La showgirl ed ex Miss Italia Martina Colombari spegne 47 candeline. Il tempo passa ma il suo fascino resta quello del lontano 1991, quando a soli 16 anni viene eletta Miss Italia. Da allora una carriera di successo, come attrice e conduttrice tv. Per l’occasione vi proponiamo le due interviste che le avevano fatto i nostri Michele Vanossi e Giovanni Terzi (Redazione)
Martina Colombari: “Ho scampato la morte due volte”
Di Michele Vanossi -16/10/2017
Sfilate di moda, tv, fiction, film, musical e volontariato. Sono queste le attività principali che hanno caratterizzato il passato e che scandiscono il presente di Martina Colombari.
Non tutti conoscono il suo impegno nel sociale (forse è più noto quello sui social, dove la ex Miss Italia di Riccione annovera un nutrito numero di fans), perché erroneamente, come lei spiega, ci si limita a vederla come icona di bellezza da carta patinata piuttosto che impegnata in attività che sconfinano il mondo dello spettacolo.
Ho letto il titolo di un inserto del Corriere della Sera circa i suoi viaggi ad Haiti, di cosa si tratta?
Da otto anni insieme a tante altre persone do una mano alla Fondazione Rava per la quale sono appena rientrata da Norcia dove abbiamo inaugurato le scuole per i terremotati. Ma un appuntamento fisso al quale non rinuncio è Haiti, o meglio: i bambini di Haiti. Quando sono lì (mi ci reco almeno una o due volte l’anno) lavoro tutto il giorno a fianco dei volontari impegnati nel tentativo di dare sollievo alle vittime di tanta miseria. Sia chiaro che non lo vivo come un sacrificio o un dovere e nemmeno per passare per quella buona o per farmi pubblicità. Il frutto di queste esperienze è anche quello che cerco di insegnare a mio figlio (che gradualmente, in futuro porterò con me), quindi niente sprechi ma sobrietà, rispetto e aiuto con gesti, parole e soprattutto fatti concreti.
Il tema volontariato è ampiamente descritto nella sua autobiografia.
Si, l’ho scritta nel 2011 insieme a Luca Serafini. Il titolo è: La Vita è una. Molte pagine sono dedicate al racconto della realtà di Haiti, luogo purtroppo caratterizzato da un altissimo tasso di mortalità infantile e dove la povertà si percepisce ad ogni angolo.
Anche suo marito [Alessando Costacurta, ex difensore del Milan ndr] è impegnato nella solidarietà?
E’ un volontario di Abio (Associazione Bambini in Ospedale). Poter aiutare e fare qualcosa per il prossimo ci accomuna, ci unisce e ci interessa particolarmente.
Un episiodio OFF della sua vita?
Ne ricordo in particolare due Quindici anni fa mi trovavo a Manchester e nel centro commerciale vicino all’hotel dove soggiornavo, l’IRA annunciò la presenza di una bomba. Ci fecero evacuare dalla zona con altre 75mila persone. L’esplosione provocò circa duecento feriti. L’altro momento off è legato a un evento naturale: un uragano si scatenò durante una vacanza ai Caraibi e portò via quasi tutto. Due episodi di paura pura!
E’ stato difficile il passaggio al mondo del cinema?
A me recitare piace moltissimo, però all’inizio ho dovuto faticare. Mentre all’estero puoi essere performer a 360 gradi, in Italia se fai la modella o lavori in tv sei sempre osservata con la lente di ingrandimento, sei vittima di tanti pregiudizi, o pensano che tu non sia all’altezza, quasi come se la bellezza offuscasse altre doti.
Che significato aveva diventare Miss Italia in passato? E oggi?
In Italia fino a qualche decennio fa era il concorso che dava l’opportunità di emergere e di cominciare a calcare le scene, soprattutto nell’ambito del cinema e della moda (il famoso trampolino di lancio). Detto questo, io non ho partecipato a Miss Italia perché sognavo di fare l’attrice, la modella o di fare tv. Mi sono iscritta (anzi mi hanno iscritta, visto che ero minorenne), solo perché curiosa di partecipare a quella trasmissione che seguivo ogni anno da telespettatrice che aveva un indice di ascolto altissimo (come il Festivalbar o i Giochi senza Frontiere). Circa il significato di Miss Italia oggi, credo che l’avvento e il sopravvento dei reality, dei talent e del web abbiano rovesciato le carte: innanzitutto i giovani non stanno quasi più davanti alla tv a meno che si parli di Netflix, di Sky o di altre piattaforme. Lo slogan col quale fu istituito il Concorso agli esordi (“5000 lire per un sorriso”) oggi non avrebbe più alcun significato.
Era molto giovane quando ha iniziato a lavorare…
Sì, ho vinto Miss Italia il 9 settembre 1991 appena sedicenne. Mi chiesero subito di sfilare in occasione di Milano Moda Collezioni per Bluemarine, Armani, Versace, Versus, per Les Copains. Insomma la moda è stata per me il punto di partenza e solo in seguito sono passata alla tv, al cinema, alla fiction e al teatro.
