È il più noto soprano italiano Adonà Mamo e lo si può scoprire attraverso il suo ultimo lavoro, una interpretazione straordinaria dell’aria Casta Diva tratta dall’opera lirica Norma di Vincenzo Bellini, disponibile in versione MP3 online. Apprezzato nell’edizione speciale del Tale e Quale Show, Adonà si è esibito nelle vesti di Maria Callas suscitando una grande emozione per la somiglianza, vocalmente parlando, del più famoso soprano del mondo.
Adonà, che cos’è un sopranista?
Un soprano è un maschio che con il ripiego della corda falsa canta con una voce femminile. In generale tutte le voci di testa, come venivano chiamati un tempo i tenori leggeri, ripiegano in un falsetto e per una ottava, un’ottava e mezzo, pur avendo una voce maschile, cantano con una voce femminile che comunque è in falsetto. Un soprano come il sottoscritto, avendo la laringe sovrapponibile, raggiunge una vocalità totalmente femminile di tre ottave e più. Il termine sopranista si usa perché si tratta comunemente di uomini, mentre io sono oggettivamente un soprano come le donne, pur essendo un uomo.
Hai calcato molti palcoscenici specialmente in occasione di spettacoli musicali, ma è stata la tua ultima partecipazione televisiva alla trasmissione Tali e Quali, edizione speciale del Tale e Quale Show, a stupire il pubblico e soprattutto a lasciare di stucco i giurati. Qual è il tuo sogno professionale?
Dopo aver partecipato a spettacoli di successo come La Cage aux Folles al Sistina e La Regina di Ghiaccio al teatro Brancaccio, dove peraltro ci siamo conosciuti, la partecipazione alla trasmissione Tali e Quali mi ha visto interpretare proprio Maria Callas, che portò CASTA DIVA al massimo splendore. Ti confesso che non è stato facile per me indossare quell’abito nel rispetto che ho per la Callas e perché la “divina” è davvero difficile da imitare, tuttavia cantare arie scritte per ruoli operistici femminili mi viene naturale, considerato che la mia laringe è sovrapponibile ad una laringe femminile permettendomi una estensione vocale fino al raggiungimento di tre ottave e mezzo. In sostanza mi stupisco di stupire. Per ciò che riguarda il mio sogno più grande ti posso dire che ad oggi, proprio grazie alla trasmissione di Carlo Conti, un grande traguardo è stato raggiunto. visto che lo scorso 12 gennaio è stato pubblicato il mio singolo Casta Diva. Prodotto da Franco Fiume ma soprattutto arrangiato dal maestro Giuseppe Guerrera e edito Valerio Zappulla, Questo progetto ha , per me, una finalità precisa e cioè tentare una comunicazione allargata verso un pubblico più vasto, oltre a quello teatrale, attraverso uno stile musicale pop lirico.
Mettendo a confronto la tua interpretazione di Casta Diva, in versione MP3, con quella di Maria Callas, è stupefacente la somiglianza della voce. Ti sei preparato per questo o si tratta di pura casualità?
Il mio singolo Casta Diva si trova su tutte le piattaforme digitali in versione MP3 e sui canali multimediali. Per ciò che riguarda la somiglianza con la “divina” non sei l’unica a farmelo notare e confermo anche a te il fatto che, con molta umiltà, io non mi rendo conto di suscitare queste sensazioni perché tutto ciò che faccio e che amo è cantare. È vero che io stesso ho scoperto la mia vocalità comprando un cd di Maria Callas nel 2002 e forse, avendo studiato i prime anni con l’ausilio dei cd della “divina”, può essere che io ne sia stato inconsciamente influenzato. Ma magari fosse! Io continuo a prepararmi studiando molto, studiando sempre e mettendomi in gioco cercando le sonorità dei grandi cantanti: bisogna essere una spugna e apprendere in ogni modo e con ogni mezzo. Per questo singolo in particolare mi sono preparato studiando la partitura classica ma cercando un nuovo arrangiamento. In effetti il Maestro Guerrero ha fatto un bellissimo lavoro creando, pur sempre restando nello stile classico, un prodotto nuovo, grazie al “live” orchestrale con l’arpa, rispetto alla partitura originale. Per ciò che riguarda me: pur lavorando vocalmente ho lasciato che l’anima aperta seguisse il canto.
Credi che all’estero avresti maggiori opportunità di lavoro rispetto all’ Italia?
C’è un detto latino che recita: nemo propheta in patria (l’espressione vuole indicare la difficoltà delle persone di emergere in ambienti a loro familiari). Sicuramente l’estero offre più possibilità al talento e alla cultura: io credo che l’estero abbia più rispetto per l’arte e per gli artisti. Prima della pandemia ho vissuto a New York dove mi sono esibito alla Carnegie Hall, all’Apollo Theatre , ho partecipato ad un piccolo spettacolo off Broadway all’Electra Theatre; sono stato addirittura semi finalista nel programma America’s Got Talent solo che non avendo la green card ma solo un visto artistico temporaneo non ho potuto partecipare alla finalissima. Dall’altra parte del mondo, per vivere, sembra che le persone facciano molti più sacrifici e quindi riconoscono il talento e gli studi di un professionista cosa che in Italia, magari, si da troppo per scontata perché siamo effettivamente la patria dell’arte, del bel canto, della musica, della moda, della pizza. Dietro la bellezza bisogna ricordare che anche un artista lavora e fa tanti sacrifici per ottenere ciò che sembrerebbe già pronto e al di fuori dei nostri confini hanno probabilmente una maggiore sensibilità a riconoscere tutto questo.
Come vivi questo drammatico momento per lo spettacolo dovuto alla chiusura dei teatri e dei luoghi dedicati all’intrattenimento?
La pandemia ha distrutto un po’ tutti, io ho perso tutte le date della tournée del mio spettacolo su Mia Martini, Mimì, in arte Mia Martini, che stava avendo un successo pazzesco. Tuttavia mi sono salvato perché sono anche un ballerino, iscritto all’Associazione Italiana Danzatori, e in Sicilia, dove vivo di base, sono riuscito a lavorare per una produzione hollywoodiana che in zona stava realizzando il musical Cyrano dove mi hanno scritturato per due parti. Nel resto del tempo ho ripreso a suonare il pianoforte e a comporre un brano pop lirico, successivamente ho inciso Casta Diva , e quindi non mi sono piegato su me stesso. Credo che nonostante le difficoltà non bisogna mai arrendersi nella vita: tutto ci può essere portato via ma nessuno può portarci via la forza che c’è dentro di noi. Amare ciò che fai e ciò che sei costituisce lo slogan portato avanti dall’operazione Casta Diva ossia un Free To be, libero di essere. L’incisione di questo brano da parte mia vuole rappresentare la possibilità di esprimere attraverso la voce la ribellione al sistema sociale. Proprio io, per esempio, ho scoperto la mia esistenza attraverso una voce che mi da libertà e oggi tra le quattro mura di casa mi alleno, faccio crossfit, vivo e sogno.