Paola Quattrini: “Noi donne sempre in prima linea”

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Un invito a guardare al domani con speranza ed ottimismo senza rinunciare ai propri sogni nella pièce “Oggi è già domani”, di Pietro Garinei, che ha segnato la riapertura del Teatro Manzoni di Roma, ove sarà in scena fino al 23 maggio prossimo. Scritto da Jaja Fiastri, con musiche originali di Armando Trovajoli e un brano cantato da Serena Autieri, lo spettacolo è la versione italiana di “Shirley Valentine”, testo del drammaturgo inglese Willy Russell di cui Garinei comprò i diritti specificatamente per la protagonista Paola Quattrini. Nuovamente nei panni di Dora Valenti, l’attrice è una casalinga cinquantenne con un marito assente, pretenzioso e distratto e due figli litigiosi ed egoisti. La donna affida le sue riflessioni sull’esistenza all’unico amico fidato: il muro della cucina, cui confida sogni, desideri e ricordi felici, fino al giorno in cui pianta in asso la famiglia e parte per un’esotica avventura in Grecia. Uno scoglio in riva al mare diventerà il suo nuovo confidente, trasformando il suo oggi in un bellissimo domani e il grigio in più colori. “Ci sono tante Dore sparse per l’Italia, donne che si rivedono in questo personaggio – ci dice la Quattrini – Lo spettacolo ha un finale aperto in cui mi rivolgo alle spettatrici chiedendo “Voi cosa fareste?”. Amo il personaggio di Dora perché è tenera, fragile, ma anche forte e decisa. La pièce inizia con una classica scena da casalinga: sono struccata, ho mollettone in testa e ciabatte e preparo una frittata, mentre dico al muro “tu sei molto paziente perché non mi interrompi mai, mi ascolti”. Per Dora l’obiettivo fondamentale non è tanto dove andare, ma riuscire ad oltrepassare quel muro. Ha paura di non ritrovarsi passandolo, mentre in realtà è proprio rimanendo dietro il muro che non ritroverà mai se stessa”.

Il testo è un quindi un omaggio al coraggio e alla forza femminile nelle difficoltà. Due qualità ampiamente dimostrate dalle donne che hanno combattuto in trincea contro la pandemia….

“Si, le donne sono state in prima linea, come sempre; perché spesso siamo noi a dare coraggio agli uomini e le donne che hanno lottato contro il virus sono state impavide e ammirevoli per la loro dedizione verso i malati e le famiglie, sia nel pubblico che nel privato. A loro il nostro plauso”.

La voglia di ricominciare della protagonista è come quella del pubblico che in queste settimane è accorso in teatro a vederti?

“Ho portato in scena questo testo tante volte, e mai come oggi ho trovato un pubblico dalla parte di Dora, così entusiasta e con tanta voglia di vivere. La gente ha bisogno di tornare alla vita e il teatro è vita. Spero che presto non si debba più ricorrere a misure anti-Covid, perché a me e ai colleghi manca il contatto fisico col pubblico, la possibilità di incontrare e abbracciare in camerino la gente che viene ad applaudirci e a cui dobbiamo tutto”.

Recentemente sei stata premiata come miglior attrice al Dubai Indipendent Festival e al Festival di Los Angeles col corto “Fedora” di Enrico Andrea Marrari e quest’estate aprirai il Festival Teatrale di Borgio Verezzi con la pièce “Slot”. Cosa puoi dirci a riguardo?

“E’ stato bello andare così lontano e ricevere un premio, anche se a distanza. “Fedora” è una storia completamente diversa rispetto a “Oggi è già domani”, molto drammatica, dove l’aspetto del lutto è ispirato alla perdita del figlio di Silvana Mangano. E’ un corto nato come un gioco, dalla mia amicizia col giovane stilista Marco Coretti che aveva realizzato un abito molto particolare, in cristallo. Un lavoro fatto senza alcuna aspettativa di un successo del genere. “Slot” è scritto e diretto da Luca De Bei, col quale avevo già interpretato “Tempeste solari” all’Eliseo di Roma. E’ una commedia che ha per protagonista una donna in preda alla ludopatia, abbandonata dal marito, col solo conforto di queste macchine da gioco da cui è dipendente. Miei compagni di scena saranno Paola Barale e Mauro Conte”.