Davide Melis:”Le mie canzoni sono un grido di protesta. Tra un sorriso ironico e sana rabbia”

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Davide Melis è un giovane cantautore molto attento alle tematiche sociali. Col suo ultimo singolo Molte multe, Davide denuncia un sistema che vede nella multa non il modo di favorire il rispetto delle norme ma semplicemente quello di avere un guadagno economico.

E’ appena uscito il tuo singolo “Molte multe”, che cosa vuoi comunicare?
Vorrei comunicare il disagio per un sistema che non condivido. Il fastidio e l’impotenza di fronte alla perdita del “buon senso” e al sempre più frequente utilizzo di multe e sanzioni non tanto al fine di favorire il rispetto delle norme, quanto per far tornare i bilanci delle amministrazioni nel tentativo costante di spremere dai portafogli della gente più soldi possibile eludendo il principio della
proporzionalità. Sì, lo so, ha un vago sapore di qualunquismo… però, volendo estremizzare, questa è la realtà. Purtroppo l’utilizzo di evoluti sistemi informatici, banche dati, tracciamento, telecamere, geolocalizzazione… permette di sanzionare con una grande facilità ma nel contempo rende molto difficile opporsi ad eventuali “abusi” o “esagerazioni” o anche a semplici errori. Così si crea anche una grande disparità di trattamento tra chi può permettersi di pagare, senza alcuna reale conseguenza, e chi (magari già non riuscendo ad “arrivare a fine mese”) si ritrova sommerso da cartelle di pagamento che lievitano nel tempo fino a trasformarsi, talvolta, in prelievi forzosi dallo stipendio o peggio. Dunque, la sanzione che nasce come ammenda per aver infranto una norma, di fatto genera una forte ed ormai quasi intollerabile discriminazione. Chiaramente però alla fine io canto solo una canzone tra ironia, protesta e disperazione.

Dal punto di vista stilistico come si presenta?
Molte Multe rappresenta per me qualcosa di nuovo (così come i prossimi brani che usciranno). Il brano nasce chitarra e voce ed ha senza dubbio una struttura piuttosto canonica anche se il ritornello inizialmente era stato pensato come Special ma poi, in una fase di
lavorazione già avanzata, ho deciso di utilizzarlo come inciso perché mi “suonava meglio”. Il sound fresco, caratterizzato da riff di synth e tastiere, grazie all’arrangiamento di Edoardo Bruni, vuole proporre proprio una visione auto ironica dei temi trattati.

Questo nuovo lavoro rappresenta un proseguo o un punto di rottura?

Come accennato prima credo di essere passato, artisticamente parlando, da un importante punto di svolta e sono convinto che questo brano e tutti quelli scritti più di recente (e che usciranno prossimamente) siano certamente un “punto di rottura” o per lo meno di
evoluzione rispetto al passato. Ho imparato ad ascoltare meglio il mio istinto creativo e a scrivere canzoni che prima di
tutto devono rappresentare ed emozionare me stesso. Quello che sono e quello che penso, senza compromessi.

il colore verde si fa tematica fondamentale del pezzo. Cosa rappresenta per te questa
cromia?
Si dice che il verde sia il colore della speranza, il termine “green” oggi ha, nell’immaginario collettivo, una valenza positiva. Sa di ecosostenibile, di politicamente corretto… Ma è questa la “svolta green” tanto auspicata dai media e che ha anche a che fare con
l’economia circolare? Qui di circolare c’è piuttosto una sorta di “tassazione multipla a loop” frutto di un sistema normativo e di controllo digitale talmente sovraccarico di regole (e ancora anacronisticamente succube della burocrazia) da rendere quasi impossibile l’adempimento
stesso. Il risultato è quello di ritrovarsi a pagare delle somme smodate e irrazionalmente smisurate che, il più delle volte, sembrano “fatte per fottere soldi alla gente”. E anche il colore di chi è senza soldi è il verde. La reazione non può che tradursi in un impeto di ribellione, di rabbia (del resto anche labile è verde) unite ad una incredula esasperazione, tra le lacrime di disperazione e le folli risate di chi non può fare altro che prendersi gioco dell’assurda situazione, purtroppo piuttosto comune a molti (forse troppi) ed abbandonarsi alla totale rassegnazione.

Sei stato vincitore del premio Lucio Battisti per la canzone d’autore di Molteno
È la mia valvola di sfogo, la mia poesia, la mia autoanalisi, la mia follia, la mia fotosintesi e
la mia energia.

Progetti per il futuro?
Per ora penso solo alla pubblicazione dei prossimi singoli e del mio secondo album da solista dal titolo Secondo Me(lis) che mi auguro esca entro il prossimo anno. Un progetto sempre tra un sorriso ironico e un filo di sana rabbia.