Povia: “Volevo aprire una bancarella di frutta e verdura..”

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E’ un artista controcorrente. E sappiamo quanto sia difficile essere controcorrente in Italia. Giuseppe Povia, classe 1972. Da Sanremo al Family Day ha cantato il suo dissenso, prendendo posizioni che altri non hanno avuto il coraggio di prendere.  Oggi compie 48 anni e lo festeggiamo proponendovi la sua intervista cult.

Contromano sulla strada del pensiero unico. Ho scelto di essere lontano dal pensiero unico, con conseguenze negative e positive. Ho 47 anni, sono papà di due bambine e sono un cantautore che si mette in discussione e trasforma in musica quei temi che considera importanti. Se i temi mi appassionano li studio, ma sono fondamentalmente un cantautore non intellettuale, cresciuto libero ma con due istituzioni importanti: la scuola e la famiglia. Se tornassi indietro nel tempo non rifarei il 90% delle cose che ho fatto, ma ci sono dei punti fermi e questi li ho affrontati con la mia musica.

Ero un bravo ragazzo, ma… Non si può dire che abbia avuto una gioventù scapigliata: ero un bravo ragazzo, ma se mi bullizzavano io reagivo. Ma oggi credo che un bullo dovrebbe essere punito con cinque/sei ore in più di scuola!

L’importanza di fare il cameriere. Avrei voluto gestire una bancarella di frutta e verdura, come mio padre: e infatti per un certo periodo ho lavorato con lui. Poi ho fatto il cameriere e lì ho capito tantissime cose, che possiamo riassumere così: “Non siamo al mondo solo per noi stessi”. Io servivo ai tavoli e mi pagavano, ma oltre a far stare le persone con la pancia piena offrivo un servizio che le faceva star bene. E se facciamo stare bene le persone, allora queste ci emanano energia positiva. E così succede sul palcoscenico: il mio approccio con il pubblico è sempre positivo, anche quando giù dal palco mi sembra che uno spettatore mi stia guardando male!

Tutto nacque da mia mamma. Mia mamma faceva le pulizie di casa cantando. Erano canzoni della tradizione milanese e le cantava così bene da farmene innamorare. Quando uscivo di casa le fischiettavo. A scuola la maestra intuì questa mia nota intonata,ogni volta che cantavo una canzone storica milanese lei si commuoveva: avevo 7 anni e la mia prima apparizione in pubblico fu una diretta su Gazzettino Padano.

L’adolescenza, questa età difficile e benedetta…La cosa più importante che ho insegnato alle mie figlie di 1 e 14 anni è: parlare. Non condanno il fatto che il figlio un certo giorno entri in casa quasi senza salutare e si chiuda in camera: è un momento benedetto, perché vuol dire che si sta costruendo il suo mondo, anche se con le regole della casa. Non è comunque facile fare gli adolescenti. E’ importante dialogare con i nostri figli. Se sentono che il genitore c’è, sono più propensi a raccontare cose che altrimenti non racconterebbero. Vorrei che le mie figlie crescessero con le canzoni di papà e, perché no, che ogni tanto andassero anche a un suo concerto!, anche se ora sono ancora piccole per i concerti.

E' un artista controcorrente. E sappiamo quanto sia difficile essere controcorrente in Italia. Giuseppe Povia, classe 1972. Da Sanremo al Family Day ha cantato il suo dissenso,
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La famiglia, questa istituzione..anarchica. Sono sposato dal 2007 e ho sempre detto che la famiglia non nasce dagli Stati, dalle religioni, dal Parlamento: la famiglia è nata senza regole, è la prima istituzione anarchica, nata in un’epoca in cui non c’erano né religioni né Stati. Per questo mi hanno attaccato al Family Day, ma vedi oggi cosa sta succedendo? La Russia, proprio la Russia, si sta avvicinando a questo valore, mentre l’Occidente se ne sta allontanando sempre di più. I genitori, anche quelli separati, almeno su quattro, cinque punti dovrebbero stare uniti, perché oggi i nostri figli crescono bombardati da modelli sbagliati.

