Marisa Laurito:”Patroni Griffi leggeva la realtà con quell’ironia arguta che condanna “

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In ph. Marisa Laurito in "Persone naturali e strafottenti "

Quattro personaggi, quattro solitudini che in un Capodanno napoletano, chiusi in un appartamento, si parlano addosso, ripercorrendo ciascuno la propria storia e riflettendo su una vita vissuta nell’impossibilità di esprimere autenticamente le se stessi. Sono i protagonisti della famosa pièce “Persone naturali e strafottenti” di Giuseppe Patroni Griffi, opera scandalosa del 1973, che oggi, nella nuova versione prodotta da AltraScena, per la regia di Giancarlo Nicoletti, restituisce giustizia al suo autore, confermandone l’incontestabile lungimiranza e attualità. Dopo tre anni di tour, l’opera – parte della rassegna “L’AltroTeatro – OnStage Metropol” (organizzata dalla società “L’AltroTeatro” e dallo stesso Metropol col patrocinio del Comune) – chiuderà stasera (ore 20.30) al Teatro Metropol di Corigliano-Rossano.

Unico personaggio femminile tra i protagonisti, Donna Violante, proprietaria dell’appartamento in cui si svolgono i fatti, cui presta volto e talento Marisa Laurito. Dai suoi esordi in teatro con Eduardo De Filippo, l’attrice partenopea vanta oggi una carriera prestigiosa, tra cinema tv, fiction; ma il teatro rimane il suo vero amore. Lo si coglie nella passione con cui parla del testo di “Peppino” e nella sfida di interpretare un ruolo scritto da Patroni Griffi per Pupella Maggio nella versione originale. Ci parla dell’attualità del testo nelle sue tematiche allora tabù e oggi ancora sul tappeto, sottolineando come sia stata proprio la sua tipica irriverenza a convincerla. “Ho accettato il testo perché negli anni ’70 fece grande scandalo a causa dei suoi argomenti scottanti. Peppino lo aveva scritto con troppo anticipo perché la gente potesse comprenderlo a fondo. Infatti era un lavoro rivoluzionario perché lui aveva intuito tutto ciò che sarebbe accaduto, precedendo eventi che poi si sono avverati”. Il copione è infatti una tragicommedia cruda, poetica, esilarante, persino surreale, e i quattro personaggi – il travestito Mariacallàs (Nicoletti), lo studente omosessuale Fred (Alessandro Giova nel ruolo che fu di Gabriele Lavia), lo scrittore nero Byron (Livio Beshir) e la stessa Donna Violante (Laurito) – dividono le loro solitudini, fra accese discussioni, recriminazioni, desideri repressi, liti e violenze sessuali, mentre fuori sembra c’è la vita e la città saluta il nuovo anno.

Sei tornata alla drammaturgia d’autore. Che personaggio è Donna Violante?

E’ una donna disperata che ha avuto una vita difficile, chiusa a fare la cameriera in una casa d’appuntamento dall’età di 16 anni. Non ha mai ricevuto amore e per questo non vuole amare, e dice con orgoglio “Io sono vergine, a me gli uomini mi hanno fatto schifo da subito”, perché ne ha viste di cotte e di crude e non si è mai data. Sognava l’amore e se lo è auto negato, e ancora oggi che ha un’età la sua vita è piena di problemi e miserie. E’ un personaggio drammatico ma con alcune note d’ironia, come piace a me, perché dalla tragedia può venire fuori la comicità. Un talento tipico dei grandi napoletani come Eduardo e lo stesso Peppino.

Il regista lo descrive come post-eduardiano e pre-ruccelliano. In quali elementi secondo te si ricollega la storia a questi due giganti della drammaturgia?

Il testo sicuramente racconta una Napoli scura, dark, disperata, non da cartolina ed ha una radice eduardiana perché tratta in modo divertente e ironico uno stato sociale: osserva la società e le sue contraddizioni con quell’ironia arguta che condanna. Quindi tratta la tragedia esattamente come Eduardo e tanti grandissimi autori.


Quali le tematiche del testo ancora sul tappeto?

L’attualità è tanta. Ancora oggi la gente non accetta la diversità. Poi c’è il fenomeno dell’immigrazione, col nero colto Byron che stupra un bianco. E’ quanto sta accadendo, perché la popolazione dell’Occidente è in netto calo rispetto ad alcune razze. Anche in questo senso Peppino aveva fatto previsioni azzeccate su una razza nera che sarebbe diventata più forte di quella bianca. Anche la non totale accettazione degli omosessuali è un argomento attuale. Insomma, la grande attenzione ai diritti umani è la vera attualità del testo.