Il Sud e il sesso. Mare e carne, paesaggi ed erotismo. La libertà ispirata dal Mediterraneo e la fierezza di essere “Meridionale“, titolo del nuovo album (Sony Music) in uscita il 12 marzo e del suo prossimo live tour in partenza ad ottobre. La Calabria, la sua. Madre e amante in cui rifugiarsi. Da abbracciare fregandosene delle regole, per creare musica. «“Meridionale” è un omaggio a chi mi ha dato la voce. È la mia prima occasione per accendere una luce buona su una terra raccontata spesso a tinte scure, è un’occasione per vederne uno dei suoi infiniti lati buoni, il mix di culture diverse che l’hanno resa unica, speciale», spiega l’artista. E “Ora” che è in gara al Festival di Sanremo, Aiello canta le macerie degli amori finiti, le scorie emotive che spettano a chi ci sarà in futuro e saprà accarezzare le cicatrici del passato. Leccando le ferite. Quei segni sulla schiena, che sono nei della memoria, si incastrano come in un puzzle nell’inedito presentato sul palco dell’Ariston per la 71esima edizione della kermesse canora, senza pubblico in sala. Certificato disco di platino, “Vienimi (a ballare)” è stato il brano che ha sciolto al sole di un’estate diversa, a causa del Covid, ricordi e passioni che sanno di sabbia e salsedine. Vestendo il cantautorato con suoni e colori sconosciuti, che hanno il fascino decadente di Cosenza Vecchia e aprono le porte più buie, quelle chiuse in faccia a chi ha talento. Non solo da vendere. Edonismo, l’arte per l’arte, le parole nei testi penetranti, la gestualità protagonista dei videoclip. Fari in fondo al tunnel del panorama musicale italiano legato ancora, purtroppo, ad un’omologazione che non serve più.
La Calabria sta dimostrando di non essere la terra degli stereotipi che tutti hanno sempre descritto. Lo ha dimostrato con le produzioni cinematografiche, come “Padre nostro” a Venezia 77, e con la musica. Lei la canta e la racconta nei suoi testi…
«Nel mio piccolo provo a raccontare uno dei suoi infiniti lati belli. La contaminazione culturale, la carnalità e generosità di un popolo che non si arrende mai e quel mare, il mare».
In gara al Festival di Sanremo targato Amadeus, dopo il successo estivo. Se lo aspettava?
«No, io non mi aspettavo Sanremo in generale sulla mia strada, nonostante lo abbia sempre guardato in tv».
Nelle sue canzoni nostalgia, ricordi ma anche rinascita e voglia di reagire. Il brano “Ora” parla della difficoltà di superare una storia d’amore finita male. E chi arriva dopo nella nostra vita si prende pure il peggio di noi, provati dal nostro passato. È così?
«È così, quando liberi le tue stanze dalle macerie di storie precedenti, chi arriva nel mentre si prende il peggio di te e, il più delle volte, resta solo il sesso. Il Sesso Ibuprofene, un sesso liberatorio, a tratti tossico, a tratti curativo».
L’hanno definita “sex symbol”. Che ne pensa?
«Che ridere! Ho pure la pancetta. Chi lo ha detto deve volermi molto bene (ride, ndr)».
Nei suoi pezzi gioca, provocando, con il concetto di sessualità, sesso e libertà di espressione. Crede che su questi temi, nel 2021, ci siano ancora pregiudizi e tabù?
«Sì, restano ancora muri e imbarazzanti freni. Sono per la libertà e la diversità in tutto, figuriamoci nel sesso. Sento il dovere di cantarlo e, se necessario, urlarlo. I miei figli, i miei nipoti rideranno di questo tempo, di questi discorsi, ne sono sicuro».
Le interviste Off comprendono sempre un episodio buffo e divertente degli inizi della carriera di un artista. Qual è il suo?
«Ricordo che da ragazzino, ancora piccolo, incontrai un “agente”. Mi disse che sarei stato perfetto per il mercato latino, che avrei dovuto lasciare la mia ragazza, tingermi i capelli biondo platino e fare degli scatti molto sexy per raccontare la mia arte. Feci fatica a trattenermi dal ridere. Non l’ho più incontrato».
Nel 2013 firma la colonna sonora di “Abbracciami”, corto di Giulia Fiume. Oggi, a causa della pandemia ancora in corso, le mancano i piccoli gesti come un abbraccio o la musica è stata per lei il rifugio che l’ha protetta da ciò che sembra non essere più consentito nella quotidianità?
«Mi manca il contatto fisico, terribilmente. Necessito di abbracci tutti i giorni. Se non avessi avuto la musica avrei sofferto ancora di più, sicuramente».
Ha lanciato da poco il progetto “Meridionale Live”, un tour che ha addirittura raddoppiato la date nel suo amato Sud. Di cosa si tratta?
«Si tratta di un live che sogno da un anno, che mi hanno strappato ma che presto riprenderò e sarà fuoco, festa, sudore, forse qualche lacrima. Meridionale come me, come il mio secondo disco, come la mia visione della vita. Vorrei fare molte più date al Sud ma non è facile, ahimè».
Con chi le piacerebbe collaborare o duettare tra i talenti della nuova generazione musicale italiana ?
«Onestamente non ne ho uno in particolare. Nel disco duetto con SVM, voce stra-cool, nuova della scena R&B italiana, napoletana. E sul palco dell’Ariston porto con me Vegas Jones. Sono molto contento».
Fra salite e discese è arrivato sul palco dell’Ariston e ha spiccato il volo. Le porte in faccia, di sicuro, non sono mancate. Cosa consiglierebbe a chi vuole intraprendere questo mestiere?
«Crederci profondamente e non mollare mai, è dura, quasi impossibile. Ma a volte i sogni diventano realtà».
Aiello_credits Ph. Gabriele Gregis