Pensa di avere perso un pezzo di adolescenza?
Speravo che andando avanti con l’età mi dimenticassi di quel gap, della spensieratezza, del gioco, delle cavolate tipiche dell’adolescenza. Attorno ai venticinque/trent’anni ho cercato di recuperare facendo qualche volta le sei di mattina in giro con le amiche. Ma non è la stessa cosa, quella fase della vita non vissuta come le mie coetanee mi mancherà sempre! D’altra parte da ragazzina andavo in discoteca per lavoro, con la fascia di Miss Italia.
Come affronta il passaggio del tempo una ex Miss Italia, ha mai ceduto alle tentazioni della medicina estetica?
Cerco di prendermi cura di me stessa con un’alimentazione abbastanza sana; non fumo, assumo qualche integratori e, solo in occasioni speciali bevo del vino. Poi , appena posso, corro nel parco vicino a casa o vado in palestra. Comunque non sopporto gli eccessi. Per le cure estetiche faccio qualche piccola iniezione di vitamine, oppure dei peeling profondi; credo siano i trattamenti più adatti alle quarantenni e alle cinquantenni. In televisione mi capita di vedere alcune trentenni devastate da filler o da lifting. Non bisogna non dimostrare la propria età, ma essere curate e soprattutto vere! Un esempio per tutte? Cindy Crawford.
In passato ha preso parte a due musical, quindi anche il teatro si può annoverare tra le sue esperienze lavorative importanti..
Il teatro è un’esperienza lavorativa e di vita. E’ adrenalina pura, un mondo di emozioni, mi cattura totalmente.. è un po’ come farsi trasportare dalla magia.
Martina Colombari: “Quel giorno ad Haiti la mia vita cambiò”
Di Giovanni Terzi -22/05/2019
Martina Colombari è sicuramente una donna che sa cogliere quelle esigenze che ti fanno guardale vita da un nuovo punto di vista. Per questo la nostra conversazione si sofferma sul suo ormai decennale impegno sociale con la Fondazione Rava.
Com’è iniziato il tuo impegno nel sociale?
Dopo anni di vita meravigliosa e soddisfazioni professionali e un rapporto d’amore con un uomo bello come il sole ti rendi conto che, perché tutto abbia ancora più senso, serve qualcos’altro, un impegno che ti metta in contatto con la parte più profonda di te stessa. Desidero lasciare un mondo migliore a mio figlio e quindi ho deciso di impegnarmi affinché questo accada. Tutto è nato dieci anni fa con la mia prima visita ad Haiti…
Cos’è accaduto?
La tua scala dei valori si modifica: capisci che rimarrà in eterno “solo” quella parte di noi che abbiamo dedicato agli altri. Haiti mi dà tanto e una persona non può “testimoniare” se non vive da volontario.
Hai un ricordo di quella prima volta ad Haiti?
Fui invitata dieci anni fa alla Scala di Milano per un evento di raccolta fondi della Fondazione Rava e lì conobbi una realtà straordinaria. Immediatamente mi misi a disposizione per fare la prima missione e partii per Haiti un mese dopo.
Quale fu la tua prima impressione?
Haiti è il secondo posto più povero al mondo. In quell’isola meravigliosa sembra ci sia un accanimento del destino: piaghe, corruzione, alluvioni e calamità naturali. Io poi arrivai di giovedì, il giorno in cui svuotano gli obitori e ci si prende cura dei corpi per essere messi in fosse comuni. Quell’esperienza ha segnato per sempre la mia vita.
Ora sei parte di loro…
Sì, a tal punto che hanno chiamato un Ospedale “Clinica Martina”, un gesto che mi ha riempito di gioia.
Sei stata ambasciatrice di Expo Milano: qual è stata la tua esperienza?
Straordinaria, di cui ringrazio il sindaco Giuseppe Sala. Expo Milano è stata un’iniziativa di grandissimo valore, dove il tema del “nutrire il pianeta ed energia per la vita“ conteneva profondamente i miei ideali anche legati alla alimentazione.
Già, l’alimentazione: un altro tuo impegno.
Ho il dovere di fare tutto ciò che è possibile per stare bene, anche per un senso di responsabilità nei confronti di chi amo, mio marito e mio figlio. Poco tempo fa sono stata a Villa Miralago a Varese, una struttura dove vengono curate l’anoressia e la bulimia. Ho parlato con tante ragazze malate di anoressia, che mi hanno regalato senza alcun filtro la loro esperienza.
Martina, un episodio Off della tua vita?
Non esiste un episodio in particolare, ma un comune denominatore che mi porta sempre a “coincidenze” fondamentali per i cambiamenti.
Il tuo sogno per il futuro?
Creare una start up legata al sociale costruendo una vera e propria community per sensibilizzare la cultura dell’impegno per il prossimo.