Io spero di riuscire ad arrivare a tanti giovani, anche attraverso scuole e università, a fargli passare il messaggio che a Roma  l’innovazione si fa e li aspetta, nelle imprese, nelle associazioni, nella città. Diamo un calcio definitivo al decadentismo romano!