L’ovvio ormai è diventata sperimentazione. Nessuno ha il mondo contro, a parte me. C’è un caos culturale: oltre alla troika finanziaria c’è la troika “razzista, fascista, omofobo”, con cui si accusa chi oggi dice l’ovvio. Ho scritto una canzone “Immigrazia”, tratta da un pensiero di Marx e sono stato etichettato come razzista e fascista! Ti faccio un esempio storico: 376 d. C. , crollo dell’Impero Romano d’Oriente, arrivano i barbari e succede una babilonia struggente. Io ho raccontato questo nella mia canzone, dove in un verso dico: “Con la scusa del razzismo vogliono far fuori gli italiani”.

Alla Festa del PD, “Io non sono democratico”….Le vecchie sinistre dovevano ricostruire l’Italia, rilanciare la produzione interna, il lavoro, l’economia, cose che oggi sono invece riprese dalla nuova destra avanguardista. La parola sovranità era voluta più dalla sinistra che dalla destra. Io ho fatto parecchie uscite sul palcoscenico, anche della Lega; e alle feste del PD ho contato la canzone “Io non sono democratico”. Se l’artista è libero veramente, deve esprimersi ovunque.

“Luca era gay” e oggi la rifarei. Pensa se avessi cantato oggi “Luca era gay”: mi avrebbero massacrato. Certo, dieci anni fa ha creato un certo scompiglio, ma io volevo solo raccontare una storia di libertà assoluta. Sono stato tacciato di omofobia, una cosa pericolosissima oggi: è passata al Senato una legge contro l’omofobia, ma non si è chiarito quale atto sia omofobico: dire che la famiglia è quella del modello cattolico è omofobia? leggere i vangeli ad alta voce è omofobia? Queste cose succedevano solo nei regimi totalitari. Nel pensiero giuridico vero, uno deve sapere cosa gli succede dopo aver commesso un atto. Ed io ho paura di essere giudicato: tutto ciò che legge non deve essere per forza giusto.

Credo a Babbo Natale. Sono un po’ troppo arretrato, faccio il presepe e credo a Babbo Natale. Il Natale è un momento unico, in cui ti ritrovi con la tua famiglia; oggi è difficile unirsi, si tende a dividersi. Il Natale, per me, è un punto di aggregazione con le persone care.

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14 Commenti

  1. I Demoni della sinistra succhiano la loro linfa vitale da quegli italiani che: non sanno cosa sia la dignità. POVIA, un esempio per i nostri giovani.

  2. Caro Povia devi cantare e suonare canzoni comuniste, perché qui dicono di essere democratici, ma in realtà sono comunisti..

    hihihihihihihihi

  3. Caro Povia, oramai devi suonare e cantare canzoni comuniste per tutti gli italiani per credono di essere democratici, ma che in realtà sono comunisti..

    hihihihihihihihi

  4. C’e’ bisogno di togliere alla sinistra, il predominio sul mondo dell’intrattenimento, cinema, teatro, musica, produzioni radio-tv, partecipando agli spettacoli di chi inizia a sfidare questo piccolo mondo autoreferenziale.
    Bravo Giuseppe.

  5. Bravissimo, hai proprio ragione, eppure quante CAPRE ancora non lo hanno capito che il razzismo e’ solo una SCUSA per fare quel cavolo che vogliono!!! siamo solo un paese di emeriti imbecilli.

  6. Finalmente un artista che usa il cervello. Cosa rara di questi tempi in certi ambienti radical-chic.

  7. se avesse fatto l’ortolano sicuramente avrebbe avuto piu’ fortuna, qualche ortaggio sicuramente l’ha raccolto dal palco durante i suoi concerti……
    chiamarlo cantante e’ un parolone……piu’ una meteora mai decollata

  8. tra i pochi artisti e i presunti artisti sottratti ai lavori edili cè anche qualcuno intelligente!

  9. grandissimo Povia! un artista che ha il coraggio di andare contro il pensiero falso e dominante !

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